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Salviamo dall’incuria, dall’abbandono le opere della Galleria Civica d’Arte Moderna “Giuseppe Sciortino”. Monreale è Cultura 

Monreale, 30 dicembre 2018 – Indignarsi non è sufficiente. 

Evidenziare in forma pubblica su un giornale on line quanto in seguito verrà riportato assume valore di una testimonianza e di un dissenso che non ha precedenti, se in gioco, a rischio, vi è la Collezione della Galleria Civica d’arte moderna “Giuseppe Sciortino”, di Monreale.

Come è noto si tratta di una prestigiosa collezione di opere del novecento italiano, che Monreale ha accolto nella Galleria Civica, (istituita nel lontano 1974) intitolata alla memoria dello scrittore monrealese Giuseppe Sciortino (*). 

In essa vi è raccolto un pezzo di storia dell’arte italiana del secolo passato; buona parte delle opere raccolte al suo interno provengono da Roma a seguito di tre donazioni: la prima donazione del 1986, la seconda nel 1997 (ragione che indusse l’amministrazione comunale del tempo ad ampliare la Galleria Civica, allocata al piano terra del Convitto Guglielmo II, con ingresso dalla Villa Belvedere), e di un’ultima donazione avvenuta nel 2002. 

La prima donazione “destinata a costituire la base di una Galleria d’arte moderna e la continuazione del premio di pittura istituito dalla donatrice, raccolta di opere d’arte esclusiva di proprietà della stessa Eleonora Posabella”.  Un ciclo di opere della vita artistica romana e nazionale d’indiscusso valore, di pittori, incisori, grafici, scultori italiani di fama nazionale.

A sostegno di quanto in seguito sto per asserire sarà fonte di riferimento la pubblicazione curata dal prof. Pino Giacopelli, Edizione “La Ciambrina”che ha per titolo: GIUSEPPE SCIORTINO SCRITTORE DI DURATA, Monreale, 1994, “OMAGGIO ALLO SCRITTORE MONREALESE GIUSEPPE SCIORTINO”, recensita in occasione dell’VIII Edizione del Premio di Cultura, Città di Monreale. Scritto andato in stampa nel 1995, in occasione della manifestazione organizzata dall’Istituto di Cultura Superiore dell’Accademia Sicula Normanna di Monreale, del dicembre 1994, tenutasi presso la sala Conferenze del C.R.E.S.S. di Monreale.

Se Monreale possiede una Galleria Civica, il merito va attribuito alla donatrice Eleonora Posabella ed alle Amministrazioni passate, che in tal senso si sono prodigate ed hanno raggiunto questo importante traguardo. 

In particolare al prof. Pino Giacopelli, che ha curato i rapporti tra il Comune di Monreale e la donatrice, la direttrice della Galleria “Il Vantaggio di Roma”, Eleonora Posabella, proprietaria delle opere, scomparsa l’anno successivo alla sua ultima donazione. Una Galleria che fin dalla sua apertura è stata al centro della vita culturale monrealese.

A tal proposito, per completezza e migliore ricostruzione del quadro storico culturale, non è possibile non fare un accenno al prof. Pino Giacopelli, scomparso il 31 maggio del 2014, all’età di ottantaquattro anni.

Giacopelli è stato un giornalista pubblicista, poeta, saggista. Sindaco e assessore della cittadina normanna. Critico d’arte, protagonista della vita monrealese dalla metà degli anni ’60 sino alla sua morte. 

Un politico, un amministratore Monrealese che ha portato alla ribalta nazionale Monreale attraverso il mezzo televisivo; documentari, riprese televisive e interviste per la regia di Giordano Repossi della RAI che hanno fatto conoscere all’Italia intera Monreale, i suoi monumenti, le sue bellezze naturali ed artistiche, l’artigianato locale, le tradizioni popolari. 

Al prof. Giacopelli si deve riconoscere il merito di avere organizzato qualificati eventi culturali ed artistici. Premi letterari, mostre d’arte, seminari e conferenze a Monreale e a Palermo. 

Un uomo intellettualmente onesto e corretto, dotato di uno spiccato senso d’humour, che tanto si è impegnato per la crescita civile e culturale di Monreale. Un cattolico, costola laica della Chiesa monrealese; ha dato un consistente rilancio all’Istituto d’Arte per il Mosaico di Monreale, del quale fu presidente. 

In un certo senso Giacopelli è stato un “ambasciatore” Monrealese, che ha sempre guardato al Bene Comune, e si è battuto tanto affinché Monreale avesse la sua Galleria Civica d’Arte Moderna. 

Ecco cosa scrive Giacopelli, a proposito dell’Istituzione della Galleria Civica, dal suo scritto dal titolo “Un irrequieto dall’apparenza pacifica” 

“Il mio incontro letterario con Giuseppe Sciortino avvenne a Roma, nel 1974, nel terzo anniversario della sua scomparsa, allorché fui incaricato dalla Amministrazione Civica del tempo, di dare l’annuncio ufficiale della istituzione, in Suo onore di una Civica Galleria di arte Moderna a Monreale per la quale veniva fatta una donazione di 121 opere d’arte, tra cui dipinti di Borghese, Brindisi, Casorati, De Pisis, Levi, Maccari, Omiccioli, Pirandello, Purificato, Soffici, Tamburi e Trombadori, e tempere, acqueforti e disegni di Bartolini, Cantore, B. Caruso, De Chirico, Gentilini, E. Greco, Guccione, Guttuso, Marini, Morandi, Severini e Vespignani. 

“Una Civica Galleria d’Arte Moderna che dal 1986 è aperta al pubblico, nei locali ad essa appositamente destinati, nella Villa Belvedere e per la quale la donatrice Eleonora Posabella, e il Comune di Monreale, hanno sottoscritto un atto di donazione che prevede, tra l’altro, che la Sovrintendenza alle Gallerie e alle Opere d’Arte della Sicilia Occidentale, debba vigilare affinché siano rispettate tutte le condizioni sottoscritte”. 

Non solo Giacopelli ma anche altre importanti personalità del calibro di Ferruccio Ulivi, Salvatore Candido, Aldo Gerbino, Carmelo Pirrera, Salvatore Di Marco hanno scritto in proposito riguardo i componimenti letterari e di critica d’arte di Giuseppe Sciortino. Scritti, in parte raccolti nella Biblioteca Comunale, Santa Caterina di Monreale. L’odierna “Casa Cultura”. 

Premesso ciò, entro nel merito della questione, e rivolgo subito la mia attenzione alle non buone condizioni in cui versano le opere della Collezione Posabella. Una condizione incomprensibile per quanto attiene alla “conduzione e gestione”, alla assenza di gestione e mantenimento della Galleria Civica.

Un fatto facilmente verificabile nel momento in cui ci si reca negli ambienti espositivi della Galleria, molto frequentemente spoglia, e priva delle sue opere. Che testimonia la stessa inefficienza riguardo gli ambienti espositivi della Galleria, allocati in alcune sale del piano superiore del complesso monumentale Guglielmo II.

In  verità, la Galleria Civica Sciortino allo stato attuale non è impegnata in nessun tipo di attività, nonostante si tratti di una collezione permanente e seppur in questo ultimo frangente d’anno è in corso un tentativo di ricomposizione dello stato quo della Collezione Posabella.

Sino ad ora il Comune ha fatto quasi niente per la stessa conservazione e preservazione delle opere, per la cura e il mantenimento delle stesse. Così che vanno incontro a maggior degrado e trascuratezza.

Quel che emerge è l’incapacità di attivare le condizioni positive affinché le opere della Galleria Civica vengano adeguatamente curate e mantenute, nonché quella di valorizzare il rilievo culturale delle opere e degli stessi artisti che li hanno eseguite, i rapporti che questi hanno avuto con l’ambiente culturale e sociale del tempo nel quale hanno operato.

Un handicap notevole, se si tiene conto che la Galleria Civica Sciortino ospita opere dei maggiori artisti italiani del Novecento, che fanno capo alla Scuola romana e torinese.

Non posso dimenticare nonostante, siano trascorsi oltre quattro anni, che un certo numero di opere della Galleria (oli su tela, disegni,  incisioni, litografie, acqueforti) furono esposte in strada, in barba al buon senso, alla tutela e alla conservazione delle opere.

Un agire a dir poco superficiale, dettato da esigenze che nulla hanno avuto a che vedere con l’arte. Dettato dalla non conoscenza dei delicati meccanismi alle quali sono soggette le opere, in particolare quelle su carta. Si è trattato senza dubbio di uno sconsiderato modo di agire che allora mi ha portato ad asserire, considerate le circostanze, che le opere in particolar modo quelle su carta, esposte in ambiente all’aperto, siano state oggetto di potenziali danni e deterioramenti.

Un dubbio insoluto, che solo la comparazione diretta delle opere con le diapositive originali, le fotografie dei cataloghi, può in certo modo sfatare. Stessa valutazione per alcune opere di pittura esposte, tempere, acquerelli, punte secche, incisioni, “conservate” all’interno del complesso monumentale Guglielmo II.

Ambienti privi di ogni forma di controllo igrometrico, soggetti a sbalzi di temperatura, dove le opere anche se in ambiente chiuso vanno incontro al degrado fisico, ad attacchi biologici, alla luce solare, in quanto i vani finestra mancano di pellicole filtranti di protezione. Opere soggette a forme di inquinamento ambientale, atmosferico, alla polvere. A ripetuti continui spostamenti, manipolazioni. Una conseguenza che col tempo conduce alla perdita materiale di quanto rappresentato nelle opere, ad un disfacimento progressivo che speriamo sia possibile arrestare. 

In misura maggiore questa riflessione riguarda le opere su carta, incisioni, serigrafie, litografie, disegni, dipinti su carta, opere che per nessuna ragione vanno esposte in ambiente aperto.  

Ricordo, che in quella particolare circostanza ho scritto in proposito un articolo che aveva per titolo “ Outlet fuori quasi tutto, giù le mani dalla Galleria d’arte moderna “Giuseppe Sciortino”(1), pubblicato sul blog “Monreale Futura, Città e Territorio”,  ed in parte ripubblicato dalla testata giornalistica on line Filo Direttocol titolo: Galleria Civica di Monreale, patrimonio unico non ripetibile, che appartiene all’intera società.

Articolo (1) nel quale ho ribadito l’inopportunità di un agire a dir poco sconsiderato, gli inconvenienti alle quali sono andati incontro le opere esposte per le vie cittadine di Monreale. 

Soprattutto le incisioni, i disegni, le pitture su carta. Materia quella cartacea, sensibile, delicata, facilmente deteriorabile, in quanto soggetta a contrazioni e fratture in ambiente secco, attacchi biologici, degrado fisico, sporcizia, foxing sottoposte in ambiente umido. 

In particolare quelle su carta che se non opportunamente curate molto presto potrebbero andare in malora. Opere per le quali è necessario provvedere ad un restauro, con indagini specifiche, analisi diagnostiche di supporto, interventi di conservazione, senza perdere più altro tempo.

Ma la cosa più riprovevole, è stata la sordità, la supponenza, l’indifferenza manifestata in tale occasione. Osservazioni alle quali nessuno ha voluto prestare orecchio. Chissà perché.

Ritornando a quanto accaduto in questi ultimi mesi, è necessario far sapere a tutti che le opere della Collezione Posabella, sino a pochi giorni or sono non si trovavano esposte all’interno della Galleria. Infatti giacevano accatastate, accantonate, per la maggior parte senza riguardo e precauzione alcuna tra il pavimento e il basso delle parete all’interno degli ambienti che ospitano le opere della Galleria. 

Spazi espositivi, in più occasioni e circostanze, luogo di altre manifestazioni, esposizioni che nulla hanno a che vedere con la Collezione Posabella. Una invasione di campo a tutti gli effetti.

Il fatto che le opere (dipinti su tela, sculture, grafiche, disegni, ceramiche,) siano rimaste accantonate, senza le necessarie cautele e cure, è un fatto di per sé grave, considerato che una parte di queste opere si trovavano alla mercé del primo mal intenzionato che capitava. Un fatto riprovevole impossibile da giustificare per il quale non si comprende il motivo di un tale agire.  

Una malsana, incauta pratica, che si trasforma in consuetudine, in sciatteria, in normale prassi. In una cattiva pratica, che nulla ha a che fare con le misure di tutela, preservazione, conservazione delle opere d’arte esposte in una Galleria Civica.

E’ indubbio che questa conduzione approssimativa, non possa continuare a sussistere. E’una grossa falla che ha posto a rischio le opere d’arte della Galleria ed intacca un sistema di per sé fragile, e pone allo scoperto i punti di criticità esistenti, che, se non presto colmati, condurranno alla perdita di questo straordinario patrimonio Comunale.  

Il risultato sarà quello di avere una Galleria priva, svuotata del suo contenuto, espropriata nella sua anima. 

Il fatto stesso che le opere non sono state esposte in passato alla pubblica visione potrebbe configurare una “interruzione di pubblico servizio”. Il danno cagionato è soprattutto ai cittadini monrealesi, ai potenziali visitatori che non possono usufruire di un servizio, di un bene comune.  

Non si comprende dunque perché nei confronti di questa Collezione, vi sia un disinteresse sempre più crescente, un’indifferenza incomprensibile, che si è tradotta in noncuranza, abbandono, trascuratezza, mancato buon senso, che nulla costa e per il quale non esistono scuse. Trascuratezza che si coniuga con cattiva conservazione che evidenzia discrasie, limiti, criticità, rischi ai quali stanno andando incontro le opere della Galleria Civica.

Rischi che al più presto vanno colmati e non devono sussistere. A pagarne le  spese, dunque, l’intera Collezione Posabella, i Cittadini Monrealesi, i visitatori, i turisti, le scolaresche, gli amanti dell’arte; anziché attratti, invogliati a visitare la Collezione d’arte monrealese, (poco conosciuta e sempre meno pubblicizzata) si recheranno  altrove.  la fruizione stessa è elemento di sicurezza”.  Bene culturale rilevante parte del Patrimonio culturale monrealese.

Una Galleria, priva di supporto scientifico, storico e culturale, senza un adeguato, dignitoso, razionale allestimento, priva di ogni controllo ambientale, priva dei dispositivi indispensabili del controllo dei parametri di conservazione ed abbattimento dei rischi. 

Questa l’istantanea che fotografa lo stato di fatto di una Galleria, più di nome che di fatto, che pone in risalto problematiche specifiche assai delicate, che attengono anche alla gestione, al mantenimento e conservazione delle opere. 

Sino ad oggi il Comune non è andato oltre all’esposizione stessa delle opere, e non ha provveduto ad alcun allestimento specifico, che consiste in un percorso storico e culturale.

Per il momento non ho alcuna intenzione di trattare la futura gestione, la promozione e la valorizzazione delle opere e pertanto mi riservo di scrivere in proposito nel caso c’è ne fosse bisogno.   

Registro solo la inefficiente conduzione della Galleria. Condizione che diventa cartina di tornasole e che pone in evidenza il trattamento assurdo e inaccettabile, indecoroso che il Comune finora ha riservato alle opere della Galleria Civica.

Un “gioiello incastonato “ all’interno del Complesso monumentale Guglielmo II, che finora non ha preso alcuna forma. Punta di diamante  della Municipalità  monrealese. Un sito che nonostante si trovi nel cuore di Monreale, è distante lontano anni luce, dai Cittadini monrealesi, da ogni circuito culturale e turistico del nostro sito UNESCO.

Quel che si constata è che gli ambienti della Galleria Civica si trovano spogli, tanto da sembrare di aver subìto un esproprio forzato in favore di ben altre manifestazioni.

Pochi finora hanno la contezza che le opere della Galleria sono Beni Culturali, da sottoporre a tutela e vigilanza, beni inventariati, catalogati dalla Soprintendenza Regionale, opere verso le quali il Comune ha l’obbligo di mantenimento e custodia, al fine di preservare le opere da futuri disfacimenti. Un disfacimento che può divenire irreversibile che porta di conseguenza alla perdita del Patrimonio, del “Capitale” artistico e storico.

Questa, la ragione che induce il sottoscritto ad esporre in forma pubblica sulle condizioni in cui versano le opere, che hanno dato forma, vita, consistenza alla Galleria Civica d’arte moderna “Giuseppe Sciortino di Monreale”. 

Questo al di là se la Galleria sia aperta o chiusa al pubblico, e soprattutto per l’ingeneroso trattamento riservato alla memoria della donatrice e pittrice Eleonora Posabella che ho conosciuto in occasione dell’apertura al pubblico della Galleria nel 1986. 

Una Collezione di opere tutelate dalle Leggi dello Stato, dalla Regione, dalla Costituzione Italiana, dal Codice dei Beni Culturali, dall’amore e dal buon senso. 

Beni artistici – storici che assolvono una funzione educativa, formativa, conoscitiva, per cui si deve presto portare avanti una efficiente e qualificata promozione, una mirata programmazione, che consenta di accedere con progetti mirati a finanziamenti e contributi.  

Opere da tramandare alle nuove generazioni. Un obbligo etico, morale che non può consentire il marcire delle opere, in preda alla polvere e all’umidità. 

Una Collezione permanente che con incauta facilità si è posta da parte per dare spazio a manifestazioni che nulla hanno a che vedere con la Galleria. Una volontà superiore che probabilmente ha travalicato in qualche modo le donazioni.   

Per far comprendere il significato della questione è come se la Biblioteca del Fondo Antico venisse d’amblè espropriata dalla funzione che assolve. E anziché trovarsi aperta al pubblico, agli studiosi, si troverebbe chiusa.

Fare uso della sede della biblioteca per altri scopi svilirebbe il senso e la bellezza delle opere, dei manoscritti, in essa custoditi.

C’è ancora di più. E’ palese contraddizione riportare sul sito istituzionale del Comune, e in altri siti, in testa il MiBAC, giorni e orari d’apertura al pubblico della Galleria essendo la Galleria d’Arte Moderna “Giuseppe Sciortino” priva delle sue opere esposte, con i danni consequenziali che ne derivano, d’immagine in primo luogo, e per chi vi giunge, impossibilitato a visitare le opere della Galleria.

Una preoccupazione, che non è solo mia. Un fatto riprovevole che non trova paragoni in altre realtà in Italia, soprattutto per questo anno 2018, l’anno europeo del patrimonio culturale. 

(*) Critico d’arte e scrittore letterario, nato a Monreale nel 1900, deceduto a Roma nel 1971. Direttore artistico de “La Fiera Letteraria”dal 1952 al 1964 e, dal 1967, direttore della Rivista (e della Galleria d’Arte) il Vantaggio di Roma.

Monreale, dicembre 2018

di Natale Sabella – Architetto   All rights reserved

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