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Manifestazione nazionale studenti del 13 ottobre. Aderiscono gli studenti degli Istituti monrealesi

Rete degli studenti Medi: "Cambiamo la scuola per cambiare il paese". Domani scendono in piazza gli studenti d'Italia contro i tagli della Regione e della Buona scuola

Domani, 13 ottobre, in quasi tutte le piazze italiane, e quindi anche siciliane, gli studenti scenderanno in piazza con una mobilitazione nazionale dal titolo “Cambiamo la scuola per cambiare il paese”. “Non possiamo mantenere silenzio e indifferenza davanti ai continui soprusi perpetrati al mondo della scuola italiana. Oggi noi studenti non abbiamo alcuna garanzia sul fronte della gratuità, della pubblicità, della laicità morale che dovrebbe abbattere le barriere. Oggi il modello di scuola italiano non fa altro che creare ostacoli e porre veti alla nostra istruzione e ci lascia spesso privi di una preparazione adeguata per essere cittadini del mondo.” Dichiara Flavio Lombardo, coordinatore regionale.
 
L’ appuntamento domani mattina sarà a Palermo al Giardino Inglese. 
 
La Regione taglia i finanziamenti alle scuole e, dopo l’allarme per la mancanza di banchi e sedie, i presidi ne lanciano un altro: le scuole rischiano di restare sporche, senza collegamento internet e col rischio di ritornare al registro cartaceo. Per il 2017/2018, i 742mila alunni siciliani rischiano di doversi accontentare di un servizio ridotto all’osso. Anche perché parecchie famiglie si rifiutano di pagare il contributo volontario richiesto dalle scuole, perché non possono o perché, come dicono,  “ci devono pensare gli enti locali”, e i dirigenti scolastici non sanno più cosa fare per fronteggiare i creditori.
 
“La Rete degli Studenti Medi propone infatti da anni un nuovo modello di scuola, cucito addosso a chi la abita veramente, un modello che la possa definire una vera ascensore sociale, un motore di slancio, che possa garantire a tutti, nessuno escluso, un’ istruzione adeguata, che non è altro che un diritto sancito dalla nostra costituzione”. Dichiara l’organizzazione. 
 
“Domani scenderemo in piazza per chiedere una scuola aperta a tutti, senza distinzione di razza o religione o provenienza socio-economica, una scuola che esalti i talenti attraverso una didattica circolare e personalizzata senza creare concorrenza con una crudele valutazione numerica, fine a se stessa, una scuola che aiuti i ragazzi in difficoltà per lingua, abilità e condizioni economiche attraverso corsi strutturati di recupero anche curriculari e la garanzia di libri di testo gratuiti, come i trasporti e i corsi formativi pomeridiani.”
 
“Domani il sindacato studentesco non dimenticherà neanche la sua convinta adesione allo IUS SOLI partecipando a livello nazionale al Cittadinanzaday, e quindi non dimenticando che la scuola deve fungere da appianatrice di diversità e esaltatrice di differenze. “Se vogliamo cambiare il Paese in meglio dobbiamo prima preoccuparci delle nostre scuole, che formano eletti ed elettori del domani.” Conclude Lombardo.
 
 
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