San Giuseppe Jato, 19 aprile – La viticoltura in Sicilia è un fattore primario da cui dipendono molte esportazioni sia nazionali che internazionali, il professore Saladino Giuseppe accompagnato dalle buone orecchie dei suoi studenti ha saputo ben spiegare la viticoltura in Sicilia. In particolare ha spiegato della sua cantina in cui i ragazzi sono stati invitati.
La visita alla cantina Birgi, nei pressi di Marsala, ha collegato ciò che di teorico è stato studiato dagli studenti dell’Istituto agrario con ciò che di pratico si troveranno ad affrontare subito dopo il diploma. Si è rivelata una visita interessante ed istruttiva. Premettendo l’importanza e l’influenza della zona geografica di Marsala, il professore, accompagnato da un enologo, ha guidato gli alunni spiegando i vari passaggi della vinificazione in bianco e in rosso. L’azienda Birgi nata negli anni ’60 è formata da 900 soci e da due enologi che si occupato di monitorare le fasi e di selezionare le uve in campo, stabilendo il periodo adatto per la raccolta.
Marsala era stata una zona vocata per i vini d’alta qualità con gradazione zuccherina elevata con invecchiamento in botti di rovere. Negli ultimi decenni la cantina Birgi ha cercato di valorizzare ancor di più la zona, cominciando a produrre anche altri tipi di vino (non limitandosi al solo ‘Marsala’). In questo modo vengono sfruttate in pieno le caratteristiche qualitative e quantitative che è in grado di donare il terreno prima all’uva e poi al vino.
Gran parte dei vini della provincia di Trapani e in parte anche della Sicilia, per troppo tempo sono stati legati solamente a paramentri quantitativi e qualitativi. Provocando l’appiattimento su un’espressione e un riconoscimento di carattere meramente bidimensionale, senza dar voce ed espressione alla ricchezza del territorio e del paesaggio.
D’altronde come affermava E. Hemingway, “C’è più filosofia in una bottiglia di vino che in tutti i libri del mondo”.