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Angelo Marceca, un Politico d’altri tempi

Negli anni novanta il suo impegno nella DC, della quale rivendica ancora oggi l’appartenenza, almeno alla sua parte “nobile”

Non si potrebbe non definirlo un Politico d’Altri Tempi. È certo che lo sguardo e le riflessioni di Angelo Marceca, in cui ci si imbatte parlandoci, sono di chi si è certo ritirato dall’agone politico, ma segue, ascolta e esprime idee c opinioni che non è facile ascoltare da persone impegnate o meno ma di sicuro assai più giovani.

Angelo Marceca ha vissuto la politica attiva degli anni novanta a Monreale e non solo. Ha ricoperto per un mandato la carica di Sindaco e non poche volte quella di Assessore e Consigliere Comunale.

È di quegli anni pure l’impegno all’interno del Partito della Democrazia Cristiana ai massimi livelli di Dirigenza Regionale per quella compagine politica della quale rivendica ancora oggi l’appartenenza almeno alla sua parte “nobile”.

Risale a quei tempi la di lui amicizia col compianto Piersanti Mattarella e ancora oggi col Presidente Sergio Mattarella.

Angelo la Tua figura non può essere scissa dalla immagine del Pioppese che ha calcato per parecchio tempo la scena della politica monrealese ricoprendo pure la carica di Sindaco. Il ricordo più bello di quel periodo ?

La mia amicizia con la famiglia Mattarella, come non ricordare il legame con Piersanti.

Quando fui eletto capogruppo per la DC che era maggioranza assoluta in Consiglio Comunale, Piersanti fu nominato commissario Politico a Monreale ed era pertanto il mio referente naturale col quale era un piacere confrontarsi su una idea della politica forse mai replicata a livello governativo.

Sapevamo già del Tuo rapporto personale col Presidente Mattarella. Vi sentite ogni tanto? E cosa Vi dite, ovviamente per quanto si può rivelare?

Dopo l’assassinio nel giorno dell’Epifania del 1980 di Piersanti, fu nominato il fratello Sergio come Commissario Provinciale della DC di Palermo. Io, Enzo Giangreco e Enzo Galati e il Prof. Stefano Gorgone siamo stati chiamati dall’odierno Presidente della Repubblica a collaborare col partito. Questo mio incarico è durato fin quando Sergio Mattarella è stato eletto appunto Presidente Della Repubblica.

Conservo con lui un rapporto di reciproca stima e amicizia. Ci sentiamo in occasione di ricorrenze familiari o per commentare eventi particolari.

Quel periodo che, se non erro, parte dall’epoca del fulgore democristiano con i suoi indimenticati personaggi da Moro a Zaccagnini o Andreotti (per limitarci solo ad alcuni), ma pure a Craxi o Berlinguer, precedette quello del berlusconismo. Come hai vissuto quella trasformazione?

L’avvento di Berlusconi e del berlusconismo galoppante, sebbene le profferte al mio indirizzo non fossero mancate – offerte che mi avrebbero probabilmente assicurato una fulgida carriera parlamentare – mi convinsero non solo a non accettare, ma a rinunciare alla partecipazione attiva nel mondo della politica, anche monrealese.

Che giudizio ne dai? E se scorgi criticità o peggio in quel trapasso, che idea hai maturato delle cause?

Credo che la politica dall’avvento di Berlusconi in poi abbia subito una caduta verso il basso e ha condotto l’Italia verso un periodo oscuro segnato anche dalle stragi di mafia. 

Borsellino era mio amico da quando era stato Pretore a Monreale e non posso non ricordare l’impegno costante del compianto Giudice ma pure dell’uomo.

Le cause vanno almeno in parte attribuite alla eccessiva personalizzazione della politica in termini di leaderismo oggi inconvertibile pure a livello mondiale ma che troppo spesso distoglie le menti in nome della fedeltà al leader del momento.

Nella trasformazione della politica che agita il Paese dalla comparsa sulla scena di Beppe Grillo cosa percepisci e vivi in termini positivi o negativi?

Col berlusconismo la politica si è declassata, con Beppe Grillo ha continuato a percorrere la china di un populismo di maniera che tanti pericoli comporta ancora oggi, e la classe politica, a tutte le latitudini di area, parrebbe aver sposato questo come unico metodo di lotta, vera o di maniera.

Come valuti in generale la compagine dei politici di tutti gli schieramenti che si impegnano nella pubblica amministrazione monrealese? Senza creare l’ovvio imbarazzo che comporterebbe la domanda tesa a farti evidenziare chi e cosa non ha il tuo apprezzamento, c’è qualcuno impegnato a qualsiasi livello nella vita pubblica recente che ha particolare tua considerazione e stima?

No comment

Non fai mistero di avere da qualche anno aderito al PD. Cosa pensi della attuale situazione alla vigilia del Congresso? Vedi quella occasione come una vera rifondazione del Partito? Oppure non sei affascinato dalle quotidiane discussioni e prese di posizione dei vari candidati e suoi supporter interni? 

Il PD è un partito che difende la democrazia e la libertà in Italia, forse l’unico, ma ritengo che in questo momento si soffra di un po’ di confusione. Aggiungo, perché alla mia età posso non essere preoccupato da lapidazioni più o meno pubbliche, che il partito ha commesso un grosso errore a dare spazio e voce a chi ha finito col provocare l’allontanamento di Renzi che reputo politico di rare qualità e preparazione.

Pensi si possa ipotizzare un prossimo accordo in senso lato con il M5S di Conte?

No, non ho una buona opinione del personaggio e per di più reputo che il M5S non possa considerarsi un vero partito almeno nel modi in cui lo intendo. Come non ricordare il gioco al massacro provocato dal leader dei cinque stelle con la sfiducia a Draghi?

Che futuro immagini per Monreale e per la Tua Frazione di Pioppo?

Il popolo della Frazione ha avversato la cultura e l’impegno culturale e oggi ne paga le conseguenza con un immobilismo che non fa presagire nulla di buono.

Resta la amara constatazione che la Frazione di Pioppo risulta a dir poco dimenticata dalla Amministrazione monrealese che pare ricordarsene con i suoi vari protagonisti solo alla vigilia di appuntamenti elettorali.

Monreale ha grande tradizione di cultura e di arte: Antonio Veneziano, Benedetto Miceli, il Pittore Leto, Pietro Novelli. Ma queste tradizioni che potrebbero costituire un volano inarrestabile di crescita e sviluppo rischiano di riempire poco più che cartoline o ricordi d’antan.

Foto di Massimo Palmigiano

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