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Partinico, scommesse e mafia: confiscati 300 mila euro a Orvieto Guagliardo

Nel 2018 era stato arrestato per aver fatto parte di 'cosa nostra'

La Polizia di Stato ha cofiscato beni per circa 300 mila euro a Orvieto Guagliardo consistenti in 12 rapporti finanziari tra cui conti correnti, polizze vita e fondi di investimento, nonché di una autovettura Bmw X6. Nel febbraio del 2018, Orvieto era stato tratto in arresto in esecuzione dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo per avere fatto parte di ‘cosa nostra’, in particolare di una articolazione della famiglia mafiosa di Partinico, che, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che ne deriva, operava il controllo territoriale e delle attività imprenditoriali attive nel settore dei giochi e scommesse a distanza, ponendosi come gruppo antagonista a quello facente capo a Bacchi Benedetto acquisendo in modo diretto e indiretto il controllo e la gestione delle attività economiche conseguendo profitti e vantaggi ingiusti per sé e per altri, anche attraverso il riciclaggio, il reimpiego e l’intestazione fittizia dei proventi di altre attività delittuose.

In tale contesto è emerso come Orvieto Guagliardo, in qualità di responsabile provinciale del circuito di scommesse “Leaderbet”, avesse operato in maniera funzionale agli interessi dell’organizzazione mafiosa, grazie alla imposizione dei brand commerciali allo stesso riconducibile, garantita sul territorio palermitano da esponenti di “cosa nostra” a fronte di un corrispettivo in percentuale dei profitti tratti dall’illecita attività operata nel settore delle scommesse, versato nelle casse dell’organizzazione mafiosa, fornendo così un contributo apprezzabile e concreto, sul piano causale, all’esistenza e al rafforzamento dell’associazione “cosa nostra” e quindi alla realizzazione dei fini da essa perseguiti.

Nel novembre del 2019 è stato condannato in primo grado alla pena di anni otto e mesi otto di reclusione e per il reato di intestazione fittizia di beni. La Corte di Appello di Palermo, in parziale riforma della suindicata pronuncia, con sentenza del luglio del 2021, lo ha assolto riducendo la pena a otto anni e un mese di reclusione, confermando nel resto la sentenza.

Successivamente al suo arresto, sulla base dell’acclarata pericolosità sociale Orvieto, sono stati svolti dall’Ufficio Misure di Prevenzione Patrimoniali della Questura di Palermo accertamenti patrimoniali nei confronti del predetto e del suo nucleo familiare che hanno permesso di evidenziare una notevole sproporzione economica tra i redditi leciti dichiarati, ben inferiori alle ordinarie spese di mantenimento e gli investimenti patrimoniali effettuati, a conferma dell’evidente impiego di risorse finanziarie di illecita provenienza derivanti dalla attività imprenditoriale dello stesso, favorita dalla vicinanza a “cosa nostra”.

Con lo stesso provvedimento di confisca emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo è stata, inoltre, applicata a ORVIETO la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno per la durata di anni due.

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