MONREALE – Lo scorso venerdì 21 Gennaio abbiamo pubblicato un articolo che dava notizia della pubblicazione di due distinti bandi di vendita destinati alla alienazione per pubblica asta di numerosissimi beni immobili di proprietà del Comune di Monreale.
Si tratta dell’ex Mobilificio Mulè per il quale è stato pubblicato un bando ad hoc e di oltre 200 altri immobili, in gran parte terreni, siti in larga misura nelle Frazioni.
L’Amministrazione Arcidiacono intende in questo modo contribuire al riequilibrio delle finanze comunali e così all’attesa definitiva uscita dallo stato di dissesto, la cui dichiarazione risale a altra epoca politico/amministrativa.
Raccogliamo tuttavia le osservazioni di qualche lettore che vorremmo qui sottoporre all’Assessore al Patrimonio, che ci sono apparse meritevoli di riflessione e risposta.
I bandi di gara per l’aggiudicazione dei beni immobili in argomento hanno una scadenza molto breve. Entrambi gli incanti si svolgeranno il prossimo 28 Febbraio. Ci si chiede il perché di una scadenza così a breve che potrebbe da un lato impedire di fatto la vendita di un gran numero di beni e dall’altro costringere l’Amministrazione a un abbassamento dei prezzi in seguito alla constatazione di assenza di offerte.
Se è auspicabile che il Comune consegua il risultato sperato con la vendita della gran parte degli immobili, d’altra parte l’elencazione contenuta nei due bandi citati, in particolar modo in quello che contiene oltre 200 beni, non risulta di facile accesso alla comprensione e/o disamina tecnico/valutativa di chi dovesse essere interessato.
La descrizione contenuta nei lunghi elenchi che abbiamo pubblicato in calce al ns. articolo è talmente scarna e lacunosa che difficilmente potrà, ci si fa osservare, attirare l’attenzione di un operatore del settore immobiliare che non abbia pregressi interessi sulla/e zona/e in cui gli immobili in vendita ricadono. Ogni porzione di terreno è indicata con la contrada o simile indicazione “geotoponomastica” e con un numero singolo di particella catastale. Capita così di notare che per una sola particella di terreno, per la quale non è dato leggere niente altro se non la generica destinazione – Terreno Agricolo o Area Urbana – si leggano attribuzioni di valore e quindi di prezzo che variano da poche centinaia a svariate centinaia di migliaia di euro.
In una segnalazione ci è stato chiesto se c’è o ci sarà l’opportunità di visionare i beni, per valutarne le condizioni. Osservazione già inoltrata all’assessore al ramo, Sandro Russo.
Da una più attenta lettura di quegli elenchi si è pure rilevato come è vero sì che la gran parte sono terreni, ma ci sono anche alcuni fabbricati rurali a ognuno dei quali è stata attribuita una valutazione assai bassa. È intuitivo come l’esistenza di un fabbricato possa costituire un incremento di valore e quindi di interesse per il potenziale acquirente di un terreno agricolo.
Quindi, senza voler sottostare alle più moderne metodologie e tecniche di marketing, sarebbe auspicabile che l’amministrazione fornisca una “guida” più facilmente intelligibile a uso di quanti – e le segnalazioni ci sono arrivate da potenziali acquirenti – potrebbero essere interessati, di modo da ampliare la platea dei partecipanti alle aste e conseguentemente alzare potenzialmente e concretamente il prezzo delle singole aggiudicazioni.
Resterà da registrare la reazione del Sindaco e degli Amministratori circa le “rimostranze” avanzate dall’AUSER e di cui abbiamo dato notizia due giorni fa a proposito della vendita dell’ex Mobilificio Mulè.