“Oggi si parla di femminicidio, violenza sulle donne, non ho visto un solo commento per ricordare Concetta Conigliaro…. Sempre e solo passerelle…. Ogni riferimento puramente casuale…..”. Il messaggio, apparso sul proprio profilo Facebook, è di Vincenzo Geluso, ex sindaco di San Cipirello.
Un commento che invita a riflettere sul reale impegno delle istituzioni nella lotta contro una piaga sociale di enorme portata.
Oggi, 25 novembre, nella giornata dedicata alle donne vittime di femminicidio, istituzioni, media, politici, scuole, come ogni anno, sono impegnati (quasi) ovunque a ricordare la gravità di un fenomeno che ha raggiunto dimensioni spaventose. Solamente nel 2021 si è registrata una media di tre casi di femminicidio al giorno, in Italia. Più del 70% di questi delitti sono stati consumati dentro le mura di casa. (Quasi) ovunque vengono collocate panchine rosse, mentre scarpette rosse spuntano nelle piazze.
Il Governo dichiara che la tutela della donna è una priorità assoluta, eppure nel 2020 solo il 2% dei fondi destinati ai centri antiviolenza è andato in porto. E allora? Solo passerelle?
“Dobbiamo ricordarci – scrive su Facebook la senatrice Cinzia Leone, vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio – che non si tratta di un’emergenza, bensì di un dramma profondo le cui radici affondano nella cultura maschilista, negli stereotipi in cui ci ritroviamo ogni giorno. Serve quindi un impegno costante e quotidiano, non solo oggi…”.
Se l’esponente del governo parla della necessità di un impegno costante, l’ex sindaco solleva il dubbio che intorno alla piaga del femminicidio si facciano solo passerelle. Ed intanto il ricordo di Concetta Conigliaro a San Giuseppe Jato sembra essere piuttosto sbiadito.
Concetta Conigliaro fu massacrata dal marito, Salvatore Maniscalco, fatta a pezzi e bruciata a San Giuseppe Jato il 9 aprile del 2014. Aveva 27 anni. Lasciò 2 bambine. I funerali si tennero 4 anni dopo, il 21 febbraio 2018.
Pochi giorni prima dell’omicidio era stata dal suo avvocato con le figlie, per denunciare l’ennesimo atto violento del marito, dal quale si voleva separare.
Il marito venne condannato a 20 anni di carcere.
Oggi, in paese, a poco più di tre anni dal funerale che aveva commosso e raccolto tutto il paese, nessun ricordo ufficiale della giovane donna. Il comune palermitano sembra avere dimenticato la giovane vittima. Niente scarpette rosse per lei, nessuna panchina rossa per ricordare Concetta, e con lei il dramma che tante donne continuano a vivere. E qualcuno si chiede se la sua morte sia servita a qualcosa.