“Il progetto del cimitero di Pioppo rappresenta una umiliazione alle pregevoli peculiarità naturalistiche e paesaggistiche del contesto territoriale di Piano Renda”.
È lapidaria la conclusione della lunghissima e dettagliata relazione che il Comitato Pioppo Comune, che da sempre ha sollevato le barricate contro il progetto di fare sorgere un impianto cimiteriale a Piano Renda, ha inviato alla segreteria del comune di Monreale, ai sensi dell’art. 3 della L.R. n. 71/78. Si tratta delle osservazioni alla deliberazione adottata dal consiglio comunale del 09.02.2021, avente per oggetto la variante al PRG, trasmesse alla segreteria comunale , su cui lo stesso consiglio dovrà formulare, entro 30 gg. dal termine ultimo per la presentazione delle osservazioni, le proprie deduzioni. Copia delle osservazioni presentate al Comune di Monreale verranno inviate la prossima settimana alla stazione dei carabinieri di Pioppo.
“La cementificazione di un’area di circa 60.000mq non contribuisce alla sostenibilità ambientale in termini qualitativi sia dell’area interessata che del contesto territoriale in cui sono presenti aree protette (ZPS e SZC)”.
Il Comitato ha sollevato una serie di osservazioni per dimostrare come emergerebbero difetti e deficienze istruttorie nell’iter procedurale che ha portato all’approvazione della variante al piano regolatore in consiglio comunale, che sarebbero stati “fuorvianti in merito al parere VAS e alla dichiarazione che il progetto non è da assoggettare alla V.I.A.”.
Il documento contiene una serie di osservazioni alla delibera sul cimitero adottata dal consiglio comunale di Monreale, che è chiamato a formulare, entro 30 giorni dal termine ultimo per la presentazione delle osservazioni, le proprie deduzioni.
A pochi metri dall’area interessata dal progetto del nuovo cimitero – spiegano dal comitato – esiste un’area protetta (ZCS/ZPS) ITA020030 perimetrata dalla Rete Natura 2000, motivo per cui si sarebbe dovuto procedere alla VINCA.
La procedura di V.Inc.A. deve essere preventivamente svolta anche per tutti i piani o progetti che ricadano all’esterno delle aree naturali protette di cui alla Rete Natura 2000 (S.I.C., Z.P.S., Z.S.C.), ma che possano avere incidenze significative sul sito stesso, singolarmente o congiuntamente ad altri interventi. Ed in base al principio di precauzione (art. 191 T.F.U.E. versione consolidata, art. 3 ter del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.) “le autorità nazionali competenti danno il loro accordo su tale piano o progetto soltanto dopo aver avuto la certezza che esso non pregiudicherà l’integrità del sito in causa”.
Per il comitato l’impianto cimiteriale non sarebbe frutto di una pianificazione dell’intero territorio e delle strategie e dinamiche dei sistemi abitativi, produttivi, ambientali, paesaggistici e culturali che lo compongono. Si tratterebbe invece di una variante urbanistica puntuale, che prevede la realizzazione di un cimitero sovradimensionato rispetto alle reali esigenze del comune di Monreale per la realizzazione di circa 6.000 loculi per una superficie di 60.000mq. “Un utilizzo del territorio – spiegano – non certamente in sintonia con “l’obiettivo del consumo di suolo a saldo zero da raggiungere entro l’anno 2050” assunto dalla Regione”.
“Questo intervento edilizio cementifica un’area di circa 60.000mq inserita in un contesto territoriale dalle significative peculiarità naturalistiche e paesaggistiche, e non contribuisce alla sostenibilità ambientale in termini qualitativi sia dell’area interessata che del contesto territoriale in cui sono presenti aree protette (ZPS e SZC).
Ma ancora, le valutazioni ambientali sul progetto non sono state espletate nel rispetto della politica comunitaria in materia di conservazione della biodiversità. Emergono invece difetti e deficienze istruttorie che sono state fuorvianti in merito al parere VAS e alla dichiarazione che il progetto non è da assoggettare alla V.I.A.”.
In definitiva, il progetto – secondo il comitato – costituisce una umiliazione alle pregevoli peculiarità naturalistiche e paesaggistiche del contesto territoriale. “La destinazione più adeguata per Piano Renda sarebbe quella di “Parco pubblico”, una struttura ricettiva che ne valorizzi e tuteli le vocazioni e le potenzialità ambientali”.