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L’Ars approva legge voto per abolire il numero chiuso nelle Università

Aricò: "Fondamentale per contrastare la carenza di medici". Cracolici: "Sicilia si batta contro l’ipocrisia del numero chiuso”. Pullara: "Mossa populistica pericolosa"

PALERMO – “L’abolizione del numero chiuso nelle Università garantirebbe ai nostri giovani più opportunità di inserimento nel mondo delle professioni e, relativamente al settore della Sanità, sarebbe certamente fondamentale per contrastare la carenza di medici e altri professionisti della Salute”. Lo afferma Alessandro Aricò, capogruppo di Diventerà Bellissima e cofirmatario del disegno di legge voto approvata dall’Ars. “Il nostro auspicio – aggiunge – è che il Parlamento nazionale accolga questa forte sollecitazione che giunge dalla Sicilia. Contemporaneamente, come già fatto dal governo Musumeci in questi primi tre anni di legislatura, dovrà essere aumentato ulteriormente il numero delle borse di specializzazione in Medicina per garantire la copertura delle esigenze del sistema sanitario, ancor più pressanti durante l’emergenza Coronavirus”

“Dobbiamo rompere il muro dell’ipocrisia, perché da un lato si amplia l’offerta universitaria e dall’altro si creano imbuti sia per l’ingresso alle facoltà che per le specializzazioni. I nostri ragazzi devono poter accedere all’Università con il sistema della libera scelta. Mi auguro che la Sicilia si intesti questa ‘battaglia’ contro il numero chiuso, sapendo che ci scontreremo con un sistema di interessi legato anche alle tante scuole ed istituti che richiedono migliaia di euro per preparare gli alunni agli esami di accesso a facoltà o scuole di specializzazione”. Ha detto il parlamentare regionale del PD Antonello Cracolici, intervenendo in aula per dichiarare il proprio sostegno alla legge-voto in discussione all’Ars con la quale si chiede al Parlamento nazionale di abolire il numero chiuso per l’accesso ai corsi universitari.

Una voce dissonante è quella del deputato regionale Carmelo Pullara che ha espresso voto contrario al ddl: “Abolire il numero chiuso – spiega – è una mossa populistica pericolosa dettata, forse, dal momento pandemico contingente e che secondo me poco serve a superare i reali problemi. Favorire il libero accesso, oggi, alle facoltà medico-sanitarie determinerebbe solamente un imbuto occupazionale, come già avviene per le lauree dell’area giuridico – economica, con ulteriori risultati negativi, sul piano delle conoscenze e delle competenze, tenuto conto delle già oggettive difficoltà di didattica universitaria”. “Se si vuole sopperire all’esigenza del numero di medici – prosegue – la soluzione va ricercata nel fare una seria programmazione iniziando, in primo luogo, nel valutare un aumento congruo del numero di posti per gli studenti alle facoltà medico-sanitarie, in ogni caso proporzionato alla necessità attuale.”

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