Il coronavirus nelle ultime 24 ore ha contagiato circa 30mila persone in tutto il nostro Paese. Il numero dei positivi è così arrivato a superare la quota di 443mila positivi, un livello mai registrato prima. Ci sono alcuni indicatori che però farebbero pensare che il virus stia “rallentando” la sua corsa in tutta Italia. L’aumento infatti, sembra essere più contenuto giorno per giorno rispetto a due settimane fa. Il nuovo Dpcm firmato ieri dal presidente del Consiglio Conte, ha suddiviso per il momento le regioni in tre fasce, con relative misure di contenimento.
Abbiamo visto come nelle scorse ore molte regioni sono entrare in polemica poiché sono state assegnate alcune zone di rischio che, secondo i governatori, “non meritavano”. Ad esempio in Sicilia si scaglia contro il governo il presidente Musumeci, definendo la scelta della zona arancione come “inadeguata”.
Quando potrebbe iniziare la discesa?
Non è ancora possibile sapere se a breve inizierà la discesa dei contagi. Solitamente il picco si raggiunge a circa 60-70 giorni dall’inizio dell’epidemia e nel caso specifico che stiamo vivendo sarebbe riconducibile alla metà di settembre. La Lombardia, la regione più colpita dai contagi, oggi sembra che stia avendo dei rallentamenti nel rialzo dei contagi, rispetto alle settimane precedenti. Anche se però non si nota alcun calo.
“Oscillazioni quotidiane nel numero dei contagi, che sono ampiamente previste, quello che bisogna vedere è come va il trend. E certamente nelle ultime 3 settimane abbiamo avuto un trend in aumento, anche se negli ultimi giorni, a occhio e croce, vediamo una certa stabilizzazione a livelli relativamente elevati”. Così ha detto Giovanni Rezza, direttore generale di Prevenzione del ministero della Salute, in conferenza stampa al ministero. Ha precisato però che “il numero di positivi sul numero di tamponi supera il 10%”. “Il tasso di positività dunque, è ancora molto elevato e questo è un segnale non del tutto positivo. Il numero di ricoveri, anche in terapia intensiva, negli ultimi giorni è stato tendenzialmente in aumento – continua Rezza – anche se in quasi tutte le aree del Paese ancora non si registra una vera e propria criticità, poiché il numero di posti in terapia intensiva è aumentato rispetto alla fase 1”.
Come sarà questo Natale 2020?
Prima di parlare di questo Natale un po’ in incognito dobbiamo vedere il numero dei ricoverati in terapia intensiva. Il picco della prima ondata era stato raggiunto i primi di aprile, ma proprio in quel periodo se in molti si aspettavano un calo sensibile in realtà non avvenne. I dati della seconda settimana di questo mese saranno decisivi per capire l’andamento dell’epidemia. Se l’ondata continuasse a seguire l’andamento prevedibile, potrebbe durare fino a Natale, procedendo verso una progressiva diminuzione dei casi. Ma nulla è calcolabile scientificamente poiché le variabili sono tantissime.
Il premier Giuseppe Conte ieri sera lo ha specificato chiaramente: “Se arriviamo al Natale con un certo margine di serenità, anche la fiducia nei consumi non sarà depressa e potremo vedere un certo margine di ripresa. Non sto pensando a un Natale con veglioni e abbracci. Dobbiamo sempre rispettare le regole”. Il presidente ha anche sottolineato che “la media nazionale dell’indice di trasmissibilità è 1,7. Rispetto alle persone contagiate è salito il numero di quelli asintomatici, mentre diminuisce in percentuale il numero di persone ricoverate ma c’è molta probabilità che molte regioni superino le soglie delle terapie intensive e mediche”.
Rispetto alle persone contagiate è salito il numero di quelli asintomatici, mentre diminuisce in percentuale il numero di persone ricoverate, ma c’è molta probabilità che molte regioni superino le soglie delle terapie intensive e mediche
Quindi questo Natale 2020 potrebbe essere fattibile soltanto se saranno rispettati i provvedimenti emanati dal governo. Se ciò non sarà rispettato sarà molto difficile che le attuali ordinanze possano avere efficacia e di conseguenza queste festività potremmo passarle da soli e chiusi in casa. Tutto dipenderà dai dati che decideranno come affrontare questo fine anno.