A scioglimento della riserva assunta in data 23 luglio, in data odierna il Giudice dell’Udienza preliminare di Trapani, Dott. Corso, ha accolto la richiesta proposta dalla Difesa del Presule, di dissequestro dei beni del Vescovo Miccichè.
In particolare, il Giudice ha disposto l’immediata restituzione di circa 60 oggetti che nel 2015 il Pubblico Ministero aveva sottoposto a sequestro probatorio, ritenendo che gli stessi fossero stati indebitamente sottratti dalla Fondazione Auxilium di Valderice e illecitamente spostati presso la residenza di Mons. Miccichè a Monreale.
Si tratta principalmente di beni a vocazione religiosa e funzione liturgica, quali quadri e statue votive ma anche un pianoforte, mobilio e vasellame.
Il Collegio difensivo del Vescovo, costituito dagli avvocati Mario Caputo, Francesco Troìa e Nicola Nocera, ha sempre sostenuto che si trattava di beni personali provenienti, per la maggior parte, da donazioni ricevute dai fedeli in occasione delle visite Pastorali ma anche di beni di proprietà della sorella dell’ex vescovo, ingiustamente privata della disponibilità di oggetti a lei cari, alcuni dei quali addirittura ricevuti in occasione delle sue nozze.
I legali del Vescovo hanno espresso grande soddisfazione per la decisione del GIP. La difesa da anni sostiene l’insussistenza di ogni fondamento giuridico del sequestro probatorio, nell’attesa di chiarire in dibattimento l’assoluta innocenza anche dalle rimanenti accuse a suo carico.
Intanto l’ex vescovo di Trapani Francesco Miccichè, accusato di peculato per essersi impossessato di fondi provenienti dall’8 x mille, è stato rinviato a giudizio. I fatti contestati dalla Procura riguardano la gestione della Curia dal 2007 al 2012. Per molti è scattata la prescrizione. Il processo inizierà il prossimo 1 ottobre.