MONREALE – È ancora acceso il dibattito nato in seguito alla pubblicazione da parte della Regione della graduatoria relativa al finanziamento dei Centri Comunali di Raccolta (CCR) e che non ha visto il nominativo del comune di Monreale fra quelli selezionati e ammessi al prosieguo dell’iter burocratico.
I Centri Comunali di Raccolta sono impianti dove i cittadini, gli utenti commerciali e lo stesso gestore del servizio possono conferire le varie tipologie di rifiuti separati per tipologia (carta, plastica, vetro, lattine, metallo, alluminio, legno, etc.). Sono impianti fondamentali per raggiungere alti livelli quantitativi e qualitativi di raccolta differenziata. Permettono di abbattere i costi (attraverso il riconoscimento dei contributi Conai dati agli imballaggi che rientrano nelle fasce di eccellenza), la corretta raccolta di Ingombranti e RAEE (frigoriferi, cucine, scaldabagni, TV, computer, etc), evitando le discariche abusive e tenendo puliti i territori. Sono assolutamente strategici nelle zone servite dal porta a porta, perché danno la possibilità a chi per motivi lavorativi, di studi o altro non ha la possibilità di rispettare il calendario di conferimento predisposto dal comune e dal gestore dei servizi di raccolta, di conferire correttamente i rifiuti.
Per la regione siciliana la creazione dei Centri Comunali di Raccolta rappresenta una condizione essenziale affinché i comuni si dotino di efficienti sistemi di raccolta differenziata e di un’adeguata rete di centri di raccolta. Tanto che nel maggio 2019, con pubblicazione nella gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, la regione aveva emesso un avviso pubblico per la concessione di agevolazioni a favore dei comuni, anche nelle forme associative regolarmente costituite (Ambiti di Raccolta Ottimali), per la realizzazione e/o ampliamento/potenziamento/adeguamento dei CCR. Il capitolo di spesa prevedeva una somma complessiva di più di 21 milioni di euro. La scadenza dei termini per la presentazione dei progetti di fattibilità, il 15 ottobre 2019, era stata poi posticipata al 30 ottobre 2019.
Nell’arco di questi mesi sono state 125 le istanze di finanziamento presentate da altrettanti comuni. Di queste 87 sono state ammesse a valutazione, per un importo totale di 66.665.039,87. Tra i comuni della provincia di Palermo a superare questa prima fase vi sono stati lo stesso capoluogo (per un importo di 5.307.322€), Marineo (400.000€), Contessa Entellina (267.262), Cefalù (425.494€), Altofonte (1.143.771€), Castelbuono (1.087.746€), Montelepre (223.172€), Partinico (377.350€), Bagheria (1.109.485), Misilmeri (1.338.800€), Corleone (411.791).
Escluse le istanze di 38 comuni. Tra questi, per rimanere nel palermitano, Lercara Friddi, Bisacquino, Caltavuturo, Caccamo, Castronovo di Sicilia, Valledolmo, Bolognetta, Ustica, Piana degli Albanesi.
Monreale non risulta né tra i comuni la cui istanza è stata ammessa, né tra quelli la cui istanza è stata esclusa. L’istanza, semplicemente, non è stata presentata, come emerge da quanto dichiarato su questa testata dal sindaco Alberto Arcidiacono che, in risposta al consigliere comunale Mimmo Vittorino, sosteneva: ”Non puntiamo sul CCR ma sul compostaggio di comunità”.
Si tratta certamente di un cambio di rotta deciso all’ultimo momento, dato che nell’ottobre dello scorso anno, ad appena due settimane dalla scadenza dei termini, l’indirizzo dell’amministrazione comunale era diametralmente opposto.
Il 17 ottobre del 2019, infatti, la giunta comunale aveva mostrato di avere ancora tutto l’interesse all’istituzione del CCR. In quella data l’organo di governo aveva pubblicato con apposta delibera un atto di indirizzo, nel quale specificava come l’assenza del CCR nel territorio comunale rappresentava, “per quanto riguarda la raccolta differenziata, l’anello debole della catena, per cui ritiene assolutamente prioritario provvedere in tempo rapido all’individuazione delle aree idonee a soddisfare le necessità del territorio che si estende per circa 529,20 kmq”.
Nella delibera l’amministrazione non solo sottolineava l’intenzione di attivarsi per istituire il CCR, ma già ne aveva previsto la realizzazione nell’ambito di un’area di proprietà regionale, catastalmente individuata. Ed infatti, il 26 settembre 2019, il Dipartimento regionale delle finanze e del credito aveva dato riscontro favorevole alla richiesta presentata dal comune ai fini dell’assegnazione della suddetta area per l’istituzione del CCR.
Ciò però, come ampiamente spiegato da Roberto Gambino, rappresentante del “Mosaico”, nella nostra intervista (VEDI ARTICOLO), non avrebbe permesso di completare l’iter burocratico in tempi utili per la partecipazione al bando.
È da sottolineare che l’opera, dal punto di vista urbanistico, non era conforme al PRG vigente. Necessita di un’apposita variante dello strumento urbanistico per poterla allocare nell’area prescelta.
A questo punto la Giunta ha preso atto dell’ubicazione dell’area, dato mandato ai competenti uffici comunali per la nomina del RUP e del soggetto che dovrà predisporre il progetto. Questa attività permetterà l’inserimento dell’opera in oggetto nel programma triennale delle opere pubbliche.
Tutto è quindi rimandato ad un prossimo futuro, quando e se ci sarà un nuovo bando regionale.
A questo punto però è lecito porsi delle domande e fare una riflessione sulla questione.
La prima domanda è quella se, oltre all’area scelta, sono state valutate altre zone idonee allo scopo e dotate della conformità urbanistica necessaria.
La seconda domanda è quella di sapere quando è stata formalmente presentata la domanda al Dipartimento Regionale delle Finanze e del Credito per il nulla osta all’utilizzo dell’area. Il bando infatti risale al 27 maggio 2019, ma già da mesi si parlava dell’imminente pubblicazione, quindi era un fatto noto che avrebbe dovuto allertare gli organi preposti a preparare il terreno per la partecipazione. La prima scadenza del bando era fissata per il 15 ottobre 2020 (due giorni prima della delibera della giunta comunale, la n° 94). Un lasso di tempo sufficiente – secondo molti addetti ai lavori – per preparare il progetto e l’iter burocratico, ma qualcosa non ha funzionato per il verso giusto, si è tergiversato fino alla vigilia della scadenza del bando. A queste ad altre domande il sindaco potrà dare ampie risposte in occasione del prossimo consiglio comunale. Sull’argomento, infatti, il consigliere Vittorino ha presentato un’interrogazione al primo cittadino.
La storia della creazione di un CCR ha però radici ben più lontane. Il 13 aprile 2017 il Dipartimento regionale dell’Acqua e dei Rifiuti della Regione Siciliana aveva pubblicato un analogo bando per la creazione dei CCR comunali. In quell’occasione anche la giunta guidata da Piero Capizzi aveva deliberato un analogo atto di indirizzo, manifestando l’interesse ad aderire all’avviso. Anche allora venne sottolineata la necessità di un CCR nel territorio, la cui assenza veniva definita l’anello debole della catena, e veniva conferito mandato agli uffici di “attivarsi con immediatezza procedendo preliminarmente all’individuazione di un sito idoneo”. Anche in quel caso il comune non riuscì a presentare alcun progetto.
L’unico dato certo è che al momento il comune di Monreale, che grava nelle note difficoltà finanziarie, non potrà dotarsi, a differenza di tanti altri comuni siciliani, di un’importante opera necessaria per rendere più efficiente il sistema di raccolta e di smaltimento dei rifiuti. La città oggi ha perso per la seconda volta il treno e dovrà rimandare questa opportunità ad un prossimo ed eventuale finanziamento.
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