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Operazione “Mani in pasta”, la mafia dedita a ippica, gaming, compravendita di preziosi, caffè

Disarticolati i clan mafiosi dell’Acquasanta e dell’Arenella, facenti parte del mandamento mafioso di Resuttana

L’operazione “Mani in pasta”, condotta dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, con il supporto del Comando Provinciale di Palermo, ha portato alla disarticolazione dei clan mafiosi dei quartieri palermitani dell’Acquasanta e dell’Arenella, facenti parte del mandamento mafioso di Resuttana.

Oltre 100 i soggetti a vario titolo indagati per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, reimpiego di capitali illeciti, esercizio abusivo di giochi e scommesse ed altri reati contro la persona e il patrimonio. Di questi, 91 sono stati destinatari di misure cautelare personali. 

L’attività investigativa ha inferto un duro colpo in particolare modo alla famiglia FONTANA, imparentata con la famiglia GALATOLO.

Sono state anche le dichiarazioni di Vito Galatolo, assieme a informazioni su alcuni aspetti patrimoniali e finanziari, a fare nascere l’indagine, resa difficile dall’assenza di segnalazioni per operazioni sospette, pur a fronte di numerose operazioni “anomale”. 

Ma sono state poi le intercettazioni telefoniche, e il controllo sistematico del territorio, tramite pedinamenti e video-riprese, ad aiutare gli inquirenti, che hanno scoperto come, nel vuoto di  potere venutosi a creare in seguito agli arresti nel mandamento mafioso di Resuttana, nei territori palermitani dell’Arenella e dell’Acquasanta, si fosse verificata l’ascesa – in particolare – della famiglia Fontana. I suoi esponenti si erano stabiliti da anni a Milano, dediti al reimpiego di una parte importante dei proventi delle attività criminali commesse sul territorio di Palermo. 

Gli investigatori hanno scoperto come il clan si occupasse di estorsione, traffico di sostanze stupefacenti, illecita concorrenza con minaccia o violenza.

Il ricavato veniva poi riciclato in molteplici settori economici della Sicilia e della Lombardia: ippica, gaming (centri scommessa e slot machine), cooperative attive nel campo della cantieristica, compravendita di preziosi, società attive nella produzione e commercializzazione del caffè, commercio di materie prime alimentari (farina, frutta e verdura) e packaging alimentare. 

Centri scommesse, società attive nei settori della cantieristica navale, della produzione, commercializzazione e somministrazione di bevande e alimenti.

22 le attività economiche sequestrate, assieme ad un patrimonio di circa 15 milioni di euro, e a 13 cavalli da corsa, 8 immobili, vari mezzi di trasporto.

I NOMI DEGLI ARRESTATI:

“Mani in pasta”, 91 arresti (tutti i nomi)

 

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