Sicilia, le nuove restrizioni: Pasqua tutti a casa, uscite al minimo, mascherine obbligatorie
Divieto di gite fuori porta, interdetti parchi e giardini, i controlli fatti dal Corpo Forestale
PALERMO – Il Presidente della regione Nello Musumeci ha emesso una nuova ordinanza, finalizzata ad evitare che durante le festività pasquali, quando più elevato è il rischio di un aumento non controllato degli spostamenti delle persone, possa verificarsi una diffusione del contagio.
Le nuove restrizioni saranno infatti valide da domani, 10 aprile, fino a lunedì 13.

Questi i punti salienti:
- Interdetti alla fruizione i parchi, le aree gioco, le ville, i boschi, i giardini e ogni altro spazio pubblico. Sarà il Corpo Forestale ad assicurare l’osservanza della disposizione.
- Permane il divieto di gite fuori porta, di spostamento nelle cosiddette seconde case e verso luoghi di villeggiatura.
- La chiusura domenicale e nei giorni festivi si applica anche ai servizi di consegna a domicilio, fatta eccezione per i farmaci e per i prodotti editoriali.
- Le uscite per gli acquisti essenziali, ad eccezione di quelle per i farmaci, sono limitate ad una sola volta al giorno e ad un solo componente del nucleo familiare.
- È inibito l’ingresso nel territorio comunale ai venditori ambulanti al dettaglio, se provenienti da altri Comuni.
- Negli esercizi commerciali di vendita e distribuzione di generi alimentari, anche all’aperto, gli operatori sono tenuti: a) all’uso costante di mascherina; b) all’utilizzo di guanti monouso o, in alternativa, al frequente lavaggio delle mani con detergente disinfettante.
Si dispone che in ogni luogo nel quale non sia possibile mantenere la distanza di 1 metro tra persone, è fatto obbligo a ciascuno di coprire naso e bocca con una mascherina o con altro adeguato accessorio.
Infine Musumeci ha disposto che gli spostamenti dei passeggeri via mare da Messina per Villa San Giovanni e Reggio Calabria e viceversa dal 10 aprile al 13 aprile, sono consentiti esclusivamente agli appartenenti alle Forze dell’Ordine e alle Forze Armate, agli operatori sanitari pubblici e privati, ai lavoratori pendolari, nonché per comprovati motivi di gravità e urgenza