SANREMO – È andata in onda la seconda puntata del Festival di Sanremo, Festival della canzone italiana che festeggia i suoi 70 anni. Se alla prima puntata Tiziano Ferro cantando “Solo tu nell’universo”, rendendo omaggio alla cantante Mia Martini, è riuscito a far emozionare migliaia di italiani, non è stato da meno Paolo Palumbo che è riuscito ad entrare nel cuore di tutti gli italiani. Non solo per la sua storia ma per la profondità delle sue parole che hanno trasmesso un messaggio meraviglioso.
Parole che dovremmo scolpire nel nostro cuore. Ma chi è Paolo Palumbo? Ce lo racconta lui stesso, nel testo della sua canzone “Io sono Paolo”. Paolo è un ragazzo di 22 anni di Nuoro con una grande passione per la cucina. Tuttavia, all’età di soli 18 anni si è accorto di non poter tener in mano nemmeno una padella, episodio dal quale sono seguiti accertamenti medici con un esito che nessuno al mondo vorrebbe augurarsi. È affetto di SLA. In 4 anni la situazione è degenerata. Nonostante tutto, incredibile è la forza di questo ragazzo. Ha partecipato alle selezioni di Sanremo Giovani superando con la sua canzone le selezioni da 842 a 65. Ma Amadeus, direttore artistico e conduttore di Sanremo 2020, colpito dalla sua storia e dalla sua canzone, ha deciso di invitarlo ugualmente.
“La mia non è la storia di un ragazzo sfortunato – racconta sul palco dell’Ariston – ma di un ragazzo che non si è arreso. Quando vi dicono che i vostri sogni non si possono realizzare, continuate dritti per la vostra strada seguendo il cuore perché i limiti sono solo dentro di noi”. Nel raccontare di sé, Paolo, con gli occhi di chi lotta ogni giorno, sottolinea quanto importante sia l’amore della sua famiglia e del fratello. Quanto loro siano i suoi veri eroi perchè capaci di avergli fatto ritrovare la forza e la speranza di vivere. Proprio un mese fa, racconta, ha rischiato di morire ma fortunatamente è stato salvato dalla “bravura dei medici” . Segue la sua riflessione sulla “fortuna di essere vivi”.
Per concludere e per dare forza a quei “guerrieri” che ogni giorno lottano in silenzio contro patologie invalidanti e/o devastanti e contro patologie croniche invisibili, si riportano le parole di Paolo Palumbo che rivelano il linguaggio del cuore. Il più sincero, il più profondo, il più vero.
“In questi ultimi anni ho imparato che il tempo che abbiamo a disposizione è poco e prezioso e dovremmo viverlo intensamente, riempiendolo di amore ed altruismo. Date al mondo il lato migliore di voi e vedrete che le cose andranno meglio, perché se abbiamo bisogno di un cambiamento, è soprattutto nella mente dove stagnano le disabilità più pericolose come la mancanza di empatia e tolleranza. Malattie come la mia ci rendono uguali. Colpiscono senza giudicare le nostre storie, la nostra bontà, il nostro ceto sociale, i nostri progetti; perciò nel vostro piccolo fate quanto più potete per aiutare il prossimo”.