PALERMO – Forti disagi per i camionisti e i pendolari che su pullman devono recarsi da Palermo a Catania. Sull’A19, all’altezza di Resuttano, tutti i mezzi pesanti sono costretti a deviare per Santa Caterina e per Villaermosa, per reinserirsi in autostrada solo all’altezza di Ponte 5 Archi.
La condizione del viadotto Cannatello, considerato instabile e insicuro, ha costretto l’ANAS a consentirne la percorrenza, già dai primi giorni di gennaio, solamente alle auto. I mezzi pesanti sono invece costretti ad una deviazione di 34 chilometri.
E dopo il caro prezzi del trasporto su nave, che ha portato gli autotrasportatori a minacciare il blocco dei porti, aumenta in modo considerevole per loro anche il costo del trasporto sull’isola.
Questo perché questa lunga bretella di collegamento è stretta, il manto stradale è dissestato, e i mezzi sono costretti a camminare incolonnati a velocità ridotta. E non è raro che i Tir si trovino anche a dovere cedere il passo alle pecore.
Francesco Ferreri, autotrasportatore monrealese, spiega che questa deviazione comporta un esborso notevole per le ditte come la sua.
“Registriamo un significativo aumento del consumo del carburante. Non solo per la maggiore percorrenza, ma perché in questi 34 chilometri la pessima condizione della strada fa raddoppiare il consumo di carburante. Altro fattore da non trascurare è l’allungamento dei tempi di percorrenza. Se per percorrere quei 12 chilometri autostradali i mezzi impiegavano una decina di minuti, adesso è necessaria un’ora e mezza per coprire la deviazione di 34 chilometri. In questo modo spesso l’autista, per rispettare il numero massimo di ore di guida giornaliere consentite, non riesce a tornare in giornata a Palermo”.
E se la situazione è grave in questi giorni di sole, potrebbe divenire drammatica con le prossime piogge.
Tra le ipotesi allo studio, quella di creare un doppio senso di marcia nell’altra carreggiata, quella in direzione Palermo.