MONREALE – La città di Monreale gode di un prezioso riconoscimento da quando il Duomo di Santa Maria la Nuova è stato inserito all’interno del Percorso Unesco Arabo-Normanno, assieme ai monumenti di Palermo e la Cattedrale di Cefalù. Un riconoscimento che non è “per sempre” e che potrebbe essere cancellato se i Comuni non dovessero ottemperare a determinati obblighi.
Non siamo ancora al punto di intravedere questo rischio ma ancora la strada è lunga affinché Monreale possa meritarsi a pieni voti l’insegna Unesco, nonostante questa sia già arrivata.
Una nota positiva è che, rispetto a qualche anno fa, la situazione sta pian piano migliorando, la strada, insomma è quella giusta, ma è ancora molto lunga. La conferma arriva da Aurelio Angelini, direttore della Fondazione Patrimonio Unesco della Sicilia. “C’è una nuova ripresa della città al riconoscimento Unesco – dice a Filodiretto l’esperto Unesco -. In passato (si riferisce alla passate amministrazioni ndr) c’era stata una sottovalutazione di questo riconoscimento, oggi noi abbiamo un cambio di approccio”.
La via maestra intrapresa dalla giunta Arcidiacono è quella giusta per Angelini, ma non basta, perché sono ancora numerose le criticità da affrontare. “Si deve iniziare a pensare a come utilizzare il brand Unesco per migliorare la qualità dell’offerta culturale e turistica – dice Angelini -. Con la nuova amministrazione per la prima volta si assiste ad un impegno profondo, cosa che non avevamo riscontrato con lo stesso livello di partecipazione in passato”.
Quali sono i prossimi step che l’amministrazione Arcidiacono dovrebbe fare per rendere più appetibile Monreale agli occhi di turisti e tour operator? Com’è possibile fare un ulteriore salto di qualità? Secondo l’esperto Unesco è tempo che l’amministrazione comunale si ponga degli obbiettivi. Fondamentale è per Angelini “creare un sistema tra i soggetti economici e culturali della città, per costruire un piano annuale di attività, manifestazioni di vario genere, e fare in modo che, quelle che sono le produzioni locali, le attività artigianali, insieme ai patrimoni monumentali, vengano messe insieme in un grande manifesto culturale”.
Compito non facile deve essere per la giunta Arcidiacono ampliare l’offerta e andare aldilà del Duomo ma anche fare scelte amministrative urbanistiche. Fondamentale è per l’Unesco trasformare l’intero centro storico in un luogo accogliente con servizi funzionanti, arredo urbano di qualità, illuminazione adeguata.
Chiudere la piazza? E’ un impegno che la città di Monreale aveva promesso di mantenere quando ha inoltrato la candidatura alla World Heritage List, finora in parte disatteso. “La candidatura Unesco – sottolinea Angelini – prevedeva la chiusura della piazza. Non siamo poliziotti, ma l’amministrazione deve portare avanti un ragionamento su come offrire il centro storico all’accoglienza assieme ad una proposta culturale”.
Come fare? “Imitare Palermo” risponde il direttore della Fondazione Patrimonio Unesco. Il Capoluogo ha già, infatti, chiuso parte del centro storico avviando una vera e propria rivoluzione.