PALERMO – Non si tratterebbe di un tentato omicidio per mafia, né sarebbe tantomeno riconducibile a motivi economici. La sparatoria avvenuta ieri sera allo ZEN è dovuta solo ad alcune offese rivolte dalla vittima alla moglie dell’assalitore.
È per questo che Gaetano Giampino, 65 anni, avrebbe sparato due colpi di pistola nei confronti di Salvatore Maranzano, dopo una lite per una mancata precedenza.
A ricostruire i fatti è Rodolfo Ruperti, il capo della Squadra Mobile di Palermo.
La Polizia è stata allertata dal pronto soccorso dell’ospedale Villa Sofia, dove era giunto l’uomo ferito in gravi condizioni per un colpo di arma da fuoco. La sparatoria era avvenuta tra i palazzi del rione ZEN di Palermo. Maranzano è stato sottoposto immediatamente ad un intervento chirurgico ed al momento si trova in prognosi riservata.
Fermato il killer dello zen, parla il capo della mobile
Gli insulti alla moglie per la mancata precedenza poi i colpi di pistola, il capo della mobile di Palermo ricostruisce il tentato omicidio dello Zen
Publiée par BlogSicilia sur Vendredi 6 décembre 2019
“La vittima era nota alla polizia per precedenti penali – spiega Ruperti -. Insieme ai colleghi del commissariato San Lorenzo abbiamo iniziato una rapita attività investigativa che ha fatto concentrare le nostre attenzioni sulla stessa via in cui abitava la vittima, via Costante Girardengo”.
Ruperti ricostruisce le fasi della sparatoria. “Abbiamo appurato che, per un atteggiamento provocatorio nei confronti di una signora anziana, c’è stata una reazione del marito, scaturita in una piccola lite. Subito dopo Gaetano Giampino, il marito, è tornato sul posto armato di pistola e ha sparato almeno due colpi. Uno ha colpito la vittima in un punto per cui è viva per miracolo”.
Giampino avrebbe utilizzato una pistola calibro 9, non ancora recuperata, ed esploso due colpi. In passato era stato coinvolto in una inchiesta per intestazione fittizia di beni di soggetti vicini alla mafia.
Sono state le tracce di sangue sul luogo della sparatoria ad aprire la strada agli investigatori. “È stata utile la collaborazione degli investigatori del Commissariato San Lorenzo oltre che della Mobile”, ha aggiunto Ruperti.
È stata la moglie di Giampino a raccontare alla Polizia come si è svolta la vicenda. Ha raccontato tutto ma il marito si era allontanato. È tornato poco dopo, trovando i poliziotti che lo hanno arrestato.