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Trucidati mentre passeggiavano a Ficuzza, ricordati Giuseppe Russo e Filippo Costa

CORLEONE – Sono stati uccisi mentre stavano passeggiando. Giuseppe Russo, carabiniere, fu crivellato di colpi dalla mafia a Ficuzza, dove stava trascorrendo le vacanze. Stava camminando con l’insegnante Filippo Costa (ammazzato anche lui per non lasciare testimoni dell’omicidio). Era il 20 agosto 1977: oggi, a 39 anni di distanza, i due sono stati ricordati questa mattina nel corso di una cerimonia.

Per l’omicidio dell’ufficiale e del suo amico furono inizialmente condannati tre pastori: Salvatore Bonello, Rosario Mulè e Casimiro Russo. Poi assolti nel 1997. Al loro posto, la II sezione della Corte d’Appello condannò definitivamente all’ergastolo Leoluca Bagarella, Salvatore Riina e Bernardo Provenzano. 

Alle 10 di questa mattina è stata deposta una corona d’alloro sulla stele commemorativa nel luogo dell’eccidio alla presenza del comandante della Legione Carabinieri Sicilia, generale di Brigata Giovanni Cataldo, del vice prefetto di Palermo, Fabio Sanfilippo, del sindaco di Corleone, Nicolò Nicolosi, della signora Francesca Benedetta Russo, figlia dell’Ufficiale dell’Arma caduto e delle autorità civili e militari.

Il Generale Cataldo, nel suo intervento, ha rimarcato come il sacrificio del Tenenete Russo e  di tutte le vittime di mafia, continua ancora oggi, ad essere di sprone ed esempio per tutti i carabinieri che, quotidianamente, combattono la criminalità organizzata.

«Oggi siamo vicini nel ricordo ai familiari e all’Arma dei Carabinieri – dichiara il presidente del Consiglio, presente alla cerimonia di commemorazione – è un dovere dell’Amministrazione – aggiunge Pio Siragusa – manifestare la propria gratitudine per l’impegno quotidiano degli uomini dell’Arma e mantenere vivo il ricordo di chi ha perso la vita nella lotta alla mafia. L’impegno e la determinazioni di questi uomini devono essere un esempio per ogni cittadino onesto».

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