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Carola Rackete è libera e sarà cittadina onoraria di Palermo

AGRIGENTO – Dopo giorni di attesa è arrivata ieri sera la decisione del gip di Agrigento sulle accuse rivolte a Carola Rackete, la “Capitana” della Sea Watch 3 che nella notte tra sabato e domenica ha forzato il blocco approdando al porto di Lampedusa, tra gli insulti misogini e grotteschi di leghisti e balordi che le auguravano di essere stuprata – insulti che hanno avuto larghissimo seguito sul web. 

Rackete è libera, ha agito per salvare delle vite umane. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini non ha preso bene la notizia e in un video pubblicato su facebook ha comunicato la sua indignazione. Il ministro tenta di fare leva sulla notizia del fantomatico speronamento che avrebbe “rischiato di ammazzare” i finanzieri a bordo della motovedetta, e anche Vittorio Feltri ha cominciato a sparare a zero sulla vicenda.

Esplode la gioia dei tantissimi sostenitori della Capitana, tra cui i partecipanti al corteo che ieri ha marciato a Palermo dal Teatro Massimo fino al porto. “Adesso aspettiamo Carola a Palermo per ritirare la cittadinanza onoraria” ha fatto sapere il primo cittadino Leoluca Orlando, che ieri ha partecipato alla manifestazione.

Ad organizzare il corteo di ieri, a cui hanno partecipato anche Cgil, Ciscl e Uil, sono stati Arci-Legambiente, Acli, ActionAid, Centro Astalli, Comunità di Sant’Egidio, Fondazione Migrantes, Gruppo Abele, Intersos, Medici Senza Frontiere, Refugees Welcome Italia, Rete Studenti Medi, Save the Children Italia, Unione degli studenti e il Centro Pio La Torre. La grande partecipazione di associazioni e di cittadini ha dimostrato il buon senso dei palermitani.

“Sono sollevata dalla decisione del giudice – ha dichiarato Carola -, la considero una grande vittoria di solidarietà verso tutti i migranti e rifugiati e contro la criminalizzazione di chi vuole aiutarli”. La Capitana dovrà di nuovo essere ascoltata dai pm per il fascicolo sul favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

La Sea Watch 3 è stata posta sotto sequestro e scortata a Licata, dove farà compagnia alla Mare Ionio della ong Mediterranea. Ma Sea Watch fa sapere che le operazioni di salvataggio andranno avanti: “Serve una soluzione politica in modo che situazioni del genere non tornino a ripetersi. Siamo molto delusi dal governo tedesco e dall’Europa” ha detto il portavoce di Sea Watch Ruben Neugebauren.

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