MONREALE – Sempre più frequentemente si leggono sui social le lamentele dei cittadini riguardo un fenomeno che negli ultimi anni ha preso piede diventando velocemente una moda: le biciclette elettriche.
Scorrazzano liberamente per le strade, nelle aree pedonali e, soprattutto, all’interno dell’Antivilla, dove per altro sarebbe vietato. E a guidarli sono spesso bambini. Si potrebbe obiettare che, trattandosi legalmente di biciclette, non vi sono vincoli di sorta, ma questa visione è fin troppo semplicistica.
Esiste infatti una contraddizione di fondo riguardo questi nuovi mezzi. Se da un lato è vero che hanno una potenza ridotta e un motore elettrico che non consente loro di raggiungere velocità realmente elevate, è anche vero che l’agilità con cui si muovono li rende a tutti gli effetti paragonabili a dei motorini. Inoltre le bici elettriche non dovrebbero essere provviste di acceleratore, ma il motore si dovrebbe attivare solo come supporto alla pedalata. Se una bici elettrica è dotata di acceleratore che non rende necessario pedalare, è considerata a tutti gli effetti un motorino ed è, pertanto, soggetta a sanzioni.
L’unica differenza allora è che non sono assicurati, possono essere guidati da chiunque – bambini compresi – e possono entrare ovunque. E ancora più pericolosa è la loro presenza in mezzo al traffico cittadino, dove una bicicletta a pedali non potrebbe raggiungere così rapidamente una velocità tale da infilarsi nel traffico e tagliare pericolosamente la strada agli automobilisti e ai pedoni.
A poco sono servite le lamentele dei cittadini che entrando in Antivilla corrono il rischio di essere investiti. Nonostante il pericolo che rappresentano per i pedoni, è ancora più grande il pericolo che queste biciclette rappresentano per gli stessi bambini che le guidano, specialmente in mezzo al traffico – come si vede spesso.