Palermo, 29 maggio 2019 – La prima sezione penale della sezione misure di prevenzione, presieduta da Raffaele Malizia, hanno dichiarato la non pericolosità sociale del dott. Paolo Giambruno, ex presidente dell’ordine dei medici veterinari dell’Asp di Palermo, deceduto lo scorso 3 agosto.
La vicenda ebbe inizio nel 2010, in seguito alla denuncia da parte di un collega dello stesso Giambruno. Era stato lui contestato di aver chiuso un occhio sulle carni infette durante i controlli agli allevamenti e di essere vicino ad alcuni ambienti mafiosi. Le indagini portarono, nel 2015, all’obbligo di soggiorno e al sequestro di diversi beni intestati a Giambruno: yacht di lusso, conti correnti, società, quote delle srl Penta Engineering immobiliare, Unomar, Marina di Carini e Nautimed.
Già ai tempi dei sequestri Paolo Ingrassia, Presidente del sindacato veterinari italiani, aveva espresso la sua sorpresa nel constatare le accuse a carico di Giambruno. Il tempo e il corso della giustizia ha dato le risposte a riguardo, anche se tardi: il dottor Giamabruno, che era stato rimosso dall’incarico subito dopo il terremoto giudiziario, è deceduto lo scorso 3 agosto.
I giudici hanno affermato che “all’ipotesi di pericolosità di Giambruno quale indiziato di appartenere al sodalizio mafioso, appare evidente che, alla luce del materiale probatorio, non vi sia traccia di alcuna condizione, oltre alla spregiudicata inclinazione di Giambruno a intrattenere numerose relazioni imprenditoriali ed economiche, non si registrano particolari contiguità con ambienti mafiosi. Si rammenta che nessuno dei collaboratori di giustizia sentiti ha dichiarato di conoscere Giambruno, men che mai tracce di un possibile contributo all’associazione come tale. Anche sotto questo profilo la proposta si rivela infondata e pertanto va integralmente disattesa”.
Belle cose ,la gente gli viene buttata a terra la dignità e poi magari per il dispiacere si ammala e muore ,si ci accorge che quelle accuse erano infondate .E ora questo errore chi lo paga