Monreale, 7 aprile 2019 – “Giorno 28 una sola possibilità. Non quella di votare per Roberto Gambino, ma per un progetto politico competente, pulito, onesto, libero”.
Metodo di governo, lotta alla rassegnazione, alla disillusione, al vecchio modo di fare politica per costruire il Futuro di Monreale. Questi i temi affrontati nel suo primo comizio, ieri pomeriggio, da Roberto Gambino. Sul palco, assieme al candidato sindaco, gli assessori designati, Rosanna Giannetto, Giuseppe Magnolia, Salvo Campanella, e il portavoce di Monreale Bene Comune, Francesco Macchiarella.
Un discorso contro la rassegnazione e la disillusione di tanti cittadini nei confronti del cambiamento. “Salvo Campanella, che a soli otto mesi dal terribile incidente, si è rimesso a correre, è la dimostrazione che anche da situazioni drammatiche si può emergere”. Lo può fare la comunità, non ci dobbiamo arrendere. E noi stiamo creando le basi per la comunità”.
Gambino ha spiegato nel suo intervento quale sia stato il metodo operativo adottato dalla sua squadra, che si è voluta tenere distante dalle sterili polemiche sulle evidenti inefficienze ed emergenze del paese, alle quali si affidano molti concorrenti cercando di finire sui giornali locali. “Qui sembra che chi grida di più è il politico migliore. Noi abbiamo scelto di essere una squadra, non fatta solo di candidati ma da tutti i cittadini che, in forma associata o meno, vogliono contribuire per la crescita sociale ed economica del paese. Abbiamo un programma articolato. Lo svilupperemo in vari incontri programmati”.
“Non basta promettere, ma bisogna spiegare come si intende procedere, con quale metodo. Il nostro è quello della progettazione, della programmazione e della programmazione partecipata, con tutte le categorie di cittadini, con i soggetti del territorio chiamati a collaborare. Questo è il nostro approccio. Fatto delle tante riunioni, dei tanti gruppi di lavoro. Ci siamo visti ogni settimana per mesi per costruire il programma, pezzo a pezzo, coinvolgendo chi ha voluto ragionare con noi. È la politica della comunità”.
“Il coinvolgimento e la partecipazione di tutte la categorie sociali sarà per noi condizione essenziale per rilanciare la nostra economia e rendere vivo il nostro territorio, partendo dal dialogo con tutte le forze produttive”.
Un riferimento è andato anche al contesto sociale monrealese, “che va risvegliato, bisogna dargli una “timpulata”. Questo paese non merita di essere trattato così, per i suoi cittadini, la sua storia, la sua cultura. Non basta avere solo una targa UNESCO, senza alcun potenziale di sviluppo economico e culturale. “Con la cultura ci si mangia”, si cresce, così come con le scuole che funzionano si creano le basi per un futuro migliore”.
“Per costruire un futuro migliore bisogna ripartire dalla base valorizzando il ruolo delle scuole e delle istituzioni educative perché la Comunità Monrealese non merita di essere trattata come è stata trattata fino ad oggi e il Mosaico e Monreale Bene Comune intendono dare il proprio contributo mettendo a disposizione le proprie professionalità”.
Il candidato ha rimarcato, come ha già più volte dichiarato, la necessità di lasciare i partiti alla Rocca. “In un momento di difficoltà come quello che vive questo paese, le forze sane avrebbero dovuto avere la dignità di prendere e mettere insieme le persone e le energie migliori di questo paese, per avviare un percorso politico al solo servizio della città, per un progetto di rilancio. Non tutti ne sono stati capaci, perché hanno i padroni che li hanno richiamati all’ordine. Noi non abbiamo padroni”.
Il candidato ha inoltre chiarito come il percorso avviato in questi ultimi anni non è esclusivamente finalizzato all’affermazione elettorale: “Anche se dovessimo perdere, vi prometto che continueremo a essere presenti. E faranno i conti con noi anche in futuro”.
Quindi un appello a contrastare la troppa disillusione e il disinteresse diffuso tra i cittadini, stanchi e sfibrati dalle promesse. “Facciamo capire che il 28 c’è una nuova opportunità. Oggi viviamo una stortura della democrazia che porta alla sua morte. Un livello della politica troppo basso, pensato per i candidati e non per la città. Abbiamo invece bisogno di un percorso che parta dai programmi e dalla formazione della nuova classe dirigente”.
“Non è vero che tutto è finito, che nulla può cambiare in questa terra. Qui ci sono persone libere, e faremo in modo che Monreale verrà liberata”.