Palermo, 28 marzo 2019 – I comuni della Sicilia da oggi in avanti potranno contare su un maggiore numero di assessori in giunta, grazie ad una norma approvata ieri pomeriggio in Aula dall’assemblea regionale siciliana. Il provvedimento è contenuto nel ddl n. 377/303 sulle norme in materia di composizione della giunta comunale e di incompatibilità tra la carica di consigliere comunale e la carica di assessore comunale. Relatore del disegno di legge è stato Giorgio Assenza di Diventerà Bellissima.
Il documento aveva dovuto superare l’esame in commissione Affari Istituzionali, prima di giungere in Aula.
Le nuove norme rispondono all’appello delle amministrazioni locali, specie dei piccoli comuni montani e delle isole minori.
Le giunte si modificheranno secondo il seguente schema: nei Comuni fino a 10 mila abitanti, oltre al sindaco, il numero massimo di assessori sarà pari a 4; nei comuni da 10 mila a 30 mila, 5 assessori; da 30 mila a 100 mila, 7 assessori; da 100 mila a 250 mila, 9 assessori; da 250 mila a 500 mila, 10 assessori; per i comuni oltre i 500 mila abitanti, il numero massimo è fissato in 11 assessori.
Saranno comunque i singoli enti locali a stabilirne il numero, entro il perimetro della legge. A Palermo la giunta potrà essere allargata a 11 assessori (oggi 8), a Catania da 8 si potrà arrivare fino a dieci e a Monreale da 5 si potrà passare a 7 assessori in giunta. I comuni dovranno adeguare i propri statuti alle nuove disposizioni entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge approvata.
E’ stato anche modificato il quorum dei votanti per l’elezione del sindaco dei comuni con popolazione fino a 15 mila abitanti, in caso di un solo candidato alla carica di sindaco, ai fini della validità dell’elezione per determinare il quorum dei votanti non sono computati gli elettori iscritti all’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero.
Soddisfatto il Movimento Cinquestelle e in merito alle critiche avanzate sull’aumento della spesa, il vice presidente dell’Ars, il grillino Giancarlo Cancelleri, ha detto che “si tratta di una norma di buon senso che allinea la Sicilia al resto del Paese: finora i sindaci, soprattutto nei piccoli comuni, hanno dovuto tenere per sé deleghe importanti agendo con molta difficoltà“.