Roccamena, 26 settembre 2018 – Dopo alcuni giorni di interruzione della raccolta dei rifiuti, a Roccamena il servizio è ripartito, affidato, in maniera urgente, alla ditta CO.GE.SI srl di San Giuseppe Jato. Su tre ditte invitate a partecipare alla procedura di affidamento diretto, oltre alla COGESI, anche la “F. Mirto srl” e la “Costruzioni & Ambiente srl”, entrambe di San Cipirello.
La COGESI si è aggiudicata l’appalto con un ribasso del 13,10% su un importo di 6.200 €, a fronte del 3% presentato dalla “Costruzioni & Ambiente srl”. Il servizio di raccolta differenziata porta a porta dell’umido e del secco multi materiale, avverrà per 15 giorni, con 4 interventi settimanali.
La delibera è stata firmata il 24 settembre dal sindaco Tommaso Ciaccio, dopo avere sollevato dall’incarico di responsabile del servizio ecologia l’ing. Salvatore Fiorentino, avere unificato i servizi “Ambiente – Ecologia – Protezione Civile”, ed essersi autonomamente nominato a capo dell’intera area tecnica con propria determinazione sindacale.
Il sindaco ci ha spiegato la legittimità e l’opportunità delle sue scelte, nettamente in contrasto con quelle che erano state assunte dal precedente dirigente, che non aveva proceduto all’affidamento del servizio. “Grazie alla gara, espletata per soli 15 giorni, abbiamo risparmiato il 13,1% del costo del servizio. Adesso stiamo approntando la gara valida fino a fine anno, ci aspettiamo un risparmio ancora maggiore. Ma già questo è un risultato nettamente superiore a quello dichiarato dall’ing. Fiorentini, che sosteneva che ci sarebbe stato con la gara un ribasso non superiore al 5%” (per non andare incontro a profili di illegittimità riconducibili a infiltrazioni mafiose, ndr).
La recente sospensione dall’incarico dell’ing. Fiorentino, e al conseguente autonomina a capo dell’ufficio dello stesso sindaco aveva sollevato alcuni dubbi di legittimità. Il regolamento comunale prevede l’approvazione dell’atto di nomina da parte di tutta la giunta, e un titolo di studio di laurea tecnica.
“Più volte ho ricoperto questo incarico – risponde Ciaccio -, la legge prevede che in un comune con meno di 3.000 abitanti il capo dell’ufficio tecnico possa essere anche un amministrativo, e nonostante diversi esposti ricevuti, non sono mai stato rimosso. Non è neanche previsto un titolo di studio. Altri sindaci svolgono lo stesso ruolo, pur non essendo né architetti né ingegneri”.
Su questi aspetti ritorna l’ingegnere Fiorentino: “Ritengo che questa nomina non sia valida, ho sollevato un vizio di competenza all’assessorato enti locali. Mi auguro che facciano un’ispezione. Ho presentato al sindaco formale richiesta di essere reintegrato nelle mie funzioni. Spetterà all’assessorato dirimere questa controversia”.
Sulla legittimità dell’incarico assunto dal sindaco, Fiorentino ritiene che non si possa derogare dalla norma, ma applicare quanto c’è scritto. “Nè si può assumere quanto fatto in altri comuni come una deroga alla normativa. Di certo è che questa nomina viola il regolamento comunale. Così come ritengo necessario un adeguato titolo di studio per svolgere un determinato incarico, altrimenti si potrebbero avallare atti senza possedere adeguate competenze, mettendo a rischio la sicurezza e l’incolumità pubblica”.
Ma l’aspetto che più preme sottolineare all’ex responsabile del servizio attiene la regolarità dell’affidamento. “La procedura non tiene conto del codice dei contratti. Del costo previsto per l’affidamento del servizio, circa il 70% riguarda il personale e la sicurezza, e non può essere soggetto a ribasso, che si applica invece solo sulla parte terminale, circa del 30%. È obbligatorio determinare il costo della manodopera in base a tabelle ministeriali.
Per questo non si può ottenere una grande economia su questi appalti. Ribassi superiore alla cosiddetta “soglia di anomalia”, intorno al 10%, impongono all’amministrazione di fare una serie di controlli. Alcuni comuni non lo fanno.
Ad esempio l’operatore è chiamato a dimostrare come ritiene possibile applicare una particolare offerta, dato il costo del carburante e le ore di servizio, il costo della manodopera, elementi noti, e dato l’utile di impresa. Se le risposte non sono convincenti escludiamo il concorrente”.
“Questo – prosegue Fiorentino – è un settore che non prevede grandi margini di manovra, come può avvenire invece nell’edilizia dove si registrano ribassi del 30% o 40%”.
“Ci sono poi altri campanelli di allarme che ci portano ad escludere le ditte, e lo abbiamo fatto in passato, ad esempio sulla qualità dei mezzi che non risultano idonei”.
Sulla determina si legge che la “COGESI” è una ditta inserita nella White List della Prefettura di Palermo dal 26.02.2018 al 26.02.2019.
“È una condizione insufficiente – spiega Fiorentino – a fornire garanzie di assenza di infiltrazioni mafiose.
Nella relazione del 19/7/2016, la commissione di indagine parlamentare ha dichiarato che le White List non sono affidabili perché le prefetture non sono in grado di fare adeguati controlli”. Ed ancora, “la stazione appaltante, in base ai protocolli di legalità Dalla Chiesa e Vigna, deve segnalare alle autorità giudiziarie, quegli elementi che inducono a sospettare che il titolare dell’impresa è un prestanome, situazione che abbiamo avuto già in passato, oppure che esista un collegamento sostanziale tra le imprese che si presentano alla gara, come nel caso di imprese che appartengono ad un unico centro decisionale, così da presentare un’offerta concordata”.