Monreale, 13 gennaio 2018 – “L’adesione del Comune di Monreale alle norme che consentono una rimodulazione del Piano di riequilibrio finanziario (meglio noto come “Salva Napoli”), lungi dall’allontanare dalla città lo spettro del dissesto, rischia di farla precipitare nel caos totale”.
Il Consigliere Marco Intravaia non ha partecipato ai lavori del Consiglio comunale (“a causa di appuntamenti istituzionali che mi vedono impegnato accanto al presidente della Regione, Nello Musumeci”, spiega) ma conferma che avrebbe espresso il suo voto contrario alla delibera, “confortato nella sua posizione dalle parole del capo della burocrazia comunale, il segretario, Domenica Ficano, che si è detta scettica sulla possibilità di rimodulare il Piano nell’arco di 45 giorni, anche in caso di riscontro positivo dal parte della Corte dei Conti e del ministero dell’Interno”.
“Sebbene non determinante – ha chiarito Intravaia – avrei voluto esprimere il mio dissenso a questa iniziativa che nulla otterrà se non, nella migliore delle ipotesi, il procrastinare la dichiarazione di dissesto appena di qualche mese, poiché non è pensabile, salvo gridare al miracolo, che la situazione finanziaria del comune possa essere risolta in così poco tempo. Nella peggiore delle ipotesi, invece, potrebbe fare fuori in un sol colpo il Consiglio comunale, lasciando a Capizzi e alla sua giunta dimezzata le chiavi della città. Perché, non dimentichiamolo, il sindaco Piero Capizzi è senza il plenum della sua Giunta, cioè non è in grado di gestire l’ordinario, figuriamoci di assumersi una tale responsabilità di fronte alla città. Lo stesso segretario comunale Ficano ha chiarito che gli uffici non sono nella condizione di riformulare il Piano in un termine così perentorio di 45 giorni. Quindi delle due l’una: o è una manovra per prendere tempo o una strategia del sindaco per restare con le mani libere fino alla fine del mandato”.
A Intravaia fa eco Massimiliano Lo Biondo, candidato sindaco alle prossime amministrative con la sua lista #OLTRE: “Il Sindaco ha ottenuto, dal consiglio, il voto a favore della sua proposta di aderire a un nuovo piano di riequilibrio, senza tuttavia avere una giunta e un sostegno chiaro in consiglio comunale. Approvato in seconda convocazione, con i voti di Alternativa Civica, Monreale al Centro (ex PD) e un consigliere del PD. Con la restante parte del PD che si è astenuta e la parte critica di Alternativa Civica che si è incredibilmente adeguata.
Sarà mica che il PD si prepara a una nuova frammentazione in vista delle prossime amministrative? Paradosso è che oggi sembra sganciarsi, il PD, da un progetto e da un sindaco che lui stesso ha voluto, facendo primarie, secondarie ed elezioni. Ora invece sembra essersene dimenticato”.
Oltre all’aspetto politico Lo Biondo pone una questione amministrativa: “Il sindaco, come previsto, non ha chiarito, alla città e al consiglio, le ragioni delle ripetute bacchettate della Corte dei Conti, le ragioni della dichiarazione di dissesto rispetto alle integrazioni prodotte dal Sindaco e le ragioni della bocciatura del ricorso, nonostante le nuove motivazioni dello stesso.
E di fronte all’individualità della proposta del Sindaco, poiché privo di una sua giunta, soltanto il segretario generale, in consiglio, ha sostenuto quella proposta, salvo poi concludere che non si sente responsabile della dichiarazione di dissesto.
E così è toccato al capogruppo di Alternativa Civica, con un’osservazione davvero condivisibile, evidenziare che quell’intervento avrebbe dovuto farlo l’assessore al bilancio, ovvero il Sindaco! Dov’è finita la politica?
Per Giuseppe La Corte (Credici Monreale) quello di ieri è “l’ultimo atto importante che l’amministrazione potrà chiedere al consiglio comunale di votare, ma troppe sono le criticità evidenziate nella delibera ed anche nei confronti del sindaco e del suo staff”.
“Troppe volte l’opposizione, con interventi opportuni e concreti (ad es. sulle criticità evidenziate dal consigliere Romanotto in sede di bilancio 2015, non ascoltate dall’amministrazione ma poi confermate dalla Corte dei Conti), non è stata ascoltata e anche denigrata. Il sindaco non può chiedere all’opposizione di prendere in seria considerazione di votare questo atto che pur appare opportuno dal punto di vista politico. Tecnicamente è impossibile che in pochissimi giorni si possa provvedere alla rimodulazione del piano di riequilibrio, come ha affermato lo stesso segretario generale”.