Palermo, 3 novembre 2017 – Un omicidio di mafia in piena regola, i suoi esecutori materiali vengono scoperti grazia alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo hanno eseguito un provvedimento restrittivo emesso dal Tribunale – Ufficio GIP di Palermo su richiesta della Procura distrettuale di Palermo, nei confronti dei due esponenti mafiosi Vincenzo Pipitone, nato a Torretta il 5 febbraio 1956 e Gaspare Di Maggio, nato a Cinisi il 29 marzo 1961. I due sono ritenuti responsabili dell’omicidio di Felice Orlando, ucciso il 17 novembre del 1999, all’interno della propria macelleria ubicata nel quartiere Zen di Palermo.
Le recenti dichiarazioni del nuovo collaboratore di giustizia Antonino Pipitone, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Carini, e quelle dell’altro collaboratore Gaspare Pulizzi, che, correlate a riscontri eseguiti dagli investigatori, hanno consentito di ricostruire il delitto e determinare i ruoli ricoperti dai destinatari del provvedimento restrittivo. In particolare la decisione di uccidere Orlando era stata adottata dal reggente dell’epoca del mandamento mafioso di Palermo San Lorenzo, Salvatore Lo Piccolo, e dal figlio Sandro, entrambi già condannati, in primo grado, alla pena dell’ergastolo.
Orlando venne ucciso perchè aveva utilizzato nei loro confronti espressioni dispregiative, come venne riscontrato da diverse intercettazioni. La vittima aveva inoltre manifestato l’intenzione di assumere un ruolo apicale nelle dinamiche mafiose del quartiere Zen di Palermo, rendendosi protagonista di relative condotte mai autorizzate dai vertici mafiosi di riferimento.
I Lo Piccolo ordinarono a Vincenzo Pipitone, all’epoca reggente della famiglia mafiosa di Carini, ed a Angelo Conigliaro (poi deceduto), i quali individuavano i materiali esecutori in Antonino Pipitone e Gaspare Pulizzi (attuali collaboratori di giustizia), Gaspare Di Maggio e Ferdinando Gallina, attualmente detenuto negli USA.