Monreale, 22 ottobre 2017 – Degrado, incuria, indifferenza, silenzio, mancanza di controlli adeguati, carenza di addetti alla custodia e alla pulizia, atti di vandalismo da parte di gruppi di ragazzini che non si limitano a qualche birichinata ma vanno oltre, arrivando addirittura ad usare violenza fisica ed epiteti irripetibili nei confronti dei custodi ed anche di chi prova a redarguirli.
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Questa è la radiografia attuale, di una delle patologie che affliggono l’antivilla e il Belvedere Comunale, l’unica area ludico ricreativa e di verde pubblico a servizio di quei piccoli e grandi cittadini che vivono in una città dove sorge un monumento dichiarato “Patrimonio dell’Umanità”, meta di tanti turisti.
Bene, visto che si parla di UNESCO il nostro percorso “Arabo Normanno” lo facciamo partendo dall’antivilla. Osservate sulla sinistra l’area giochi, scivoli che alla fine vedono sporgere parti di cemento dal suolo, faretti senza protezione che spuntano dal prato inesistente, erbacce e giostre rotte e quindi pericolose, che non si pensa né di riparare o se non addirittura dismettere. I bimbi non conoscono pericoli e per loro una giostra rotta può sempre essere uno strumento di gioco.
Proseguendo la nostra passeggiata ci avviamo verso il belvedere, un tempo chiamato “giardino delle delizie”.
Mi dispiace debbo deludervi, la villa è chiusa. Da circa un mese, a causa della mancanza, per le dovute ferie, di uno dei 3 custodi che aprono e chiudono la villa, gli orari di fruizione sono stati sconvolti.
In alcuni, non meglio identificati giorni, perché nulla è stato comunicato ai cittadini, la villa resta totalmente chiusa, in altri giorni gli orari sono stati dimezzati. Tutto questo fino a quando il 3° dei custodi rientrerà dalle ferie.
Ma due righe di comunicato stampa non si potevano scrivere? Ma non sarebbe il caso di mettere un cartello all’ingresso che indichi gli orari di fruizione ed eventualmente variarlo in caso di mancanza di personale o di un’altra giusta motivazione?
Mi dispiace davvero non potervi farvi godere della vista del “giardino delle delizie”.
Peccato, avrei voluto farvi affacciare sulla Conca d’Oro, ma impossibile, la zona è recintata a causa di un muro crollato nel marzo del 2012.
Peccato, avrei potuto farvi fotografare una vetrata rotta e incerottata con delle pedane in legno.
Peccato, avrei potuto farvi vedere dei ficus magnolie piantumati nell’ ‘800 e che a causa delle loro lunghe radici hanno incolpevolmente, ma naturalmente, causato il crollo e da un po’ stanno soffrendo.
Si, i ficus, due splendidi esemplari di Ficus Magnolie di cui uno in particolare ha bisogno di una consulenza e di un conseguenziale intervento visto che le radici che hanno causato il crollo prendono aria, luce e nessun nutrimento.
Peccato, potevo farvi fare un selfie davanti una “vasca” senza zampillo e senza acqua, ma spesso ricettacolo di zanzare e foglie morte.
Peccato, ecco cosa vi siete persi, ecco cosa stiamo perdendo. Viviamo in una città che dimostriamo di non amare, per questo credo che forse è stato un bene trovare la villa chiusa, perché, credetemi, stringe il cuore a vedere tutto ciò.
E’ davvero inconcepibile e deplorevole il comportamento delle amministrazioni comunali che si sono susseguite negli ultimi decenni nei confronti di questi spazi, che dovrebbero essere mantenuti perfettamente, curando l’aspetto architettonico, botanico e topiario per offrire ai cittadini e ai tanti turisti che accorrono a visitare il sito UNESCO un luogo di relax e di incontro.
Sono lontanissimi i tempi in cui l’acqua, che sgorgava dalle bocche dei mascheroni fissati al muro e scrosciava sul fondo della vasca, dissetava i ragazzini che scorrazzavano nell’antivilla, intorno alla vasca modellata secondo gli stilemi barocchi ( che fine ha fatto? sarà possibile ritrovarla in qualche giardino privato?); persi nella memoria i vialetti curati (abbastanza curati) e l’altra vasca al centro della villa, sorvegliata dal “signore con i baffi” (non quello della caffettiera!) , pronto a richiamare i ragazzini un po’ troppo irrequieti. E il bar? Era lì, pronto a soddisfare i desideri dei visitatori colti dalla calura estiva. E, in fondo alla villa, gli angoli appartati che accoglievano i primi amori nati nelle aule del liceo o nelle “vasche” del corso che in villa avevano il punto di arrivo.
Perché Monreale non riesce /non vuole essere una città civile e accogliente? Quali interessi si celano dietro questo assoluto abbandono?