Monreale, 4 ottobre 2017 – Il dibattito che ha seguito nel tardo pomeriggio di ieri la relazione del consigliere comunale Giuseppe Guzzo (FI), Presidente della Commissione d’inchiesta sulla chiusura della scuola materna di via polizza a Pioppo, ha delineato un comune denominatore tra i presenti. La scuola non andava chiusa.
Alla lunga relazione del Presidente Guzzo sono però seguiti in aula interventi di diverso tenore, che hanno messo in discussione l’impalcatura della stessa relazione. Il consigliere Giuseppe La Corte (Credici Monreale) ha lamentato la carenza di contenuti: “Mi aspettavo che uscisse fuori qualcosa di eclatante. Ed invece la relazione presenta notevoli carenze che non la rendono adeguata a fare chiarezza sulla vicenda, ma solo a gettare discredito sulle scelte politiche della precedente amministrazione comunale. Non si capisce infatti come non sia stato invitato a relazione l’ex sindaco Di Matteo, che avrebbe potuto chiarire vari aspetti politici sulla questione”. La Corte ha sottolineato come dalla relazione manchino documenti importanti e non sia stata fatta luce sulla congruità o meno del canone dei locali privati presi in affitto, 60.000 € annui.
Nella relazione di Guzzo si afferma che per 22 mesi è stato pagato il canone a vuoto. “In commissione c’è chi sapeva che era stata emessa una nota dall’ex sindaco Di Matteo (La Corte era assessore, ndr) per attivare le procedure di estinzione anticipata del contratto di locazione. Scrivemmo anche al preside dell’intenzione di chiudere i locali. Ma il dirigente aveva risposto che dato che si stavano iniziando i lavori al Benedetto D’Acquisto, quei locali servivano per garantire la continuità scolastica ai ragazzi”.
“Mi sento deluso dalla relazione – ha concluso La Corte – credevo si sarebbe avuta una panoramica completa degli eventi, invece assistiamo a mezze verità “.
Il consigliere ha sollevato una questione inerente la convocazione di un consiglio di frazione, tenutosi a Pioppo nel 2006, quando venne discussa e approvata all’unanimità la possibilità di prendere in affitto i locali privati, per spostarvi le attività della scuola materna. “Alla seduta era presente, guarda caso, il proprietario dell’immobile, e alcuni dei presenti che oggi criticano la chiusura della scuola e accusano la politica di gravi inadempienze”.
Un aspetto ripreso successivamente da Giuseppe Romanotto (Credici Monreale) e Fabio Costantini (M5S). Quest’ultimo, componente della commissione d’inchiesta e in aperto contrasto con il presidente Guzzo, ha evidenziato come la proposta non fu solo approvata in quella sede, ma ebbe anche l’appoggio di membri del Comitato (Stefano Lo Coco ndr) che “forse, in quella circostanza, avevano condotto dei ragionamenti differenti da quelli maturati poi nel corso del tempo. Mi sia consentito rilevare come appaia insolito che un privato offra in locazione il proprio immobile ad un’amministrazione che non sa ancora di averne bisogno e che non abbia mai palesato, almeno fino a quel momento, tale necessità”.
Al fine di dare la possibilità al Comitato Pioppo Comune di esprimere le proprie ragioni su questa circostanza, il Presidente del consiglio comunale, Giuseppe Di Verde, chiudendo per pochi minuti i lavori del consiglio comunale, ha dato in seguito la possibilità ad un esponente del comitato, Antonio Carlotta, di intervenire.
Carlotta ha evidenziato come in quegli anni si siano susseguiti vari incontri, e come siano venuti a mancare diversi documenti. Per Carlotta la vera anomalia risiederebbe nella chiusura disposta dall’amministrazione Di Matteo (2009-2014) che si sarebbe avvalsa della relazione del 2006, relativa alle criticità dell’immobile, quando nel 2008 sarebbero stati fatti invece i lavori di ristrutturazione.
“Nel 2006, – prosegue Costantini – al bando di reperimento di locali da adibire a scuola, senza per altro specificare se ci si riferisse a locali idonei ad una scuola dell’infanzia o ad una scuola primaria, l’amministrazione riceve un’unica offerta.
Dalle risultanze parrebbe che non vi fosse effettivo riscontro tra le risultanze catastali dell’immobile offerto in locazione e la richiesta specifica dei locali contenuta nel bando oggetto di pubblicazione (nel bando veniva richiesta una disponibilità di locali non inferiore a 6 e non superiore a 9), ma dalle risultanze catastali pare che l’immobile, poi locato, avesse una disponibilità di 3-4 aule.
I certificati storici di destinazione d’uso, espressamente richiesti dal sottoscritto, non sono stati prodotti dagli uffici. Dagli stessi si sarebbero potuti verificare i requisiti in possesso dell’offerente e la conformità dei locali alle normative prescritte per la sicurezza.
Avremmo infatti voluto verificare che l’alternativa dei locali privati non fosse avvenuta con requisiti di sicurezza magari inferiori a quelli che si paventavano per la scuola di via Polizzi.
Non vorremmo anche che la richiesta di un elevato numero di locali, non disponibile sul territorio, abbia prodotto l’effetto di scoraggiare la presentazione di altri offerenti conducendo alla situazione effettivamente verificatasi della presentazione di pochissime offerte, se non addirittura di una sola.
Con determinazione dirigenziale n.62 del 15/02/2007 si è disposta la locazione di tale immobile e poi, con determinazione dirigenziale n.77 del 25/09/2007 si è disposto di procedere alla locazione per il periodo 27/01/2007 – 27/01/2013.
Da notizie ufficiose sembra che l’immobile non fosse originariamente dotato della corretta e necessaria destinazione d’uso, infatti dal verbale di consegna dei locali, sottoscritto il 27/01/2007, è specificato che il contratto di affitto avrà decorrenza dalla data del rilascio del certificato di agibilità da parte del Comune di Monreale.
Dai racconti ascoltati sembra che l’ingresso dell’utenza scolastica nei locali possa esser avvenuto prima che si conseguissero i titoli di idoneità richiesti supponendo che si possa esser verificata un’occupazione sine titulo, poiché il contratto di locazione è stato poi effettivamente sottoscritto solo il 14/05/2008 con l’onere conosciuto ai più di euro 66.000 annui.
Appare una coincidenza degna di nota che il proprietario dei locali risulti essere cognato di un Assessore della giunta pro tempore, non si è potuta stabilire la rilevanza o meno di questo legame che potrebbe esser stato dettato anche da mera fatalità.
Chiederò agli organi inquirenti della Procura della Repubblica di verificare che le giunte municipali non abbiano subito condizionamento alcuno, in considerazioni di fattori casuali che possono essersi verificati, non tralasciando anche i tempi nei quali si sono verificate alcune situazioni fino anche a verificare le campagne elettorali del tempo, anche non cittadine. È importante verificare e fugare ogni dubbio sulla possibilità che vi possano esser stati condizionamenti o forme di scambio che possano aver influito sulle scelte dell’amministrazione”.
“L’immobile relativo alla scuola materna di via Polizzi non doveva essere chiuso – conclude Costantini -. Attraverso delle semplici prove di carico (i cui costi sarebbero stati contenuti nell’ordine di poche migliaia di euro), si sarebbe potuti giungere alle conclusioni cui sono convenuti diversi tecnici del comune (insieme ad altri tecnici esterni), anche se non tutti. Le risorse “attratte” dai locali privati, avrebbero senz’altro consentito di conservare al meglio la struttura di Via Polizzi, valorizzandola, riqualificandola e restituendola alla popolazione di Pioppo”.