Lo scorso anno il costo del trasporto scolastico extraurbano per circa 440 studenti, che da Altofonte si recavano a Palermo o in altri comuni vicini per continuare gli studi superiori, ha raggiunto la cifra di circa 223.000 euro.
Il bilancio 2016 approvato durante l’amministrazione Di Matteo aveva previsto l’intera somma, appostando nel pluriennale per il 2017 e per il 2018 la previsione di 180.000 euro. Tale previsione nel bilancio pluriennale dell’ente ha permesso di garantire gli abbonamenti agli studenti fino allo scorso mese di maggio.
l bilancio adottato dalla giunta De Luca, per quanto è possibile capire dalle dichiarazioni ufficiali, riduce tale cifra per l’anno in corso a quanto già speso per i primi 5 mesi dell’anno e pensa di garantire per gli ultimi 3 mesi del 2017 solo un rimborso di 30.000 euro con delle modalità molto discutibili e sulle quali è stato detto tanto; anch’io, alla fine di questo articolo, tornerò sull’argomento.
La cosa più grave, però, è stata quella di avere azzerato tale previsione nel bilancio pluriennale 2018-2019, sostituendola interamente con una somma, oltretutto ridotta drasticamente (si parla di un taglio di circa l’85% e quindi di una somma di circa 30.000 euro), appostata interamente come contributo piuttosto che come acquisto abbonamenti; questo significherà scordarsi, almeno fino all’approvazione del bilancio del prossimo anno (2018), gli abbonamenti gratuiti per gli studenti come previsto dalla legge regionale sul diritto allo studio (art.9 della L.R. n.14/2002).
Ma veniamo all’anno in corso: se ipotizziamo che il costo annuale per gli abbonamenti per l’anno corrente si attesti sulla stessa cifra dello scorso anno (223.000 euro), di fatto sappiamo che i 5 ottavi della stessa (i primi 5 mesi dell’anno sul totale di 8 mesi scolastici) non può che essere già prevista nel bilancio 2017 perché già spesa, mentre occorre trovare la restante cifra; ma ormai non più per 3 mesi, in quanto ottobre sarà di fatto a carico dei genitori (non essendoci i tempi tecnici per l’acquisto degli abbonamenti da parte del Comune), ma per soli 2 mesi (novembre e dicembre). Questi 2 ottavi di 223.000 euro ammontano a 55.750 euro [(223.000 : 8) x 2 = 55.750 euro], che potrebbero ridursi leggermente con un accordo con l’AST, visto che i giorni di scuola nel mese di dicembre sono in numero minore.
Ma anche considerando 55.750 euro, di fatto la somma che occorrerebbe reperire per garantire a tutti gli studenti l’abbonamento gratuito sarebbe soltanto di 25.750 euro, in quanto i rimanenti 30.000 euro dovrebbero essere già previsti in bilancio sotto forma di contributi ed occorrerebbe soltanto spostarli, con un emendamento in fase di approvazione, alla voce acquisto abbonamenti scolastici.
Fare una manovra di 25.750 euro, in un bilancio di oltre 6 milioni di euro, non è una cosa impossibile, ma richiede scelte consapevoli ed un lavoro certosino di ricognizione di tutti i capitoli per reperire possibili economie da spostare, anch’esse con un emendamento al bilancio in fase di approvazione; senza disdegnare l’ipotesi (anzi!) di una intensificazione della lotta all’evasione fiscale che possa portare al reperimento di buona parte della somma necessaria (se non tutta), da iscrivere (con prudenza e certezza) nel bilancio corrente come ulteriore entrata.
Tra l’altro continuare un’azione di recupero dell’evasione fiscale è oltremodo necessario per ridurre quelle somme di dubbia esigibilità che creano non pochi problemi al bilancio dell’ente e può aiutare (assieme ad altre scelte amministrative da fare) a sistemare anche le previsioni del bilancio pluriennale 2018-2019.
Amministrare significa fare scelte assumendosi delle responsabilità e, in una situazione di riduzione delle risorse (che per la verità è già avvenuta negli scorsi anni, mentre per l’anno in corso si è stabilizzata), significa ancora di più farle evitando di creare danni alla comunità ed alle famiglie.
Quello a cui abbiamo assistito è stata una scelta miope, perché il taglio degli abbonamenti si tradurrà in una ulteriore riduzione dei trasferimenti regionali che comprendono anche il rimborso di queste somme, ma soprattutto lede un diritto di tutti i giovani a poter continuare gli studi superiori a prescindere dalla situazione economica delle famiglie.
Oggi molte famiglie hanno già notevoli difficoltà economiche e queste ulteriori spese, che ammontano in un anno scolastico a quasi 500 euro a studente, sono una batosta grossissima; l’aver previsto con il regolamento di dare un contributo minimo e l’aver legato questo stesso alla regolarità nel pagamento dei tributi è (oltre che incostituzionale e non conforme a quanto previsto dall’art.9 della legge regionale n.14 del 2002) di una illogicità unica perché non garantisce né maggiori entrate per poter usufruire del contributo, né il diritto allo studio proprio per quelle fasce più deboli della popolazione. Che colpa ha un giovane se la propria famiglia non è a posto con il pagamento dei tributi? Come si possono eliminare quegli ostacoli di carattere economico e sociale per garantirgli il diritto allo studio? Davvero si pensa di tornare ai tempi in cui studiavano soltanto coloro che avevano alle spalle una famiglia benestante? Tutto questo è molto ingiusto e non può essere sottovalutato!
L’amministrazione De Luca, invece, ha sottovalutato tutto ciò, e quando si è accorta del danno non ha cercato di porre rimedio immediatamente, ma si è arroccata in questa scelta cercando in tutti i modi di giustificarla, arrivando persino a paventare, in caso di mantenimento degli abbonamenti gratuiti, danni al bilancio e necessità di innalzare altri tributi. Ha fatto quello che da sempre fanno le politiche di destra e conservatrici che cercano di dividere e contrapporre i diversi interessi sociali delle fasce più deboli della popolazione per ridurre i diritti.
Ma, come ho dimostrato all’inizio, è ancora possibile, se si vuole, cancellare questa scelta ingiusta e frettolosa!
Per fare ciò il primo passo consiste nella revoca del regolamento approvato con Deliberazione del Consiglio comunale n.49 del 28 agosto 2017, perché senza questo passo un emendamento che trovi le risorse da spostare alla voce abbonamenti scolastici avrebbe il parere negativo degli uffici, in quanto quel regolamento rappresenta un atto di indirizzo e di regolazione della materia, a cui gli uffici stessi devono attenersi.
Tolto questo macigno si possono apportare le modifiche al bilancio di previsione in fase di approvazione, senza essere bloccati dal parere negativo e senza chissà quali problemi al bilancio stesso, come ho già detto prima.
Tutto ciò necessità un serio ripensamento da parte dell’amministrazione comunale che deve fare, assieme alla sua maggioranza, il lavoro di dettaglio e le scelte che le competono. La minoranza in Consiglio comunale, d’altronde, ha già dichiarato di voler revocare il regolamento approvato e di voler ripristinare il diritto allo studio leso dallo stesso, in ciò concordando con “Altofonte Bene Comune” e con il comitato dei genitori e degli studenti sorto spontaneamente per sollecitare questa modifica.
La successiva azione amministrativa non può fermarsi solo a questo. Occorre continuare a chiedere, anche attraverso l’ANCI, di avere rimborsate al cento per cento le somme spese dal Comune per gli abbonamenti scolastici, così come prevede la legge. Occorre soprattutto, ora che la Città Metropolitana dovrebbe cominciare a fare i primi passi, chiedere che Altofonte rientri in un nuovo assetto della mobilità pubblica, apportando le opportune modifiche alle concessioni ed alle linee, ma, soprattutto, creando una sinergia tra le diverse modalità di trasporto che consenta a tutti i cittadini di Altofonte di potersi spostare da e verso la città senza utilizzare a tutti i costi i mezzi privati, ma potendo usufruire di un sistema di trasporto pubblico efficiente!
Ho sentito la necessità di scrivere queste righe sia per l’importanza della questione, ma anche per le numerose inesattezze che sono state dette in questi ultimi tempi, chiamando in causa responsabilità non meglio precisate della passata amministrazione, della quale facevo parte come vicesindaco con delega alla P.I. ed ai trasporti pubblici. Io stesso sono stato tacciato di dire falsità per aver ripetuto in un’assemblea pubblica queste stesse cose che sono ampiamente documentate.
Spero vivamente che si voglia trovare (da parte di tutti) una soluzione a questo problema che incide sul futuro dei nostri giovani e della nostra comunità, perché non può lasciare indifferenti il fatto che oggi, nel 2017, ci siano ancora famiglie che hanno difficoltà a far proseguire gli studi ai propri figli. La nostra Costituzione riconosce il diritto allo studio anche a coloro che sono privi di mezzi e le leggi statali e regionali hanno specificato tale diritto in diverse forme; tra queste l’art.9 della Legge Regionale n.14 del 2002 dice chiaramente, al comma 1, che “La Regione siciliana garantisce attraverso i comuni il trasporto gratuito agli alunni della scuola dell’obbligo e delle scuole medie superiori che si recano presso altro comune per frequentare scuole pubbliche statali o paritarie qualora non esista nel comune di residenza la corrispondente scuola pubblica.”
Quindi si parla di un diritto, non di una possibilità! Occorre ricordare, inoltre, che per gli studenti fino a 16 anni è un obbligo la frequenza e tutte le famiglie devono essere messe nelle condizioni di poter rispettare ciò.
I tempi sono molto stretti! C’è già una richiesta di convocazione straordinaria e urgente del Consiglio comunale (che porta la data dello scorso 21 settembre!) per affrontare nuovamente la questione, a partire dalla revoca del regolamento. È pur vero che ciò si poteva far prima, ma si colga questa occasione e si faccia subito!
Come ho suggerito già nel corso dell’assemblea del 14 settembre scorso al comitato dei genitori e degli studenti (sorto spontaneamente per affrontare la questione), l’alternativa è quella di richiedere subito la convocazione di un referendum propositivo per ottenere quanto già illustrato in questo articolo, qualora l’amministrazione continui a non voler ascoltare; sottolineo PROPOSITIVO e non ABROGATIVO, perché la proposta c’è ed è chiara e percorribile! Anche se la ricerca di una soluzione non dovrebbe essere neanche compito dei cittadini, ma onere di chi amministra, avendo avuto mandato dagli elettori proprio perché ritenuto all’altezza di risolvere i problemi!
Ci sono ancora i tempi tecnici per raccogliere le circa 900 firme necessarie per poter convocare la consultazione referendaria per il prossimo 5 novembre, in occasione delle elezioni regionali, non gravando, così, con ulteriori spese, sulle casse comunali.
Confido ancora, però, nel buon senso dei nostri amministratori al fine di raggiungere comunque e nel modo più veloce possibile il medesimo obiettivo: continuare a garantire a tutti gli studenti il trasporto scolastico extraurbano gratuito.