Monreale, 27 marzo 2017 – Da mesi chiedono all’amministrazione comunale che sia prevista la loro assunzione nel bando di gara rivolto alle società che di volta in volta si aggiudicano il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti per il conto del comune di Monreale. Questa mattina, con la sentenza d’appello in mano, i 28 ex dipendenti della Tech, si sono presentati nel palazzo di città chiedendo un incontro al primo cittadino. Non se ne andranno finché non verranno ricevuti per discutere definitivamente la questione.
I 28 lavoratori hanno potuto incontrare il vicesindaco, Giuseppe Cangemi, al quale hanno presentato tutte le loro rimostranze, imputando l’origine del loro calvario al comune, che, come hanno dichiarato, non avrebbe inserito nel bando di gara la clausola di salvaguardia nei loro confronti, ma soltanto quella a favore dei lavoratori ex ATO.
“Cone hanno diritto loro abbiamo diritto anche noi”, hanno più volte dichiarato al vicesindaco Cangemi, che ha accettato il confronto. “Abbiamo una sentenza che conferma la correttezza delle nostre richieste. Il comune deve ottemperare”.
Nella sentenza sbandierata il giudice Marino conferma che i dipendenti avrebbero avuto diritto all’assunzione presso la Ecogestioni srl, subentrata alla Tech srl nella fornitura del servizio per il comune di Monreale. Secondo lo stesso principio, i 28 pretendono l’assunzione presso la Mirto di San Cipirello, subentrata alla Ecogestioni. Quest’ultima avevo fato appello alla prima sentenza, ma il principio dell’assunzione non era stato scardinato, limitandosi la Corte d’Appello a limitare il risarcimento nei confronti dei singoli dipendenti a 5.000 €.
La risposta del vicesindaco Cangemi è stata chiara: “La sentenza non coinvolge il comune ma riguarda un rapporto tra ditte private. A noi non è stato notificato nulla. C’è una normativa regionale alla quale dobbiamo attenerci, e che è stata esplicata tramite apposite circolari esplicative della SRR Palermo Ovest. Il comune ha l’obbligo di inserire la clausola di salvaguardia che prevede il reimpiego e l’assunzione nei confronti degli operatori ex ATO, qualsiasi sia la forma adottata per la fornitura del servizio. Ed è quello che è stato fatto”.
I manifestanti ritengono invece che il comune abbia l’obbligo di inserire anche l’art. 6 del CCNL FISE all’interno del bando di gara. Hanno così deciso di proseguire con il sit-in all’interno del palazzo di città in attesa di incontrare il sindaco.