Monreale, 13 luglio – Blocchi di case a schiera, grandi spazi verdi, campo di calcio e bocce, scuola, ex Centro per diversamente abili questa più o meno è la realtà che si presenta all’interno del Fondo Pasqualino – frazione di Aquino; una periferia non troppo lontana dal centro del comune di Monreale. La qualità architettonica è gradevole, ma gli impianti urbani sono rigidi e poco funzionali, inoltre gli spazi verdi fanno di questi insediamenti uno dei punti di debolezza da affrontare.
Periferie sì, abbandono no. Gira attorno a questa frase il pensiero dei residenti. Facendo una passeggiata tra le zone del posto fa emergere delle immagini di abbandono, anche se è dall’ascolto delle parole di qualche residente che si riesce a mettere a fuoco meglio la trascurata bellezza del posto. Un’area dove la quasi assenza di manutenzione del verde urbano è solo uno dei problemi riscontrabili, sono gli abitanti stessi a manifestare il disappunto per lo stato delle cose, poiché si ritrovano ogni anno (da almeno 7 anni circa) a dover pulire terreni confinanti di proprietà altrui. Al fine di evitare che gli accrescimenti di erba gli entrino dentro casa.
Ormai si sa le periferie sono abitate come il resto del paese, proprio per questo la maggior parte dei residenti auspica ad avere le stesse “attenzioni” del cuore di Monreale. Ed è sempre la gente del posto che fa notare un altro caso evidente dell’incontro tra incuria e inciviltà: il campo di calcio e bocce. Quello che è stato pensato e costruito come punto di incontro per il divertimento e la spensieratezza è diventato, invece, un punto di accumulo di macerie e/o rifiuti, non avendo mai visto l’ombra di ragazzi giocare. Ma come è possibile che sia stato costruito un impianto sportivo e nessuno sia interessato ad utilizzarlo? Come è possibile che ci sia un’assenza di rispetto per i beni pubblici? Ed è proprio davanti a questo scenario che le stesse persone, che da anni provvedono a tenere lontane le erbacce, manifestano il rammarico per alcuni comportamenti, e per lo stato di dimenticanza in cui imperversa la zona, valutando l’ipotesi di trasferirsi in un luogo dove la realtà abitativa possa essere più gradevole. Un’azione di contrasto, probabilmente più incisiva alla trascuratezza e al degrado, può essere un buon punto di partenza, altrimenti quello che si rischia è di generare periferie residenziali senza con una bassa identità civile e urbana.
E se si pensasse a una ristrutturazione materiale di un’area con una serie di interventi che puntano alla realizzazione di spazi comunitari e per lo sport? Oltre la presenza di aree verdi ben disegnate e curate potrebbero dar vita a un parco urbano diffuso. L’intelligenza progettuale e l’ascolto dell’esistente a volte può essere un primo passo per cambiare le nostre periferie in frammenti vivi di nuova urbanità.