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Aurelio e Gabriele Burgio, da Monreale a Malta. Ecco perchè decidono non tornare più

Monreale, 28 maggio – Aurelio e Gabriele Burgio sono due giovani nati e cresciuti a Monreale, molti li ricorderanno, altri no, anche perchè da anni vivono a Malta, dove lavorano ed hanno messo su famiglia.

Dopo il diploma, avevano svolto lavori di vario tipo, sempre precari e malpagati, l’ultimo come dipendenti di una Cooperativa che gestisce un bene confiscato alla mafia, questa volta con un contratto regolare, ma una paga troppo bassa, per potersi consentire programmi e progetti di vita.
Come arrivano a Malta ?
Aurelio, il più giovane, trentenne, comincia a frequentare l’isola per vacanza, brevi spostamenti, nel corso dei quali conosce  coetanei  del luogo, tra cui la giovane maltese, che è diventata sua moglie il 20 maggio scorso. La vita siciliana non lo soddisfa ed il lavoro malpagato non gli offre la possibilità di una vita autonoma e dignitosa, per questo decide di trasferirsi a Malta per un po’ più di tempo e cercare un lavoro. E’ il 2011 e dopo un periodo, in cui fa il lavapiatti, ma al contempo impara l’inglese, viene assunto  da una società di scommesse on line,  la stessa per la quale lavora ancora oggi ed al cui interno ha fatto carriera, migliorando la sua posizione lavorativa. Due anni dopo, in questa azienda si libera un posto ed Aurelio invita il fratello, anche lui stanco di precariato e mancanza di progettualità,  a raggiungerlo. E’ la fine del 2012 quando Gabriele si trasferisce, svolgendo diversi lavori, sino ad approdare a quello attuale : collaudatore di videogiochi.
Perchè decidono di restare e non tornare più in Italia?

Malta ha un tasso di disoccupazione pari al 4%. Il mondo del lavoro  si caratterizza per un’elevata mobilità e per un notevole ricambio generazionale, per cui le opportunità sono tante.  Per coloro che si sposano a Malta, lo Stato provvede al rimborso dell’Iva pagata sulle spese, per i giovani lavoratori che hanno dei figli, gli asili nido sono totalmente gratuiti, il sistema scolastico è efficiente ed i bambini, sin da piccoli, imparano l’inglese ed il maltese, inoltre l’università è gratuita, anzi i giovani studenti ricevono un contributo annuo  di circa 400 Euro ed un piccolo mensile (circa 80 Euro) per le spese necessarie.

La criminalità è sporadica, la gestione dei rifiuti ottima. Tutti elementi che rimandano ad un’ottima qualità della vita. Unico neo, l’assenza a Malta di un piano regolatore e la continua costruzione di abnormi strutture che consentono di ampliare l’offerta turistica. Non e’ un problema da poco, ma i nostri giovani hanno comunque deciso di restare in questo piccolo stato che li ha accolti ed ha offerto loro una vita dignitosa e quel futuro che l’Italia gli ha negato.
Daniela Miceli
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