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Usciamo dall’EURO e facciamo una moneta SICILIANA!

Fatemi sapere il prima possibile quando avremo la nostra moneta siciliana.

Non è ovvio che avendo la nostra moneta in mano, il nostro presidente potrebbe stampare tutti i soldi che vogliamo e potremmo lavorare tutti al comune? Perché non lo facciamo?

Il nostro cervello è una macchina semiautomatica costantemente in cerca di risposte e che non ammette incertezze o dubbi. Allo stesso tempo però è pigro ed in cerca di rassicurazioni: trova quindi sempre le risposte e senza impegno le trova sbagliate.
Ormai è da un po’ che ci stiamo convincendo che il problema è l’Euro e la soluzione uscirne.

L’euro è solo una moneta ovvero uno strumento convenzionale per metterci d’accordo con gli altri. Praticamente una lingua. E’ come se ad un certo punto, in tutta Europa cominciassimo a parlare la stessa lingua ma qualcuno che non ne “vuole manco a brodo” convincesse gli altri che il problema è il fatto che tutti finalmente ci capiamo.
Non fraintendetemi. Sono un sostenitore delle differenze. Sogno una Sicilia forte ed autonoma. Questo non significa tuttavia farsi prendere in giro o isolarsi. Per essere individui, gruppi o nazioni forti ed indipendenti bisogna sempre conoscere le regole del gioco e riuscire a comunicare con tutti. Altrimenti non sei forte, sei solo!

Quindi…
… il denaro non esiste, siamo noi che gli attribuiamo valore e ce ne serviamo per gli scambi. Ogni volta che facciamo uno scambio economico entrambi pensiamo di averci comunque guadagnato: a meno che non stai avendo a che fare con la pubblica amministrazione.

C’è chi dice che i soldi non valgono niente perché non sono più legati all’oro? E quindi? Sono legati a tutto il resto. Se i soldi non esistessero, cosa daremmo in cambio? O quello che abbiamo o quello che sappiamo fare. Generalizzando sulle società, ogni società possiede risorse (materie prime) ed un popolo capace di trasformare quelle risorse in qualcosa di utile. Se una società non possiede materie prime o persone capaci di trasformare le risorse di altri, è una società povera.

Le risorse in ogni caso non sono infinite: stampare quindi denaro all’infinito significherebbe solo attribuirgli minor valore.
Immaginate che vi serve una cosa che in famiglia non avete. Dovete andare da un’altra famiglia che ce l’ha. Cosa gli date in cambio per averla? Forse la prima volta ve la presta. Forse ve la regala. Ma se ci andate spesso prima o poi dovrete ricambiare. Che date? O quello che producete o quello che avete. Se non producete, quello che avete prima o poi finisce. Le famiglie nella nostra società si chiamano Stati ed il valore di una moneta di uno stato si basa su quello che con quella moneta puoi comprare in quello stato: materie prime o produzioni agricole, industriali o di servizi.

Fate finta di andare negli USA e vi piace una maglietta. Come la comprate? In Dollari. Adesso fate finta che un Americano venga in Europa. Come compra le nostre cose? In Euro. Praticamente quando andate in America comprate dollari con gli euro e viceversa.
Quando noi compriamo un Iphone lo compriamo in dollari. Chi lo vende in cambio vuole dollari da spendere vicino casa sua, non euro da spendere vicino casa nostra. In questo cambio c’è qualcuno che dice: “per me tot dollari valgono tot euro, vuoi fare lo scambio? Si o no”. Alla fine l’accordo si raggiunge quando le parti sono convinte di guadagnarci sulla base di quello che possono comprare a vicenda nei rispettivi territori.
Perché quindi ci conviene l’euro?
L’euro ci ha permesso di avere qualcosa da altri con risorse e capacità di trasformazione di altri ancora: Tu compri un Iphone perché un Americano vuole una BMW.

Concentratevi: il valore di una moneta è esattamente tutto quello che chi non ha quella moneta vuole comprarsi con quella moneta. Oggi, gli oggetti più venduti sono cellulari e televisori LCD con cosa li pagheremmo senza l’Euro? Quanto costerebbero?

Non possiamo avere la nostra moneta perché nessuno la vorrebbe in cambio.

Facciamo finta che ci mettiamo d’accordo e ci inventiamo i Trinacria. I soldi ce li stampiamo e ce li distribuiamo da soli. I nostri contadini decidono che per darci un chilo di arance vogliono un Trinacria. Dobbiamo sperare che la regione no ne dia pure a loro altrimenti ci direbbero: “ a noi i Trinacria ce li da la regione, quindi no ne voglio. Cosa mi dai di diverso?”. E noi: “Patate ne vuoi?”.

Facciamo finta che con i Trinacria andiamo a comprarci un bell’Iphone. Arriviamo in USA con una società per le importazioni e chiediamo al negoziante: “quanti Trinacria vuoi per un IPhone?” e lui: “io voglio dollari”. E noi: “dai fammi un prezzo in Trinacria”. E lui: “ok, cosa posso comprare con i Trinacria appena vengo in Sicilia?” e noi: “puoi dormire in hotel, vedere i monumenti, forse è rimasto un po’ di zolfo, arance, arancine, pane con la milza, ah e pure l’aranciata Tomarchio. Ti piace?” . E lui: “ ah vabbè tutte cose che qui abbiamo. Niente non mi servono i Trinacria, non li voglio non ci posso comprare niente”.

E noi torniamo subito a casa.

Con la lira avremmo ancora frigoriferi, lavatrici, ecc…(prodotti al nord). Con l’euro abbiamo molto di più, con la moneta siciliana non avremmo praticamente niente se non quello che abbiamo in Sicilia.
Appena qualcuno di noi inventa qualcosa che gli altri non hanno già, allora potremmo parlare di moneta nostra ma anche allora non ci servirà perché la moneta unica favorirà le esportazioni e l’ingresso di capitali.

Anziché lamentarci e dire che qualcuno deve darci qualcosa, dovremmo purtroppo cominciare a capire cosa possiamo dare noi in cambio e dobbiamo capirlo velocemente. Perché fra poco sarà la Germania a dire che non ci vuole nell’EURO.

L’unica via d’uscita è convincere i nostri amministratori a creare tutte le condizioni affinché ogni Siciliano possa esprimere al meglio ed il prima possibile tutto il suo valore. (dettagli nel prossimo contributo).

Cosa c’entra la psicologia? Il valore convenzionale di qualcosa è fondato su credenze: è quindi psicologia. I nostri acquisti sono comportamenti: sono quindi psicologia.

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