Nella giornata di ieri, martedì 6 dicembre, presso il salone di Casa Cultura Santa Caterina, si è tenuto un incontro sul fenomeno del randagismo a Monreale, col fine di evidenziare i lavori svolti nel corso degli ultimi due anni, di mettere in luce le procedure da eseguire in caso di individuazione di cani randagi e di far emergere le problematiche che ancora oggi investono la gestione di questo fenomeno.
I relatori dell’incontro sono stati, l’ex assessore Paola Naimi, il suo successore, l’assessore Giuseppe Di Verde, il Comandante della Polizia Municipale Luigi Marulli, l’associazione Oasi Lega Internazionale Vigilanza Sicilia, con la presidente Eleonora Proietti e il vice presidente Alessio Di Dino, ed il direttore sanitario del canile municipale di Palermo Luigi Arcuri.
L’ex assessore Paola Naimi ha fatto un resoconto del lavoro svolto negli ultimi due anni dal comune di Monreale nella gestione del fenomeno del randagismo. Nonostante risulti essere un fenomeno complesso da gestire, soprattutto a causa della vastità del territorio, l’amministrazione comunale si è attivata, destinando 40 mila euro per l’acquisto di medicinali, cibo e spese di trasporto e degenza in una clinica convenzionata. Inoltre, è stato attivato un protocollo gestito da 4 attori principali di riferimento: la Polizia Municipale, coadiuvata dagli esperti accalappiacani presenti nel territorio, l’Arma dei Carabinieri, l’associazione Oasi Lega Internazionale Vigilanza Sicilia e l’ASP veterinaria di Palermo.
Il meccanismo di segnalazione di cani randagi è semplice, e pone come attore principale di riferimento la Polizia Municipale, cui bisogna rivolgersi. “Quando un volontario ci segnala un episodio che riguarda un cane randagio – ha spiegato il Comandante Marulli – ci attiviamo immediatamente. Se c’è un cane che necessita di cure lo trasportiamo in clinica, e allo stesso modo, se vi sono dei cuccioli bisognosi di cibo o di vaccini, li affidiamo alle cure dell’Oasi Lega Internazionale Vigilanza Sicilia, che poi li porterà al canile di Palermo”. In aggiunta, il comandante ha spiegato che per il comune è difficile ricevere dei fondi specifici per la realizzazione di canili o rifugi, poiché questi incentivi sono rivolti solo ai comuni che già dispongono di queste strutture. Nonostante ciò, il comune si è messo all’opera, e ha individuato, nei pressi di Casaboli, un’area che potrebbe essere destinata alla realizzazione di un rifugio sanitario, che disporrebbe anche di una vasta zona verde sfruttabile per i cani. A seguito di problemi burocratici, però, la realizzazione del rifugio sanitario risulta essere difficilmente realizzabile in tempi brevi, ma si stanno svolgendo tutti gli adempimenti per comprendere se la zona può essere destinata a questo scopo.
La presidente dell’Oasi Lega Internazionale Vigilanza Sicilia, Eleonora Proietti, ha poi affermato che il mini protocollo creato dal comune serve proprio da soluzione tampone, vista la mancata presenza di un canile nel monrealese. A seguito di ciò, il lavoro svolto dai 4 attori di riferimento istituzionali è stato importante e ha consentito la sterilizzazione e la microchippatura di oltre 200 cani; una trentina, invece, sono stati reimmessi nel territorio, diventando ufficialmente cani del comune di Monreale. Nel rendere efficiente il protocollo messo in atto dal comune i volontari risultano essere fondamentali, poiché sono in grado di segnalare la presenza di cani randagi o di quelli bisognosi di cure mediche.
Alessio Di Dino, vicepresidente Oasi Lega Internazionale Vigilanza Sicilia, ha dato alcune indicazioni sulla gestione cittadina del fenomeno del randagismo: “Dare cibo e acqua a tutti i cani che si incontrano per strada è sbagliato, e si rischia di danneggiare le comunità dei randagi. Un cane magrissimo non ha bisogno di cibo, ha bisogno di cure. Così come un cane che si trova in buono stato non è detto che abbia bisogno di mangiare. Per questo il mio consiglio è sempre quello di segnalare la presenza degli animali e noi, con i nostri osservatori, faremo la scelta migliore per il benessere di quel cane specifico”. Infatti, ogni cane ha una storia a sé, e non tutti i cani che vengono prelevati possono essere reimmessi sul territorio o adottati, per questo la presenza degli esperti è essenziale nella gestione del randagismo, in quanto valutano caso per caso cosa sia giusto fare.
“Questo protocollo con il comune di Monreale – ha spiegato nel suo intervento il direttore del Dipartimento di prevenzione veterinario dell’Asp di Palermo, Luigi Arcuri – è molto importante, però si invitano i volontari e i cittadini a ragionare prima di segnalare tutti i cani che si trovano in giro. Ci sono casi urgenti che meritano un’attenzione immediata, così come ci sono casi che possono attendere anche qualche ora. Di massima importanza, invece, sono gli interventi di sterilizzazione e microchippatura. Solo così si può avere contezza del fenomeno”.
A conclusione dell’incontro è stato notato che la maggior parte dei cani nel territorio monrealese è stata sterilizzata e microchippata e che circa il 90% dei cani recuperati è stato affidato in maniera definitiva. Di ulteriore importanza sono le informazioni destinate alla cittadinanza, in quanto chi avvista un cane randagio in difficoltà deve avvisare la Polizia Municipale o l’Arma dei Carabinieri, soprattutto in casi gravi o di urgenza. Sarà la stessa Polizia Municipale a far trasportare il cane presso una clinica convenzionata.