Ho sempre pensato, e l’esperienza giornalistica me ne ha nel tempo rafforzato la convinzione, che esprimere una preferenza per un candidato al consiglio comunale, o per un sindaco, ancora più se uscenti, non sia cosa semplice.
Difficilmente un cittadino comune ha le competenze e le conoscenze per comprendere quali difficoltà abbiano rallentato o bloccato la realizzazione di un progetto o, piuttosto, con quale capacità un amministratore abbia saputo superare ostacoli apparentemente insormontabili. Quanti capiscono di vincoli di bilancio, della possibilità che hanno i ricorsi di bloccare una gara d’appalto e quindi di posticipare anche per anni la realizzazione di un’opera pubblica, nonostante la buona volontà di un amministratore?
E se esprimere un giudizio sull’operato di un sindaco o di una giunta è un’operazione alquanto impegnativa, scegliere un candidato all’ARS o al Parlamento nazionale lo è ancora di più. Necessita di competenze (oltre che di un dispendio di energie e tempo) che aiutino a non cadere facilmente nella trappola delle strategie populistiche, più o meno elaborate, di chi propone obiettivi irrealizzabili, di chi parla alla pancia degli elettori, di chi parla per slogan, di chi si erge a salvatore della nazione demonizzando l’avversario. Servono competenze che permettano di distinguere il cialtrone (c’è ne sono?) da chi guarda e si impegna con attenzione e buona volontà al bene comune. Ancora più difficile è comprendere quali effetti verranno determinati sulla vita di una regione o di una nazione da decisioni dettate da determinate posizioni politiche e ideologiche.
Questa condizione, oltre alla crescente sfiducia degli italiani nella classe politica, contribuisce a soffiare sul vento dell’astensionismo, un fenomeno che anche in Italia sta assumendo dimensioni preoccupanti.
Poi sono tanti gli elettori che con leggerezza esprimono la propria preferenza sul candidato amico, o amico di amici, senza approfondirne le competenze, sia perché convinti della inefficacia del voto, sia perché incuranti delle conseguenze che questa scelta porterà all’amministrazione della regione o dello stato.
Uno scenario desolante. Nel quale gli elettori sono chiamati a fare la loro parte, ad informarsi quanto più possibile per giungere ad una scelta ponderata, ma dove anche il mondo dell’informazione ha la responsabilità di contribuire a fornire all’elettorato gli strumenti necessari per distinguere i candidati più validi, le proposte concrete, le soluzioni realizzabili.
Filo Diretto non intende sottrarsi a quello che sente come un obbligo. Ed è per questo che sta organizzando una serie di incontri dedicati a conoscere le proposte delle varie forze politiche che si candidano alla guida della regione siciliana e della nazione.
Giorno 9 e giorno 15 settembre si terranno due tavole rotonde nelle quali chiameremo a confrontarsi alcuni candidati (rispettivamente al parlamento siciliano e a quello nazionale). Qualcuno ci ha fatto sapere di non essere disponibile a partecipare al dibattito. Ne prenderemo atto e ne daremo contezza.
Tutti i cittadini sono invitati a partecipare attivamente, con la possibilità di intervenire per presentare dubbi e richieste di chiarimento sui programmi elettorali.
Nei prossimi giorni forniremo i dettagli degli eventi in programma.