Nicola Giacopelli da una quindicina d’anni ricopre il ruolo di segretario aziendale della CISL – Funzione Pubblica. Il suo sindacato oggi rappresenta la maggioranza dei dipendenti (sindacalizzati) del comune di Monreale. Il suo peso nel comparto è cresciuto significativamente quando, negli ultimi anni, gran parte degli iscritti CGIL, e tra questi l’ex segretario aziendale Silvio Russo, sono transitati all’interno della sigla rappresentata da Giacopelli.
Segretario Giacopelli, una delle criticità che il comune di Monreale si trova a gestire è la grave carenza organica. Tra pensionamenti, quota 100, decessi, e a causa dell’impossibilità di fare assunzioni per le stringenti normative sul dissesto, vari uffici comunali risultano sguarniti, con conseguenze inevitabili sulla qualità del servizio svolto. Detto questo, come giudica il lavoro svolto da questa amministrazione in tema di personale?
Questa amministrazione sotto alcuni aspetti sta lavorando in maniera positiva. Lo dicono i fatti. Sul piano soprattuto delle opere pubbliche. Ma su altri fronti non sta tenendo lo stesso passo. Sulla gestione del personale, sulle sue prospettive, si è fatto poco o nulla. E quel poco è stato fatto anche male. Quando l’ente è in dissesto ci sono restrizioni e vincoli sul personale. Ma non significa che non può fare nulla. Guardiamo la prima fase di dissesto. Con la precedente amministrazione si sono fatte cose che sembravano impossibili. Credo che il comune di Monreale sia stato tra i primi, proprio in quel periodo, ad effettuare la stabilizzazione del personale precario. Siamo arrivati a stipulare contratti a tempo indeterminato per ben 85 persone. L’attuale amministrazione si è trovata senza precari. Erano stati stabilizzati già tutti. Che poi significa avere fatto un’opera di assunzione. È vero, questa amministrazione si è trovata un’emorragia da quota 100, da pensionamenti per limiti di età, da decessi, da persone trasferite in altri enti, ma non è riuscita fare altro.
Ad onor del vero negli ultimi mesi l’amministrazione, vista la carenza organica, ha favorito l’ingresso di personale proveniente da altre amministrazioni. Non è questa un’operazione apprezzabile?
È una delle misure che si possono fare, ma va fatta in maniera razionale. A noi cittadini non serve qualsiasi tipologia di dipendente che vada a gonfiare la pianta organica, ma servono certe figure ben definite, con specifiche competenze. Non ci mancano gli amministrativi, ci mancano gli agenti della polizia municipale, i tecnici. E su questo è stato fatto poco. Non si capisce la finalità di fare arrivare un amministrativo. E poi non dimentichiamo che è stato concesso anche ad alcuni dipendenti di transitare in altri comuni.
Il vostro sindacato ha avanzato proposte all’amministrazione sulla gestione del personale? E che risposte avete avuto?
Con questa amministrazione è mancato il confronto. È pur vero che la contrattazione sindacale negli ultimi anni ha subito un forte ridimensionamento. Prima c’erano argomenti sui quali l’amministrazione era obbligata al confronto con i sindacati. In seguito alla riforma Brunetta c’è stato un attacco sistematico al pubblico impiego. Gli spazi di manovra dei sindacati sono stati compromessi. Oggi l’amministrazione ha minori obblighi di confrontarsi con i sindacati. Ma questo non significa che non possa comunque avere un dialogo con noi. Cosa che l’amministrazione Arcidiacono ha fatto poco. Eppure potremmo fornire un contributo di idee di suggerimenti, di proposte, per provare ad avviare un percorso condiviso. Abbiamo un’esperienza pluridecennale che dovrebbe essere utilizzata come risorsa. Ed invece…
Ed invece?
Ed invece la Cisl in questi anni ha inoltrato richieste ufficiali di incontri (perché quelli che avvengono al bar con l’amico sindaco o con gli amici assessori non hanno alcun valore). Abbiamo protocollato alcune proposte. Ma non ho mai avuto neanche una risposta. Per ultimo, poco più di un mese fa ho scritto una nota al sindaco, agli assessori competenti e al segretario comunale, dove evidenziavo come fosse spiacevole che a fronte di richieste e proposte avanzate, non fosse stato dato alcun riscontro. Anche a questa nota non ho avuto alcuna risposta.
Si potrebbe migliorare la gestione del personale in organico ridistribuendolo tra le varie aree?
Quelli che servono sono soprattutto i tecnici. Ne abbiamo pochi, alcuni dei quali anche part-time, che però stanno svolgendo un lavoro immane.
Il lavoro che il settore delle opere pubbliche sta facendo a Monreale è evidente. E i risultati sono molto apprezzati dai cittadini. Penso che anche questi dipendenti siano contenti del rapporto con l’amministrazione. È un sentimento diffuso anche in altri settori?
Assolutamente no. Presumo che non sia uguale nei vari ambiti del servizio comunale. Non tutti gli assessori sono presenti, attivi e partecipi come altri. Per un fatto di esperienza, di competenza, di personalità. Bisogna sapere motivare i dipendenti, ma è anche fondamentale vivere giornalmente la realtà degli uffici. L’assessore che si presenta ogni giorno per noi è estremamente utile. In alcune aree gli assessori sono del tutto assenti. Nell’ambito tecnico lavoriamo bene, con grande sacrificio, e abbiamo conseguito dei risultati importanti. L’assessore è molto attivo, dinamico, preparato, la sua collaborazione è fondamentale. E posso affermare che noi siamo contenti di lui e lui di noi.
Il PNRR in questo vi ha favorito?
In due anni abbiamo ricevuto circa 35 milioni di finanziamenti nel settore dei lavori pubblici. Un’occasione forse unica nella storia, favorita anche da una particolare fase congiunturale, ma siamo stati bravi ad intercettare i bandi e a presentare i progetti. Dietro c’è un lavoro spaventoso che noi abbiamo voluto e saputo fare. Non è un fatto scontato. Ma la questione è anche un’altra. La gente pensa, e l’amministrazione tende a fare credere, che il PNRR finanzia solo lavori pubblici. Non è così. Il PNRR finanzia interventi nel settore sociale, educativo, scolastico, del verde, dei servizi digitali, della formazione. E cosa è successo a Monreale? Che nessun assessorato ha partecipato a questi bandi. Solo quello dei lavori pubblici. Questo significa che qualcosa non è andata per il verso giusto.
Alle elezioni per la RSU, avvenuta nei primi di aprile, su 12 eletti 8 appartengono alla CISL, e tra questi Silvio Russo è risultato il più votato. Quali differenze hanno contraddistinto negli anni CISL e CGIL, differenze che, immagino, avete sanato negli ultimi anni?
Il ruolo della RSU è di portare all’interno dell’ente la contrattazione o concertazione, secondo i casi, dove sono presenti i vari rappresentanti sindacali e la controparte, l’amministrazione. Se andiamo a guardare gli ultimi accordi, credo che in più del 90 % dei casi l’accordo è stato sempre unitario. Al di là del confronto e delle discussioni, e delle evidenze più o meno marcate, si vede che c’è unità. Anche con Silvio Russo, quando era segretario CGIL, negli ultimi 10 anni ho firmato sempre gli stessi accordi. Si cerca sempre un punto di incontro. Anche con le altre sigle presenti.