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Don Gaglio: “Folklore? Il ritorno a Dio avviene anche attraverso il culto del SS. Crocifisso”

"Quanto avvenuto in Confraternita solo un incidente dovuto a invidie e gelosie, tra i confrati predico l'unità e riscontro una grande richiesta di catechesi"

Mons. Sebastiano Gaglio è stato nominato a febbraio Rettore del Santuario SS. Crocifisso e Decano del Capitolo della Collegiata del SS. Salvatore in Monreale. Ha preso il posto di padre Giuseppe Salamone, divenuto Parroco-Arciprete della Chiesa Madre di Capaci. “Padre Salamone ha fatto un ottimo lavoro – tiene a precisare Don Gaglio -. Ha lasciato la chiesa in ottime condizioni, facendo numerosi interventi di manutenzione, ma anche occupandosi del restauro dei numerosi oggetti sacri di grande valore”. 

Adesso toccherà a lui guidare la Confraternita che, tra meno di due settimane, sarà impegnata in un evento importante per tutta la città di Monreale, la processione del SS. Crocifisso, giunta alla sua 396esima edizione. Una festa molto attesa, oltre che dai devoti, da tutti i cittadini, dopo due anni di stop forzato causato dalla pandemia. 

 

Don Sebastiano Gaglio, i tempi cambiano, la processione per il SS. Crocifisso rimane. Secondo lei rappresenta una forma di devozione ancora attuale? Oppure c’è il rischio che rasenti il folklore, che si traduca in un rito abitudinario? 

C’è questo pericolo. Ma se guardiamo solo a questo distruggiamo tutto.

La processione va mantenuta per vari motivi. Per rispetto al passato, e poi perché per tanta gente rappresenta una iniezione di fede. Sebbene possa sembrare che si tratti a volte di una espressione di fede fatta di esteriorità, rimane sempre qualcosa nell’animo delle persone. Si raccoglie sempre qualcosa di buono. 

Il ritorno a Dio avviene anche attraverso il culto del SS. Crocifisso. Si tratta di una devozione particolare, che deve spingere alla imitazione. È importante che ci sia alla base una buona evangelizzazione, capace di assegnarle una veste sacra.

Durante la processione vorrei creare dei momenti di preghiera. Anche la semplice lettura di un tratto della parola di Dio, seguita da una breve riflessione.

 

In che modo intende esercitare il suo ministero ?

Con incontri di preghiera, invitando alla riflessione, alla meditazione.

Domenica scorsa, durante l’assemblea dei confrati, dinanzi a più di 300 persone, ho toccato alcuni argomenti, come il senso di unità, la devozione, la pacificazione. C’è stato molto interesse e apprezzamento. C’è sempre un lato positivo in tutte le cose. Non facciamo una distinzione netta tra male e bene. Papa Francesco ce lo insegna.

 

Un parroco di Ribera, padre Antonio Nuara, ha dichiarato che le processioni dovrebbero essere abolite. E dichiara: “La maggior parte di coloro che fanno parte dei vari comitati non frequentano i sacramenti e la messa, si vedono solo nei giorni della festa. E – continua – nelle processioni non si prega, sono passeggiate in cui la gente chiacchiera, fuma, e bestemmia”.

Capita, ma non bisogna essere così categorici, netti. Sono finiti i tempi del vecchio testamento. Anche Papa Francesco ci insegna a venire incontro alla gente, al peccatore, per provare a correggerlo. E poi c’è tanta altra gente, chi chiede una grazia particolare, gli ammalati. Non condivido questi atteggiamenti.

 

Sempre padre Antonio Nuara critica pesantemente le cifre spese dal suo Comune per luminarie, spettacoli e fuochi d’artificio. “Se questi venissero impiegati per pensare a una struttura per giovani, sicuramente avremmo qualche sbandato in meno”, dichiara. Il solo comune di Monreale ha messo in bilancio 85 mila euro. E altri soldi verranno dalla regione e da privati. Cosa ne pensa?

Il comune non deve dare da mangiare a tutti. Anche noi dobbiamo collaborare ad aiutare i nostri fratelli. Per il popolo ci vuole anche la festa. In questo momento donare un po’ di allegria non è sbagliato. Poi tutti dobbiamo essere coinvolti nel fare la carità al nostro fratello. Siamo tutti chiamati alla comunione fraterna. Bisogna allargare la visuale della vita, non guardare con i paraocchi.

 

Non ritiene, in una fase in cui il covid non è scomparso, che la processione, sia per l’alto numero di fedeli che soprattutto per la presenza di confrati pigiati sotto la vara, possa comportare il serio rischio di fare aumentare i contagi?

Ci sono le disposizioni ministeriali e quelle della CESI che hanno aperto alla processioni. Da parte mia posso consigliare di usare le mascherine, anche se dal primo maggio non ci sarà più l’obbligo. I confrati potrebbero avvicendarsi sotto il simulacro con maggiore frequenza, si potrebbe anche valutare di ridurre il percorso. Ma non riguarda le mie competenze. 

 

La Confraternita tra due settimane farà la sua prima uscita dopo un periodo di grande difficoltà interna che l’ha portata al commissariamento. Qual è oggi lo stato di salute della Confraternita? Ciò che è successo ha creato profonde divisioni interne. Si tratta di ferite che si rimargineranno velocemente, o lasceranno il segno?

Credo ci sia stato solamente un incidente. Non so chi l’abbia voluto. Non ho un quadro chiaro perché non ho visto ancora i documenti. Ho potuto capire che alla base di quanto avvenuto ci sia stata invidia e gelosia. La mia impressione, con la nomina del nuovo consiglio, è che le cose si stiano mettendo bene. Durante la Settimana Santa ho predicato l’unità, che è alla base della Confraternita. Mi sembra che in tanti abbiano apprezzato e condiviso. 

 

Che tipo di lavoro sta portando avanti nella Confraternita?

Ancora non lo so dire con esattezza, ma ho avuto una forte richiesta da parte di alcuni confrati per partecipare a incontri di catechesi. E mi sono impegnato per tenere una lezione una volta al mese, in assemblea, per fare capire il mistero della salvezza. Anche il coro mi ha rivolto la stessa richiesta.

Ci sono le premesse per fare un buon lavoro. Da quando ho visto la confraternita due mesi fa e fino all’ultima assemblea c’è stato un crescendo di partecipazione dei confrati alle celebrazioni. Anche tantissimi uomini hanno preso parte alla notte del venerdì santo. Un fatto non scontato. E osservo anche una buona partecipazione dei ragazzi, guidati da Giuseppe Messina. 

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