PIANA DEGLI ALBANESI – Nell’anarchia delle voci di paese, ove tutto è certo per poi divenir incerto dopo pochi minuti, nel caso si voglia essere sicuri di un fatto o circostanza, è sempre utile consultare i diretti interessati, anziché affidarsi ai mormorii e al chiacchiericcio. Proprio per questo motivo, ho cercato il Sindaco di Piana degli Albanesi, Rosario Petta, per porgli alcune domande sull’approvazione del piano di riequilibrio, su una sua eventuale ricandidatura e su una nostalgia presunta del consiglio comunale.
Sindaco, quando si può parlare seriamente di dissesto finanziario?
Quando il comune non può garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili, ovvero non è in grado di fare fronte ai propri debiti.
E cosa comporta?
Non poter intraprendere azioni esecutive per il pagamento dei debiti dell’ente. Non poter contrarre mutui e in più l’obbligo di applicare tutte le aliquote delle imposte al massimo.
Per cinque anni l’ente è sotto il controllo della Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali e tutte le azioni debbono essere avallate dal Ministero.
Rideterminazione della dotazione organica: si dichiara eccedente il personale in esubero o in sovrannumero rispetto ai rapporti medi dipendenti-popolazione o rispetto agli equilibri finanziari dell’Ente.
Quali sarebbero le conseguenze per il personale a tempo determinato?
Riduzione dell’oltre il 50% della spesa media (relativa al pagamento del loro stipendio) sostenuta nell’ultimo triennio antecedente, ovvero l’anno cui l’ipotesi di bilancio si riferisce.
Inoltre, viene nominato un Organo Straordinario di Liquidazione, che si affianca agli organi istituzionali dell’ente e provvede a definire la massa passiva dell’ente ante dissesto che deve essere ripianata dall’indebitamento con mutuo che grava sulle spalle dei cittadini;
Quanto inciderebbe finanziariamente l’Organo Straordinario?
Quasi 200 mila euro pagati sempre dai cittadini.
Detto ciò, l’aver salvato il comune dal dissesto sta a significare che la Corte dei Conti ha valutato con oculatezza e minuziosamente il piano di riequilibrio.
Cos’è il piano di riequilibrio?
È la redazione contabile di un piano che intende estinguere i propri debiti nell’arco temporale di 10 anni che era stato redatto e presentato al Ministero nel 2015, successivamente riformulato nel 2016 ed infine rimodulato nel 2017 dalla mia Amministrazione, e più precisamente approvato con delibera di Consiglio comunale n. 44 del 04/11/2017.
Oggi alla resa dei conti si è pervenuti, dopo 7 anni, al riconoscimento ed approvazione, da parte della Corte dei Conti, del piano di riequilibrio finanziario pluriennale del comune di Piana degli Albanesi con l’omologa del piano stesso.
Cosa ha comportato l’approvazione da parte della Corte dei Conti?
Sino alla scadenza del piano, prevista a dicembre 2024, l’ente sarà monitorato semestralmente attraverso una relazione del collegio dei revisori sull’andamento del piano del riequilibrio e sul percorso del risanamento intrapreso e pertanto non sarà destinataria di alcun dissesto da dichiarare. Successivamente al 2024 il comune sarà definito “IN BONIS”.
Dunque, l’approvazione del piano di riequilibrio rappresenta il primo passo. Quali sono i punti principali?
Il Piano di riequilibrio per come rimodulato ed approvato solo dai Consiglieri di maggioranza ha avuto durante il suo percorso dei veri e propri momenti difficili, non a caso si rappresenta la difficoltà del pagamento di dieci mensilità non percepite da parte dei dipendenti con la precedente Amministrazione, oltre al fenomeno dei debiti che crescevano in maniera esponenziale e quotidianamente era una continuo ricevimento di notifiche di decreti ingiuntivi ed atti di precetto; questo significava non poter programmare, non poter lavorare, non poter amministrare a causa di un’eredità disastrosa e fallimentare.
Peraltro non si approvavano i bilanci nella gestione di competenza ed il continuo accrescersi dei debiti non permetteva di trovare la giusta misura per bilanciare e chiudere i bilanci in equilibrio.
Dopo aver svoltato pagina, rimboccato le maniche ed aver capito i diversi problemi che assillavano l’ente, si è fatta una scelta oggettiva, oculata ed operosa del buon padre di famiglia.
E avete deciso di…?
…dedicarci e lavorare alacremente per il risanamento dell’ente cominciando dalla chiusura dei bilanci nella gestione di competenza. La grande opportunità di aver concluso transazioni con l’ATO (da un credito richiesto di circa 2.500.000,00 l’ente riportava un debito di 950.000,00, sino all’accordo transattivo di 200.000,00 in 4 annualità a partire dal 2020/2023) ci ha dato una boccata d’ossigeno e la speranza di poter credere nel risanamento dell’ente.
I punti principali del piano sono stati dimostrati nella costanza, impegno, lungimiranza, programmazione ed attuazione di quanto previsto nel piano, aver recuperato tutte le quote di disavanzo e aver mantenuto un trend di ripresa che ha permesso di non essere considerato, in funzione degli alert risultanti dai parametri applicati al bilancio, strutturalmente deficitario per il terzo anno di seguito. Questo è indice di ripresa per l’ente.
Quanti comuni in Sicilia hanno raggiunto questo traguardo?
Non è del tutto semplice e facile rispondere a questa domanda; molti comuni hanno tutt’ora in corso dei piani di riequilibrio, molti ad oggi li stanno predisponendo, molti altri ancora stanno usufruendo della legge di bilancio 234/2021 che consente a molti enti che hanno adottato il piano di poter rimodulare il piano di riequilibrio adottato dall’ente.
Noi non abbiamo voluto rimodulare alcun piano perché gli sforzi, gli obiettivi ed i traguardi raggiunti, dimostrano la sostenibilità del nostro piano che la Corte ha approvato.
Su quanti comuni in Sicilia hanno raggiunto questo traguardo posso solo affermare che buona parte degli enti che sono stati oggetto di valutazione del piano per anni pregressi hanno avuto il piano non omologato e pertanto destinatari di dissesto.
In ultimo si sta giocando il tutto per tutto anche il comune di Palermo che in extremis ha approvato un piano di riequilibrio ma che deve essere oggetto di valutazione da parte degli organi preposti.
Anche se contano più le azioni, cosa si sente di rispondere alle forze politiche di opposizione che ultimamente hanno criticato il vostro operato con un comunicato pubblico?
Le azioni, i fatti e i risultati godibili sono le doverose risposte da dare e date a tutta la cittadinanza, cosi come all’opposizione, quella sana e che deve sussistere proprio al fine di garantire il contraddittorio e rafforzare in maniera efficace e concreta la veridicità e l’importanza dei nostri progetti posti in essere.
Ciò posto, direi loro che la critica fondata e costruttiva ad oggi ci ha supportati e ci sarà da ausilio nel prosieguo della nostra gestione politico-amministrativa.
Sindaco, presenterà nuovamente la sua candidatura ?
La candidatura di un sindaco e di una valida squadra di consiglieri è indissolubilmente legata alla esigenza della cittadinanza di essere rappresentata e garantita e, al contempo, sortisce con naturalezza da una combinazione perfetta di esperienza sul campo e competenza.
E se questi due aspetti coesistono?
Allora si ha il dovere e l’input vigoroso di presentare e condividere la propria candidatura.
Ad oggi continuo e procediamo senza soluzione di continuità a portare avanti il nostro progetto per Piana e, se e quando coesisteranno le condizioni appena descritte, saremo pronti ad essere chiamati…
Le manca il Consiglio Comunale?
Ho ricoperto la carica di Presidente del Consiglio Comunale per ben 5 anni, dal 2007 al 2012. È notorio il mio lavoro svolto nelle funzioni di Presidente e di quanto reputi fondamentale la presenza del Consiglio Comunale, in quanto sede democratica e di interlocuzione per eccellenza.
Consesso deputato a scelte e decisioni nel quale ogni consigliere è chiamato a rappresentare i propri concittadini prima che se stesso e nel quale la cittadinanza è chiamata a partecipare attivamente.
Qual è il vostro auspicio?
Ognuno di noi, in primis io come Sindaco e tutta la squadra di governo, auspichiamo che il Consiglio comunale, come organo di democrazia, ordine, controllo, di fedeltà al mandato elettorale, di reciproco rispetto e veicolo di informazioni e simbolo del contraddittorio, venga ripristinato nel futuro prossimo e mai più sia tradito indegnamente il mandato conferito dai cittadini e gestita in maniera surreale un’aula Consiliare.