MONREALE – Si è tenuto un incontro in DAD tra alcune classi del Liceo Scientifico “Basile-D’Aleo” di Monreale e il professore Alessandro Chiolo, insegnante di Storia e Filosofia, presso il Liceo Ernesto Basile di Brancaccio e autore di tre libri che affrontano la tematica della mafia: “ Quarto Savona 15. Km 10287 e altre”, “Squadra mobile Palermo, L’avamposto degli uomini perduti” e “Dietro ogni lapide. Morti per mafia, vivi per amore”.
E proprio quest’ultimo libro è stato oggetto di lettura da parte di alcune classi del liceo scientifico monrealese, che questa mattina insieme si sono prestate all’ascolto e al dialogo con il professore Chiolo. Il libro racconta “ dieci storie di vittime innocenti, meno conosciute accomunate dalla tragica fine che Cosa nostra riservò loro. Vite normali di uomini “normali” che hanno incrociato la disumanità e la ferocia della mafia”.
Si è parlato di famiglie distrutte, di bambini che hanno perso il padre, durante la fase in cui non si è coscienti di ciò che comporta la vita. Si è parlato di come alcuni di essi abbiano vissuto per anni abbandonati dalla giustizia, senza sapere ciò che effettivamente fosse accaduto ai propri genitori.
Abbiamo conosciuto la storia di alcuni dei figli delle vittime, che per lungo tempo si sono vergognati nel dire il proprio cognome, che a causa di verità mai scoperte, veniva associato a quello di personaggi mafiosi. Oggi abbiamo scoperto un lato in ombra delle questioni che la mafia comporta.
Spesso si tende a parlare in primo luogo di coloro che durante le guerre contro Cosa nostra si sono posti in primo piano, dimenticando chi per anni ha vissuto “dietro le quinte”, rischiando giorno dopo giorno la propria vita, anche senza esserne al corrente. Questi, determinate volte si sono rivelati vittime per “caso”, trovandosi a dover fronteggiare criminali con i quali non avevano mai avuto a che fare.
Altre volte si è trattato di uomini come i componenti della scorta dei magistrati, che molte volte trascuriamo ingiustamente. Sono stati tanti i momenti di riflessione che hanno avuto ruoli fondamentali nella crescita di ognuno di noi. Spesso ci chiediamo cosa ogni persona potrebbe fare, affinché la mafia diventi un triste e lontano ricordo che accomuna purtroppo tante persone, non rendendoci conto di come anche semplici gesti condurrebbero il nostro paese verso un futuro migliore.
Non bisogna necessariamente diventare magistrati o poliziotti per combattere quest’organizzazione criminale, basterebbe compiere tutte le azioni nel rispetto delle leggi e soprattutto di chi ci sta vicino.
Un altro tema sul quale oggi si è discusso è stato la necessità di non dimenticare mai ciò che realmente è la mafia. La mafia non è colei che non uccide donne e bambini, non è colei che nel passato ha dato anche “cose buone” ai siciliani.
È fondamentale che ogni persona ricordi in ogni momento tutto il dolore ed il male che Cosa nostra ha provocato sin da quando è nata, non risparmiando nessun uomo, donna o bambino che fosse. A causa di essa esistono tantissime, troppe persone che sono costrette a vivere la propria vita in modi che è difficile poter immaginare.
Loro sentono sulla propria pelle tutte le sofferenze che la mafia gli ha recato e difficilmente potranno riuscire a vivere senza la rabbia e la tristezza dovute ai fatti accaduti ingiustamente nelle loro vite. S
e tutt’oggi noi siciliani abbiamo la speranza di poter distruggere la mafia, lo dobbiamo a gente come loro, che ci ha dimostrato che le cose possono sempre cambiare.
L’articolo è stato scritto da Chiara La Fiura della 2a C Scientifico.