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Incontri tra ex alleati? Gambino: “Solo dialogo, il Mosaico rimane fuori dall’amministrazione”

A Monreale da almeno 15 anni non c’è un’opposizione costruttiva, ma solo strumentale. Ci vuole competenza, schiena dritta, capacità di analisi

MONREALE – “L’amministrazione sta lavorando, rimaniamo convinti ad avere fatto bene a sposare il progetto Arcidiacono. La città era inerte, in questi anni invece si è presa una direzione di marcia. Ma la condivisione di alcuni obiettivi non può essere per noi un limite nel volere aprire una riflessione fondamentale su altri aspetti, quali il metodo di governo, il coinvolgimento dei cittadini, delle forze in campo”.

Roberto Gambino, portavoce del “Mosaico”, chiarisce la posizione del movimento civico che da più di un mese è uscito dalla maggioranza, ma che ieri sera ha partecipato ad un incontro con le altre forze politiche che sostengono l’amministrazione Arcidiacono. Da più parti questo confronto è stato letto come un tentativo di conciliazione tra ex alleati, ma Gambino chiarisce subito a scanso di equivoci: “Il Mosaico è fuori da questa amministrazione”.

D: Ma allora qual è il significato di questo confronto, che probabilmente non si è esaurito con l’incontro di ieri sera?

R: Tentare in ogni modo di capire se ci sono gli spazi per continuare un dialogo costruttivo con l’amministrazione è doveroso, nei confronti degli aderenti al movimento, di chi ci ha votato, di chi ha creduto nel movimento come forza civica e sul suo contributo fattivo, ma anche nei confronti della città. In un momento come questo dobbiamo continuare ad essere seri.

D: Nessun pentimento sul contributo dato all’elezione di Arcidiacono?

R: Alberto Arcidiacono è stato eletto ed è sindaco anche per merito del Mosaico. Non possiamo scollarcelo di dosso perché non ci troviamo d’accordo su alcune questioni.

Non stiamo valutando di rientrare, ma riteniamo sia responsabile valutare ciò che non ha funzionato e cosa si poteva fare per procedere in maniera più corretta tra le parti. Su alcuni atti, e tra questi quello sul cimitero che è la goccia che ha fatto traboccare il vaso, si è arrivati alla rottura. Abbiamo ritenuto che fossero venute meno le visioni comuni sul metodo che deve contraddistinguere un’azione di governo.

Siamo arrivati ad una nostra conclusione in maniera responsabile e con la consapevolezza che siamo stati determinanti a fare eleggere Arcidiacono. Non ci pentiamo di avere contribuito alla sua elezione. Ma ciò non significa rimanere legati ad una esperienza che non ci appartiene più se non ci sono elementi di condivisione, che via via sono venuti meno.

Abbiamo preso atto che si era innescato un processo di allontanamento, quello di considerare il Mosaico ospite di questa esperienza politica. O siamo parte attiva, attori di questa esperienza o faremo altro, ma sempre nell’interesse della città.

D: Il Mosaico da adesso sarà forza di opposizione?

R: A Monreale da almeno 15 anni non c’è un’opposizione costruttiva, ma solo strumentale. Un’opposizione ha bisogno di competenze, di persone che si mettano a studiare per capire cosa serve alla città. Fare opposizione seria non è cosa di poco conto. Ci vuole competenza, schiena dritta, capacità di analisi. Quando arriveranno in consiglio comunale questioni che appartengono al programma del Mosaico li sosterremo, in vista di un arricchimento del paese. 

Ma su altre questioni, come è stata quella del cimitero di piano Renda, non inserite nel progetto di governo, faremo approfondimenti, valutazioni e assumeremo di conseguenza una posizione. Con tranquillità.

D: Lei parla sempre di metodo, di condivisione nelle scelte di governo. Come se il sindaco decidesse in autonomia. Un esempio?

R: Non so se è stato fatto un ragionamento condiviso, come maggioranza, sull’incarico assegnato all’avvocato Alessia Meli. Tra le righe dell’intervista che vi ha rilasciato, mi sembra di capire che il sindaco risponda a titolo individuale, da sindaco che sceglie un consulente di sua fiducia. Non si parla di scelta condivisa con i suoi alleati.

D: Entrando nel merito, che posizione avreste assunto?

R: Noi non abbiamo assunto una posizione. Sarebbe facile farvi sopra demagogia o fare un attacco, ma è anche evidente che andrebbero fatte delle valutazioni sull’opportunità di assegnare un incarico di questo tipo.

D: Cosa intende?

R: Alessia Meli è un avvocato stimato, ha fornito un grosso contributo a titolo gratuito e non si può lavorare gratuitamente in eterno. Il lavoro ben fatto va retribuito. Il problema è un altro. Questa amministrazione è chiamata a traghettare la città durante la pandemia e la post pandemia, necessita di nuove competenze sul turismo, sul sociale, sulla ricerca e sull’utilizzo e la gestione dei finanziamenti.

Una volta individuate risorse nel bilancio comunale, si sarebbe potuta fare un’analisi più ampia, calmierando i compensi, cercando di ragionare sui 3 consulenti che il comune potrebbe prendere.

A Monreale necessitano professionalità che abbiano competenze giuridiche, socioculturali, tecniche, per rafforzare tutti i settori strategicamente.

Manca una visione organica, un approccio più complesso alle questioni. Non condividiamo il metodo adottato. E questo è un limite, soprattutto in un comune in dissesto, dove trovare 45000 e destinarli non è di poco conto.

Ma, ripeto, rispetto all’inerzia politico amministrativa che c’è stata negli ultimi anni anche riuscire a trovare un consulente è un risultato.

D: Concludendo, il confronto con gli ex alleati continua? 

R: Non c’è nessuna volontà né di rientrare né di chiudere il dialogo. La questione è quella della responsabilità delle forze politiche che avevano firmato un patto politico-programmatico. Se questo si interrompe si deve avere la capacità politica di continuare a tenere un confronto fino alla fine. Siamo consapevoli che il Mosaico è stato determinante nell’elezione del sindaco. Non possiamo di colpo interrompere un dialogo. C’è stato un lungo processo di verifica durato diversi mesi che non è andato a buon fine. Il dialogo va basato sulla responsabilità e sulla chiarezza.

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