Monreale, 28 agosto 2018 – C’era una volta a Monreale un Belvedere meta di turisti e scelto da tanti palermitani per goderne la bellezza dei giardini, dei focus maestosi, del panorama mozzafiato. Ma anche scelto da mamme e papà monrealesi per passeggiare le carrozzine e per fare scorrazzare i propri piccoli. Un luogo invitante e ameno che oggi è difficilmente riconoscibile.
Il lungo reportage fotografico racconta una storia recente ben diversa.
A farla da padrone oggi, nell’unico polmone della città, sono un gruppetto di ragazzi che corrono in bicicletta (sebbene sia espressamente vietato) tra antivilla e belvedere con pesanti altoparlanti dai quali escono a tutto volume le voci e le note di cantanti neomelodici.
Il piccolo parco giochi dell’antivilla è circondato da una serie di pericoli. Grate scoperte si trasformano in vere e proprie trappole, mancano recinzioni intorno alle piattaforme sopraelevate, mentre quasi tutti i fari sono rotti. Cavi elettrici, si spera non alimentati, fanno bella mostra di sé senza alcuna protezione. Le pareti dell’ingresso sono coperte ormai da troppo tempo da scritte volgari, forse non cancellate perché riconosciute come nuova forma di street art.
Il belvedere, nonostante i lavori di riqualificazione operati da tanti volontari, e di cui più volte abbiamo fatto un preciso resoconto, rimane in stato di degrado. Lampioni presi di mira dai vandali e non più aggiustati, muretti divelti, pareti confinanti con il Chiostro dei Benedettini deturpate, tombini privi di coperchio protettivo oscurati alla vista, e quindi resi più pericolosi, dalla vegetazione che prende il sopravvento.
Uno stato di abbandono che cozza con l’ottimismo che si respirava solo poche settimane fa in occasione dell’inaugurazione, alla presenza dell’amministrazione comunale, del tratto di belvedere donato ai cittadini, dopo circa sette anni di chiusura, grazie all’intervento di un gruppo di volontari monrealesi e di esperti dell’Università di Palermo.
A lanciare l’allarme sullo stato in cui versa la villa sono i suoi stessi custodi. A volerne parlare è Ludovico Di Benedetto (In foto). “Il servizio di custodia è garantito solamente dalle 16,00 alle 20,00 – spiega -. Di mattina la villa è aperta solo perché vi lavorano i giardinieri o altro personale comunale, che non può certo occuparsi del controllo”. Il polmone pubblico diviene quindi facile preda di vandali. “Auspichiamo che l’amministrazione comunale decida per la presenza costante di un vigile urbano. Costituirebbe un importante deterrente per i malintenzionati”.
“La sera, o nei pomeriggi d’inverno, sulla villa cala il buio. L’impianto di illuminazione è fatiscente, tanto che dobbiamo anticipare gli orari di apertura e chiusura”.
Inoltre “sarebbe necessaria una manutenzione straordinaria per ridare decoro alla villa. Chiusura dei tombini, ricostruzione dei muretti e delle recinzioni, cancellazione delle scritte sulle pareti imbrattate”.
I custodi si occupano della pulizia dei luoghi “anche se non sarebbe previsto”. “Prima c’era un operaio della società di raccolta dei rifiuti dedicato alla villa. Adesso noi facciamo quello che possiamo, ma è troppo poco per dare al luogo il decoro che merita”.
I custodi sono 3, “troppo pochi per garantire un servizio continuativo”. Il sabato mattina non vi sono operai al lavoro e la villa rimane regolarmente chiusa. Altro problema nasce quando i custodi vanno in ferie. L’anno scorso i bambini trovarono i cancelli sbarrati per tanti giorni. “Non so ancora se l’amministrazione stia pensando ad un’alternativa per quest’anno”.