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Classifica Censis, Unipa al 7° posto. Peggiora il suo punteggio

Anche quest’anno il Censis pubblica le classifiche delle università italiane, suddivise in categorie omogenee per dimensioni e valutate in base ai servizi, le strutture, le borse di studio offerti agli studenti, ma anche sulla comunicazione e l’internazionalizzazione. Per il nono anno consecutivo Bologna si posiziona al primo posto per la classifica dei “Mega Atenei” mentre Palermo al settimo posto nella classifica dei “Grandi Atenei”. C’è chi sale e chi scende nella scala. Tra i mega atenei, migliora La Sapienza, Padova raggiunge Firenze. L’Università della Calabria balza in avanti, Pavia scivola al quarto posto, Teramo retrocede.

Sull’internalizzazione l’istituto di ricerche accende i riflettori: “Sul fronte dell’offerta, la dimensione internazionale acquisisce un peso sempre più consistente”. Insomma, è sull’apertura all’Europa e al mondo – viene suggerito – che l’accademia si gioca la partita del futuro.

Nel 2016-17 più di 44mila iscritti, quasi il 4% del totale, hanno studiato e dato esami all’estero, e più del 23% di loro lo ha fatto con l’Erasmus. Gli atenei hanno ospitato 29mila studenti stranieri in mobilità. Crescono anche i corsi in lingua inglese (quasi il 9% nel 2016) e che rilasciano il doppio titolo (13%). “Questi dati indicano una sempre maggiore articolazione dei percorsi universitari, a cui è opportuno accedere con grande consapevolezza”, avverte il Censis che per la prima volta offre, oltre al ranking degli atenei, anche l’analisi non solo dei corsi triennali e a ciclo unico, ma anche delle lauree magistrali biennali, quel “+2” sulle quali le università competono sempre più. E se il primo titolo è preso solitamente nell’università più vicina, per la specializzazione gli studenti sempre più seguono interessi, cercano qualità e titoli spendibili sul mercato del lavoro.

Nel 2016-17 più di 44mila iscritti, quasi il 4% del totale, hanno studiato e dato esami all’estero, e più del 23% di loro lo ha fatto con l’Erasmus. Gli atenei hanno ospitato 29mila studenti stranieri in mobilità. Crescono anche i corsi in lingua inglese (quasi il 9% nel 2016) e che rilasciano il doppio titolo (13%). “Questi dati indicano una sempre maggiore articolazione dei percorsi universitari, a cui è opportuno accedere con grande consapevolezza”, avverte il Censis che per la prima volta offre, oltre al ranking degli atenei, anche l’analisi non solo dei corsi triennali e a ciclo unico, ma anche delle lauree magistrali biennali, quel “+2” sulle quali le università competono sempre più. E se il primo titolo è preso solitamente nell’università più vicina, per la specializzazione gli studenti sempre più seguono interessi, cercano qualità e titoli spendibili sul mercato del lavoro.

La classifica dell’edizione 2018-19 (dossier completo on line in www.censis.it) è un supporto all’orientamento, quantomeno sottrae al “sentito dire” la scelta di una laurea. A fronte, scrive il Censis, di “una ripresa delle immatricolazioni per il terzo anno consecutivo e di rinnovata attrattività dell’istruzione universitaria”, scelta da oltre il 47% dei 19enni italiani.Più in dettaglio, la gara tra atenei nel confronto con l’anno prima. Tra i “mega” Bologna si tiene stretta il primato, con un punteggio complessivo pari a 91,2, seguita da Firenze e Padova (che sale di una posizione acquisendo 4 punti nella comunicazione digitale). La Sapienza cresce di due posti grazie a 4 punti in più sulle strutture per gli studenti. Ultima rimane la Federico II di Napoli, preceduta da Catania e dalla Statale di Milano.

Tra i grandi atenei (da 20 a 40mila iscritti) Perugia rimane in vetta pur perdendo 5 punti alla voce strutture. L’Università della Calabria arriva seconda (con 22 punti in più per le borse di studio, 12 in più per i servizi digitali). Si conferma terza Parma, perde due posizioni Pavia, che è quarta. Siena guida gli atenei medi, dove Sassari sorpassa Trento e stabile al quarto posto è Trieste.

Tra i piccoli atenei primeggia nuovamente Camerino, poi Foggia che sale di due posizioni scalzando Teramo retrocessa al quarto posto, mentre Cassino sale dalla quinta alla terza posizione. Stabile la classifica dei politecnici: in testa sempre Milano. E non riserva sorprese la gara tra gli atenei non statali: la Bocconi è prima tra i grandi, la Luiss tra i medi e Bolzano guida i piccoli.

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