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Il nuovo percorso (in salita) del PD guidato da Manuela Quadrante

Monreale, 28 dicembre 2017 – Il PD monrealese si affida per la sua rinascita a Manuela Quadrante, consigliere comunale che più volte ha vestito i panni dell’opposizione, sia interna al partito, ai tempi della gestione Zuccaro, che all’amministrazione Capizzi, della quale Zuccaro costituiva una stampella importante, solida, affidabile.

Adesso il nuovo percorso del PD viene guidato da una condottiera, intenzionata a ristabilire i giusti equilibri con il primo cittadino, alla luce di un risultato elettorale che fu determinante nel 2014 per la nascita di questa amministrazione, ma che oggi non è certamente più rappresentativo del reale consenso del partito democratico nella società monrealese.

Abbiamo più volte rappresentato il PD su queste colonne utilizzando un’immagine, quella del simbolo del partito lacerato, che fotografa chiaramente quello che è stato in questi anni. Da oggi, ci viene sottolineato, quella sarà un’immagine anacronistica che non rappresenterà la nuova identità del gruppo che adesso è unito, solido, coeso. L’uscita di scena dell’area Zuccaro dovrebbe agevolare questo nuovo corso, che certamente rimane tutto in salita, e che proverà a frenare l’emorragia di consensi tra l’opinione pubblica e a far rientrare il forte dissenso tra gli ex militanti del partito che non hanno neanche preso la tessera e hanno deciso di stare a guardare i nuovi sviluppi.

Saranno le prossime mosse del nuovo segretario ad essere determinanti nel riconquistare la fiducia nell’area degli elettori di centro sinistra.

Mosse chiare, soprattutto. Non certo come l’ultima uscita, firmata dal congresso all’unanimità, che ha spinto il partito a ritirare i propri assessori dalla giunta, in polemica con Capizzi, abbandonando un percorso avviato da tempo con l’amministrazione, ma soprattutto bloccando le attività che i suoi assessori, Nadia Battaglia e Filippo Madonia, stavano portando avanti. Non si comprende come questa posizione possa essere utile per la città.

Lo spettacolo offerto alla cittadinanza non è stato dei migliori, il livello dello scontro politico ha raggiunto livelli degni del peggiore gossip. Ad una città, a degli elettori assetati di risposte sulla enorme mole di problematiche irrisolte, in attesa di conoscere la via che dovrebbe intraprendere la città per incanalarsi in un percorso di risanamento e di riscatto culturale, sociale, economico, si è proposto uno spettacolo incomprensibile.

Liti continue tra le diverse anime del partito ne hanno disegnato una immagine negativa e causato una continua disaffezione del suo elettorato, dei suoi simpatizzanti. La spaccatura interna e la defezione a favore di Cantiere Popolare da parte di una sua forte componente ha solamente certificato una preesistente divergenza di opinioni insanabile.

“Da adesso ripartirà una nuova fase, caratterizzata dall’unità interna al partito e da una comunione di intenti” è il refrain ripetuto dalla dirigenza locale. Ma risalire la china è arduo. Recuperare gli elettori, modificare l’immagine divenuta grigia e indefinita di un partito senza identità che ha governato e avrebbe continuato a farlo con il centro destra di Alternativa Civica ma non con quello di Cantiere Popolare, trasmettere nei cittadini la convinzione di avere le carte in regola e una proposta chiara su come, magari a partire dalla prossima legislatura, risanare i conti del comune e spingere sull’acceleratore della crescita, culturale, economica, sociale, dopo avere partecipato a pieno titolo, nel bene o nel male, ad un governo a firma Capizzi, è un progetto ambizioso.

Innanzitutto necessita trovare un soggetto che sappia farsi interprete delle istanze di cambiamento,  che possa riuscire a fare dimenticare le delusioni provate durante questo recente passato, una persona di per sé credibile, capace di rilanciare un progetto accattivante, magari con una forte connotazione di centro sinistra, per quanto sia possibile in un comune. 

Il congresso ha ritenuto di ritrovare queste caratteristiche in Manuela Quadrante. Starà a lei dimostrare la capacità di segnare un taglio netto con il passato, magari partendo da una riflessione sulle ragioni della disfatta. E dimostrare di non soggiacere a logiche di sottogruppi, ma di essere libera nell’imprimere il nuovo corso e di proporre, ma con la forza anche di imporre, nuove figure capaci di rompere i vecchi schemi. Ma soprattutto dovrà dimostrare che il nuovo segretario non è solamente di facciata e che il partito non si trova (ancora) nelle mani dei soliti capitani in grado di deciderne le sorti e i destini.

Ed in un partito “democratico”, dove le tessere in mano ai capitani contano, sarà difficile inaugurare questo percorso.

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