Monreale, 11 aprile 2017 – Previsto questa sera alle 20,00 l’incontro tra il commissario monrealese del Partito Democratico Antonio Rubino e i consiglieri comunali del PD per decidere la terna di nomi da presentare al sindaco Capizzi, e che andrebbero a sostituire Toti Zuccaro, Nadia Olga Granà e Giuseppe Magnolia.
Rubino ha il compito di rinsaldare un gruppo consiliare spaccato in due fazioni. I tempi sono stretti. L’accordo di Pasqua è necessario per l’approvazione del bilancio di previsione 2017. Verrà portato in aula il 19 aprile e, nelle attuali condizioni, rischierebbe di non passare il vaglio consiliare.
Questa sera Rubino metterà sul tavolo tre nomi. Dato per certo quello di Rosario Li Causi, attuale consigliere comunale, che andrebbe a prendere il posto di Zuccaro. Un premio alla “fedeltà” mostrata dal consigliere eletto in Forza Italia ma transitato nell’ottobre del 2015 al PD. Una brillante carriera, da consigliere di opposizione ad assessore.
Gli altri due nomi, con molta probabilità, sono quelli di Nadia Battaglia, candidatasi nella lista del PD alle scorse amministrative (settima dei non eletti con 201 preferenze), e dell’ingegnere Madonia.
La procedura seguita da Rubino sta però creando molto scontento tra i democratici. Il rimpasto non sta emergendo alla luce di una attenta disamina del lavoro svolto dagli assessori uscenti, e neanche i nuovi nomi sono emersi da un esame delle loro competenze e da un confronto all’interno della sezione monrealese.
A decidere, sembra siano stati i “colonnelli” del partito, assieme al commissario Rubino. Pochi, pochissimi soggetti, due, forse tre, in grado di dettare legge all’interno del partito, di gestirlo e decretarne le sorti, in grado di nominare o di dare il benservito a questo o a quell’assessore, senza consultare la base, senza sentire la necessità di avviare un confronto.
Ma in molti non ci stanno, e il partito perde pezzi. Solo in 69 lo scorso 2 aprile hanno deciso di confermare la tessera (nel 2015 erano 244). In 175 vi hanno rinunciato. E se è possibile qualche eccezione, di chi non abbia confermato l’iscrizione solamente per l’impossibilità di essere stato presente il 2 aprile alla convenzione per motivi personali e non politici, il segnale è certamente forte, inequivocabile, contro una gestione del partito non più tollerabile, una gestione che troverebbe la sua continuità in quella commissariale.
A non essere più iscritti al partito, alcuni sbattendo la porta, anche ex segretari, come Walter Miceli, Mimmo Russo, un ex consigliere, Benny De Nicola, un ex candidato alle primarie, Salvo Leto, l’ex tesoriere Biagio Cigno, e perfino un ex assessore, Ignazio Zuccaro.