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Nuovi Lea: cosa cambierà sul territorio siciliano

Monreale, 14 luglio 2016 – Con un tweet sul suo profilo personale il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha annunciato che a breve entreranno in vigore i nuovi Lea. Si tratta dei livelli essenziali di assistenza, quindi tutte quelle prestazioni sanitarie delle quali i cittadini possono usufruire in modo gratuito o dietro compartecipazione di pagamento tramite ticket.

Una nuova rivoluzione in campo sanitario, dato che saranno tracciati i nuovi profili di interventi dei quali i cittadini potranno usufruire. Come in ogni rivoluzione, tuttavia, soprattutto se si parla di sanità e se la cornice di riferimento è l’Italia, emergono timori su cosa potrà avvenire.
Tra tutte, una delle voci più autorevoli su questo tema è stata quella di Toti Amato, presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo, che ha voluto lanciare subito un messaggio chiaro: la riscrittura dei Lea, questo il senso del suo ragionamento, sarà un’opportunità per la sanità nazionale. Tuttavia è fondamentale che non si crei una spaccatura tra nord e sud nella qualità dei servizi erogati.
A far da garante sull’omogeneità di questi servizi, secondo Amato, dovrà essere lo Stato centrale.
Il riferimento diretto è per quelle regioni, soprattutto al sud, che non hanno mai avuto grandi performance in materia di sanità; e da questo punto di vista purtroppo la Sicilia è una delle regioni più deboli.
Si viene da anni di mala gestione che hanno portato a tagli delle prestazioni sanitarie nell’isola per razionalizzare i costi. Quello che si è arrivati ad avere è, oggi, una notevole differenza tra le regioni più virtuose, soprattutto al nord, e quelle molto più indietro come la Sicilia.
Un’Italia a due velocità in materia di servizi sanitari offerti; fattore che si può riscontrare per diversi argomenti inerenti le cure. Non ultima la cannabis medica, per parlare della più stretta attualità. Mentre il resto d’Italia, infatti, viaggia a ritmi spediti verso la regolamentazione dell’utilizzo, avendo ormai dato per acquisiti gli effetti curativi della sostanza e di alcuni suoi derivati, come nel caso delle applicazioni dell’Olio di CBD in ambito curativo e medico o il ricorso a farmaci cannabinoidi quale rimedio a diversi disturbi e patologie, in Sicilia si è rimasti indietro. E quella che appare come una nuova opportunità di cura per i pazienti, rischia di esserlo solo per pochi. Non per quelli siciliani.
Ecco allora che il richiamo a garantire un accesso equo ai servizi assistenziali, tanto al nord quanto al sud, diventa assolutamente fondamentale.

1 Commento
  1. Safran scrive

    Nel frattempo molto è cambiato dalla pubblicazione di quest’ articolo, moltissime aziende con base in Sicilia producono fiori ed estratti di CBD di ottima qualità. Speriamo solo si riesca a regolamentare il prodotto anche dal punto di vista formale.

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