Riceviamo e pubblichiamo una riflessione inviata in redazione da Piero Quartuccio, Segretario Provinciale del Forum delle Associazioni Familiari.
“La Tares è la nuova tassa sui ”figli” che rispecchia l’attuale sistema fiscale che non riconosce il peso dei figli e non tiene conto della effettiva incidenza che ogni figlio ha sul reddito disponibile della famiglia.
L’esempio più emblematico e, soprattutto, paradossale, è costituito dal confronto tra le scale di equivalenza utilizzate per l’ISEE e quelle per la Tares: quando lo Stato deve riconoscere delle agevolazioni (ISEE) i figli valgono meno (decresce il valore attribuito ai figli) mentre quando devono pagare le tasse (TARES) il valore attribuito ai figli cresce. Questo basta a far capire qual è stato finora l’approccio della politica italiana rispetto ai figli: un bene di lusso da tassare, invece che una risorsa su cui investire per il futuro della nostra società.
Bisogna anche comprendere la differenza che passa tra una famiglia numerosa e una famiglia bisognosa e in merito suggerisco di leggere l’art. 31 della Costituzione italiana.
Lo slogan “chi più inquina più paga” è falso: paga chi ha più figli, è il vero motivo. Sapete quante sono le famiglie numerose a Monreale? Soltanto 300, e pensare di infierire sulle 300 famiglie numerose monrealesi (con 4 e più figli) che secondo dati ISTAT alla mano sono proprio loro che stanno raggiungendo un traguardo storico, almeno il 40% vivono in uno stato di povertà, significa risolvere i problemi del paese?
Il vero problema è quello che i cittadini devono pagare e basta, sempre e comunque, perché lo Stato non ha previsto alcun tetto massimo di spesa. Lo spiego in parole povere. Tra un anno il costo è di 10 milioni, per esempio, oppure di 15 milioni (il perché chiedetelo a loro), e noi cittadini saremo sempre e comunque costretti a pagare. Ma poi pagare per cosa. Per non avere un servizio”.