Il seminario si è aperto con un’analisi storica del monastero e della congregazione, basata sui documenti illustrati al pubblico dal Dott. Antonino Corso, tratti dall’archivio storico “Giuseppe Schirò” di Monreale. Una lunga e interessante descrizione della storia della Badiella, che parte dalle sue origini, orfanotrofio del ‘500, e che vide cambiare nel corso dei secoli la sua destinazione in ospedale e in carcere. Un’evoluzione diretta testimonianza delle dinamiche che hanno attraversato il paese di Monreale e i rapporti Stato – Chiesa nel corso dei secoli.
Il convegno è stato anche l’occasione per trattare del tessuto sociale nel quale le suore di Monreale si trovano. Il tema è stato affidato alla Dott.ssa Daniela Miceli, funzionario assistente sociale del Comune di Monreale, che ha fatto una disamina della grave situazione presente nel territorio monrealese, dove il Comune cerca di far fronte a diverse criticità. Sono diverse le famiglie impossibilitate a sostenere le spese per i libri scolastici, per le bollette e per i ticket sanitari. A fronte di queste povertà, dovute anche alla riduzione dei trasferimenti economici nei confronti dei comuni da parte di Stato e Regioni, è sempre più difficile per le municipalità affrontare le emergenze sociali. Inoltre, in fase di recessione economica sovente si assiste al taglio dei servizi sociali, causa di ulteriore depressione e diseguaglianza nel tessuto demografico. La Miceli ha sottolineato anche come la vastità del territorio e la delocalizzazione delle case popolari ha fatto venire meno le reti amicali e parentali che facevano da protezione e da primo soccorso ai bisogni delle famiglie disagiate.
Padre Noto, Presidente della Caritas Diocesana, ha affermato che la celebrazione diventa “l’occasione per noi tutti di fare un esame di coscienza e per chiederci come viviamo oggi i principi ispiratori della Congregazione e la nostra vocazione”. “Celebrare il passato per guardare al futuro, altrimenti la celebrazione diviene il funerale del passato”.