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Farmaci anticovid, i vaccini più sicuri, AstraZeneca: l’intervista al dottor Pietro Bruno

La vaccinazione in farmacie e parrocchie? “Anche in cinema e teatri, ma con quale organizzazione? Chi vigilerà in questa fase?”

MONREALE – “La vaccinazione è l’unica arma di cui disponiamo”. Il dottor Pietro Bruno esercita la sua professione di medico di medicina generale a Monreale. Con lui abbiamo provato a fare chiarezza sulla questione dei vaccini, e sulle armi a disposizione della medicina per combattere la pandemia da covid19.

Dott. Bruno, quale ruolo ha l’informazione oggi?

La comunicazione per me è la miglior medicina. Credo fermamente di poter curare meglio un paziente se lo rendo consapevole di quello che ha e soprattutto di quello che sta facendo. Questo porta a maggiore motivazione e migliore aderenza alla terapia. In questa difficile situazione ci siamo resi tutti conto di quanto la comunicazione sia importante. Da un anno noi medici siamo le figure di riferimento. Molto spesso la gente ignora che noi, allo stato attuale, non abbiamo comunicazioni dirette. Spesso i giornalisti arrivano prima di noi all’informazione. Spesso anche il paziente arriva prima di noi. La diffusione e la circolazione delle notizie poi è centuplicata per intensità e quantità ultimamente. In questo calderone circolano anche quelle notizie che notizie non sono. Per esempio, la modalità con cui gli organi di stampa hanno affrontato il tema delle problematiche connesse o meno con la vaccinazione Covid ha cambiato il peso specifico della notizia. 

Quanto è importante vaccinarsi?

Raggiungere una vaccinazione di massa è fondamentale. Allo stato attuale non vi sono farmaci capaci di contrastare in maniera attiva ed efficace il coronavirus. E smettiamola di parlare di farmaci fantomatici. Per ora, ad esempio, circolano notizie legate al fatto che Pfizer stia sperimentando un farmaco che ha mostrato, in vitro, una intensissima attività antivirale. Ma il farmaco deve superare tutte le fasi previste e non lo avremo in farmacia domani. Siamo ancora lontanissimi dalla possibilità di un uso su vasta scala. Dunque la vaccinazione è l’unica arma di cui disponiamo. Questo lo sappiamo storicamente: le vaccinazioni hanno salvato migliaia di vite. D’altronde, se oggi la vita dell’uomo si attesta a un’età media non inferiore agli 80 anni lo dobbiamo a due scoperte che hanno cambiato le sorti dell’umanità: i vaccini e gli antibiotici. 

Ci sono vaccini più sicuri di altri?

Non esistono, allo stato attuale, vaccini migliori e vaccini peggiori. Tutti i vaccini che sono stati autorizzati hanno superato le fasi di sperimentazione scientifica previste. I pazienti spesso hanno molte perplessità sui tempi, dato che i vaccini sono stati sperimentati in un anno quando normalmente sappiamo che ci vogliono 2-3 anni. È vero, i tempi sono stati tirati all’estremo ma nessuna delle fasi previste è stata saltata prima dell’immissione e dell’uso su larga scala. Tutti i vaccini di cui noi disponiamo al momento danno una copertura efficace ed importante, al di sopra del 90%. Pare che abbiano un’ottima efficacia anche nella copertura da un eventuale aumento del numero delle varianti, che è il tema del momento e che probabilmente sta giustificando questa recrudescenza dei numeri. 

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E allora perché il caos su Astrazeneca?

Ogni giorno i miei pazienti mi chiedono qual è la mia opinione su questi vaccini. Io rispondo che non ho un’opinione sui vaccini: ho la consapevolezza che nasce da ciò che si evince dagli studi scientifici. I vaccini sono sicuri. Gli enti regolatori, tanto a livello europeo (EMA) tanto a livello nazionale (AIFA) hanno confermato l’efficacia e la sicurezza dei prodotti che in questo momento sono in fase di somministrazione. Perché il caos AstraZeneca? Perché è stato il vaccino più somministrato a livello europeo e non. Guardiamo all’Inghilterra. L’Inghilterra ha vaccinato il 50% della popolazione con AstraZeneca. È chiaro che più un prodotto viene utilizzato su larga scala più statisticamente possono aumentare gli eventi avversi. Dobbiamo uscire dal loop che AstraZeneca è meno sicuro degli altri vaccini. Ad oggi l’EMA e l’AIFA hanno certificato che non esiste correlazione diretta tra le morti e i vaccini. Questa non è un’opinione, è scienza. 

Qual è il suo parere sul Piano vaccinale?

Non ho opinioni positive. Abbiamo il 5% della popolazione vaccinata con due dosi e l’11% della popolazione con una sola dose. Sono numeri troppo bassi. Il piano vaccinale va a rilento, in maniera disorganizzata e caotica. I medici di medicina generale sono una risorsa perché sono una delle reti più capillari presenti nel territorio. Eppure, ad oggi, noi non sappiamo quando e dove vaccineremo e con che vaccino. Allo stesso tempo sentiamo notizie su come si vaccinerà nelle farmacie e nelle parrocchie. Ma ricordiamoci che la vaccinazione è un atto medico che richiede la presenza o la disponibilità di un medico. E allora va bene: vacciniamo nelle farmacie, nei cinema, nei teatri. Ma con quale organizzazione? Chi vigilerà in questa fase? Come medici di base abbiamo ricevuto la scheda di adesione per comunicare la nostra disponibilità a vaccinare. Siamo quindi ancora alla fase in cui ci stanno chiedendo se vogliamo aderire. È un segno di un passo avanti, ma troppo piccolo. 

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