“Alcuni giorni fa il giovane monrealese originario di Pioppo, Alex Catalano, è stato massacrato a sangue freddo davanti al capolinea dell’autobus che collega Palermo a Monreale. La cosa grave è che questo episodio di inaudita violenza ha avuto come autori il padre e il fratello di una ragazza che li aveva informati col cellulare – afferma l’Arcivescovo Pennisi di Monreale”.
“A nome della Comunità ecclesiale diocesana – continua Pennisi – mentre condanno ogni forma di violenza fisica e verbale inconciliabile con i valori cristiani, esprimo la piena solidarietà alla famiglia di Alex e assicuro la mia preghiera per la sua guarigione. Mi associo alle prese di posizione contrarie ad ogni forma di violenza da parte del Sindaco e del Consiglio Comunale di Monreale e alla manifestazione organizzata dal Comitato Promotore alla quale partecipano le parrocchie, le associazioni, le organizzazioni politiche e sindacali e alla veglia di preghiera organizzata dalla parrocchia Sant’Anna di Pioppo, che si terrà giovedì 24 settembre alle ore 21:00 nella chiesa di San Giuseppe”.
“Questi episodi di violenza nei confronti di persone indifese, purtroppo, si stanno moltiplicando, e a pagarne il prezzo sono giovani ed anche sacerdoti tra i quali, ultimamente a Como, don Roberto Malgesini, “martire della misericordia” come è stato definito. La barbara uccisione di Willy, che ha tentato generosamente di sedare una rissa per portare aiuto ad un amico, ci ha mostrato da una parte dei ragazzi dal cuore pulito, educati alla solidarietà nei confronti di chi si trova in difficoltà e dall’altra dei giovani che si ispirano a modelli di vita sregolata e banale basata sulla prepotenza e sulla violenza gratuita che, portando a comportamenti aggressivi, arriva a eliminare la vita di un altro essere umano”.
“Lo scorso febbraio di quest’anno – continua l’Arcivescovo – al termine del Carnevale a Terrasini, Paolo La Rosa, un giovane di 21 anni è stato ucciso in maniera brutale da alcuni che credeva amici al culmine di una lite per futili motivi. In questi episodi emerge l’assenza di ogni sentimento umano, un vuoto interiore, un diffuso analfabetismo etico per una distorta percezione del bene e del male che non riguarda solo i giovani ma anche gli adulti, i quali anziché educare i propri figli al dialogo, con il loro cattivo esempio li spingono ad atteggiamenti di intolleranza e di violenza”.
“Di fronte al dilagare di questo virus – conclude Pennisi – preoccupante le famiglie, le scuole, le pubbliche istituzioni, i mezzi di comunicazione, la chiesa, i sindacati, i circoli giovanili, siamo tutti invitati a riflettere su alcuni aspetti negativi della nostra società, dove la violenza in tutte le sue forme, la sopraffazione, l’omertà, l’indifferenza, continua a minacciare la sicurezza delle nostre città. La violenza si può vincere solo educando i giovani con esempi credibili a trovare quei valori capaci di farli maturare in umanità perché imparino a risolvere le eventuali conflittualità attraverso un confronto civile e sereno”.